Tutti i giocatori italiani inseriti nella top 100 dei ranking ATP e WTA hanno deciso di impiegare la settimana antecedente gli Australian Open iscrivendosi a tornei del circuito maggiore, ad eccezione di Paolo Lorenzi tra gli uomini, la cui scelta è ricaduta sulla partecipazione ad un challenger, e della Knapp tra le donne, la cui prolungata convalescenza dall’operazione dello scorso settembre, l’ha purtroppo costretta qualche giorno fa ad annunciare anche la sua mancata partecipazione al primo Slam stagionale.
Tale scelta è stata probabilmente adottata per provare ad accumulare vittorie foriere di punti e fiducia: i tornei calendarizzati nelle settimane che anticipano quelli del Grande Slam, tradizionalmente, presentano tabelloni non di primissimo piano, poiché i big generalmente preferiscono dedicarsi ad esibizioni o allenamenti, piuttosto che stressarsi psico-fisicamente in competizioni ufficiali (tra i venti giocatori delle top ten maschile e femminile, erano presenti in gara solo Tsonga e Ferrer ad Auckland, e la Halep e la Kerber a Sidney).
Ne è difatti venuto fuori un bilancio positivo, specialmente se paragonato alla prima settimana del 2016: nei tabelloni principali si registrano tre vittorie e tre sconfitte per gli uomini, 4-3 per le donne, per uno score complessivo di sette successi e sei partite perse.
Questa settimana vi era soprattutto molta curiosità per il ritorno alle gare del nostro numero 1, Fabio Fognini: il ligure l’anno scorso nella trasferta australiana in singolare non vinse neanche una partita ed era reduce da una chiusura di stagione in calo con due brutte sconfitte contro Tomic a Bercy e soprattutto Mischa Zverev a Valencia. Ad Auckland, invece, dove era sesta testa di serie, il miglior giocatore italiano per costanza di rendimento ad alti livelli degli ultimi trentacinque anni (dai tempi di Barazzutti nessun azzurro chiudeva consecutivamente per due volte l’anno tra i primi 20 come Fabio ha fatto nel 2013 e 2014, sfiorando il tris col ventunesimo posto nel 2015) ha dato subito un’impronta positiva al suo 2016. Al primo turno si è vendicato di Joao Sousa, numero 33 del ranking Atp, e della sconfitta ai quarti di Umago che il portoghese la scorsa estate gli aveva inflitto al tie break del terzo set, restituendogli il medesimo punteggio in poco meno di due ore di gioco, annullando con carattere due match point all’avversario. Dopo aver poi superato con estrema facilità (doppio 6-1 in meno di cinquanta minuti) l’olandese De Bakker, centesimo giocatore del ranking Atp, nei quarti si è dovuto arrendere a Tsonga in due set molto tirati (risultato finale 7-5, 7-6 per il decimo giocatore al mondo), giocando una buona partita contro un top ten che aveva anche il vantaggio di una superficie di gioco a lui più congeniale. Fabio nel post match ha poi pubblicato su Instagram un post abbastanza polemico contro chi lo critica, dimenticando a suo avviso il massimo ardore che mette in campo e dicendosi soddisfatto della settimana trascorsa ad Auckland, nonostante un accenno a dei problemi non meglio chiariti. Ha poi concluso dicendosi sicuro che continuando cosi arriverà qualche grande risultato: non resta che augurarcelo per il bene del nostro sport, le premesse di quest’anno sono positive in tal senso.
Seppi e Bolelli, numeri 2 e 3 azzurri, hanno invece preferito partecipare all’ Atp 250 di Sidney: l’altoatesino al primo turno ha sconfitto in tre set, dopo l’ennesima battaglia tra i due, l’uzbeko Istomin (molti ricorderanno che si sono affrontati già tre volte nei tornei del Grande Slam, arrivando sempre al quinto set) per poi arrendersi per 6-3 al terzo set a Nicolas Mahut, numero 71 del ranking che aveva già eliminato nelle quali il nostro Marco Cecchinato. Il ventitreenne palermitano vede così ancora rinviato l’appuntamento con la prima vittoria nel circuito Atp, che proverà a conquistare a Melbourne, dove ha l’accesso diretto nel tabellone principale. Delude invece Bolelli: il bolognese aveva un primo turno ampiamente alla sua portata contro il venticinquenne qualificato californiano Alexander Sarkissian, centonovantacinquesimo giocatore al mondo. Invece è arrivata purtroppo in un’ora e mezza di gioco e due set (6-2 7-6 il punteggio finale) la prima vittoria in assoluto nei tornei Atp per l’americano e la quinta sconfitta consecutiva al primo turno nel circuito per Simone, se si considera anche la fine del 2015.
