Il n.3 del mondo Roger Federer ha dichiarato di essersi ristabilito quasi del tutto dall’influenza che lo aveva colpito e di essersi allenato dei giorni passati. Lo svizzero si presenta al primo Slam di stagione con un nuovo coach al suo fianco, del quale ha parlato a lungo durante la conferenza stampa: “Stefan ed Ivan sono due persone completamente diverse, ed è normale che Ivan mi dirà cose diverse in momenti e modi differenti. Stefan mi aveva confessato proprio qui lo scorso anno che quella sarebbe stata l’ultima stagione. Con Ivan è successo tutto alla fine dell’anno, mi aveva detto che con Milos non sarebbe andato avanti. Così gli ho detto: ‘Quindi saresti disponibile? Sto valutando altri opzioni, ma saresti interessato?’ E lui mi ha detto che gli sarebbe piaciuto molto e di fargli sapere. Così alla fine ho chiamato Ivan, e lui era molto felice. È andata così, più o meno”.
Lo svizzero, a 34 anni, si troverà ad affrontare il suo 67esimo major, il 65esimo consecutivo, e sa bene che l’uomo da battere è il n.1 del mondo Novak Djokovic, reduce da uno straordinario 2015: “Dipende da come guardi le cose, se si pensa alla scorsa stagione Novak è stato il tennista più dominante. Se si pensa agli Slam, non è così perché Stan ha vinto il Roland Garros. Ci sono altri tennisti di successo, Stan, Murray e Rafa. Ovviamente Novak sta facendo molto bene ma non è stato detto che Stan è alla sua terza stagione in cui potrebbe vincere uno Slam, dopo le due stagioni passate. Mi concentro sempre sul mio di gioco, che su quello degli avversari, quindi Novak è solo un tassello del puzzle, non è il tassello principale. Sono dell’opinione che esiste sempre qualcosa di nuovo da imparare, qualcosa che ti spinge ad essere sempre affamato, ma ho sempre fatto tutto da solo. Ivan può essere bravo a motivarmi, ho bisogno di quel 5% o del 10% in più di motivazione da parte del mio team perché non ti senti sempre allo stesso modo tutti i giorni”.