Merita invece le a lui consuete lodi Paolo Lorenzi: il senese, dopo l’ eliminazione al primo turno a Doha, è tornato ad iscriversi ad un challenger, precisamente a Canberra, e la scelta si è rivelata assolutamente vincente, considerata la vittoria del torneo. Nella capitale dell’Australia vi era un challenger di buonissimo livello tecnico (otto top 100 in tabellone) e difatti Paolo ha vinto tramite successi probanti dai quarti in poi con giocatori competitivi come Donskoy, Granollers e Dodig.
Passando alle ragazze, le nostre due prime giocatrici, Roberta Vinci e Sara Errani, erano iscritte questa settimana al Wta premiere di Sidney: la tarantina non è purtroppo riuscita a confermare quanto di buono fatto vedere la settimana precedente a Brisbane. Opposta al primo turno alla beniamina di casa, Samantha Stosur, ha lottato per due ore e mezza prima di arrendersi 7-5 al terzo set alla numero 1 australiana e 27esima del ranking Wta: un peccato acuito dalla considerazione che al secondo turno si era aperta una voragine nella sua parte di tabellone col ritiro della Radwanska e che almeno i quarti erano facilmente alla sua portata. Regala invece soddisfazioni Sara Errani: la numero 19 al mondo ha ottenuto la prima vittoria stagionale sconfiggendo nettamente con doppio 6-3 la Suarez- Navarro, settima testa di serie e tredicesima giocatrice del ranking. Non era un risultato impossibile da pronosticare vedendo i precedenti tra le due, che indicavano vincitrice la nostra giocatrice in otto degli ultimi nove scontri diretti, ma la conferma che Sara a Sidney abbia ritrovato ottime sensazioni, arriva dalla lunghissima battaglia dalla quale è uscita vincitrice con la serba Jankovic nel secondo turno del torneo. Dopo una lotta di due ore e mezza è arrivata una vittoria sulla numero 21 del mondo con doppio tie break vinto (ed annessa rimonta da 1-5 sotto e sette set point annullati nel secondo parziale) e poco male se nei quarti la bolognese abbia lottato solo nel primo set contro la Kuznestsova futura vincitrice del torneo: Sara ha dimostrato di essere in palla ed avere intatta la proverbiale voglia di dare ogni stilla di energia a disposizione in campo.
Camila Giorgi ha invece preferito iscriversi al torneo di Hobart per cercare punti: in Tasmania, dove la nostra giocatrice era testa di serie numero 2 (e dopo il ritiro della Stephens a tabellone compilato è stata la giocatrice con la migliore classifica in campo) la marchigiana ha fatto solo in parte quanto il ranking suggeriva ci si potesse aspettare da lei. Dopo un primo turno nel quale, con gli a lei consueti alti e bassi, ha sconfitto in tre set la ventiduenne kazaka Diyas (con la quale aveva perso unico scontro diretto a Miami lo scorso anno), nel secondo turno, contro la giapponese Hibino, 56esima del ranking Wta ha giocato con scioltezza vincendo facilmente 6-2, 6-3. Nei quarti, contro una potenziale campionessa come la Bouchard, la nostra giocatrice ha racimolato appena cinque giochi, comandando in molti frangenti il gioco, ma commettendo troppi errori gratuiti per poter pensare di vincere incontro: in breve, i soliti promettentissimi lampi e le consuete speranze di gloria rimandate, ma non deposte, per la nostra giocatrice.
Infine, questa era anche la settimana delle qualificazioni agli Australian open: purtroppo, la spedizione degli italiani che hanno tentato l’accesso al tabellone principale dalla porta di servizio si è rivelata un autentico disastro. Del folto gruppo azzurro, composto da dieci uomini (Luca Vanni, Federico Gaio, Alessandro Giannessi, Salvatore Caruso, Roberto Marcora, Matteo Donati, Lorenzo Giustino, Thomas Fabbiano, Andrea Arnaboldi e Gianluca Naso) e da un’ unica donna (la nostra campionessa Francesca Schiavone, al cui purtroppo fallito tentativo di record di partecipazioni consecutive ai tornei del grande Slam nel nostro sito abbiamo dato spazio) già al terzo e decisivo turno non compariva nessuno, con i soli Fabbiano, Donati, Giustino e la “Leonessa” ad esser stati capaci di aver vinto un incontro.