F. Verdasco b. [5] R. Nadal 7-6(8) 4-6 3-6 7-6(4) 6-2 (Riccardo Sozzi)
Se la vendetta è un piatto che si mangia freddo, doveva essere gelido quello di Fernando Verdasco, che ha atteso per ben sette anni da quell’incredibile match del 2009, ceduto con un doppio fallo. Hanno giocato mezzora in meno i due ma l’intensità è stata la stessa. Rafael Nadal era avanti 13 a 2 nei confronti diretti, ma Nando ha vinto adesso tre degli ultimi quattro.
L’esordio di Rafael Nadal al primo Slam stagionale è portatore di suggestivi ricordi per i tanti fan del maiorchino che non possono certo dimenticare la semifinale del 2009 terminata al quinto set, una delle più belle partite mai giocate a Melbourne Park.
Oggi i due protagonisti di allora si ritrovano al primo turno, ed è Verdasco a destare un’impressione migliore tra i due. Gioca molto aggressivo sfornando tanti vincenti e riuscendo a limitare gli errori, mentre il maiorchino cerca più che altro di far giocare il suo avversario portandolo all’errore, ma il madrileno è fin troppo attento nel primo set che chiude al tiebreak dopo un funesto doppio fallo di Nadal sul sei pari.
Così come era cominciato il primo set, anche nel secondo c’è grande equilibrio, ora Nadal prova ad essere più propositivo, il pubblico della Rod Laver Arena dimostra di apprezzare il gioco dei due protagonisti in campo che ora realizzano numerosi bei punti; il culmine si raggiunge nel terzo gioco, il più lungo del match, con Nadal che conquista un break molto sofferto. Ora però Verdasco paga il suo gioco aggressivo commettendo tanti errori che lo portano a restituire immediatamente il contro-break conquistato sul 4-3, con Nadal che chiude sul successivo turno di servizio.
La frustrazione per aver gettato via il secondo parziale si fa sentire ora sul tennista madrileno che nel terzo set sembra giocare seguendo più l’istinto che un piano logico, dall’altra parte della rete Nadal non si fa certo pregare e sfrutta al massimo i buchi dell’avversario conquistando un importantissimo terzo set.
Il quarto parziale risveglia il braccio di Verdasco che di fronte all’ombra della sconfitta torna ad essere aggressivo brekkando subito il maiorchino. Ora il match torna ad essere godibile; ma al momento di chiudere per andare al quinto set è Nadal ad essere aggressivo sorprendendo Verdasco che cede la battuta. La frustrazione torna a far visita al madrileno che sul 6-5 va sotto 0-30, ma l’orgoglio tiene ancora a galla il numero 45 del mondo che raggiunge il suo connazionale al tiebreak. Verdasco gioca un tiebreak perfetto, cede pochissimo mantenendo i propri colpi potenti e profondi e portando la partita al quinto set, proprio come sette anni fa.
Ora ci si aspetterebbe un Verdasco sull’onda dell’entusiasmo, ma il quinto set si apre invece con un break in favore di Nadal. Il maiorchino si porta sul 2 a 0 sfruttando la poca reattività in risposta del suo avversario nel game successivo e ha addirittura la palla che gli consentirebbe di portarsi sul 3 a 0 “pesante” e andare sicuro verso la vittoria. Ma qui Verdasco tira fuori un orgoglio che solo qui e lì ha fatto intravedere in carriera e scaglia tre clamorosi ace di pura rabbia. La partita cambia ancora e stavolta definitivamente. Verdasco prima recupera il break di svantaggio tornando ad avere il in mano il pallino del gioco con un Nadal ai limiti della frustrazione incapace di riuscire ad arginare l’esplosività del suo avversario. Verdasco aggredisce ogni palla e come dirà subito dopo “mi stava dentro tutto”. Il break del madrileno è realizzato grazie a un vincente dopo l’altro. Nadal invece perde del tutto la risposta, ma anche quando la trova non riesce ad essere incisivo. A questo punto Rafa non sa più cosa opporre all’avversario che di forza strappa l’ultimo servizio e la partita.
Ottima prova di Fernando Verdasco che dimostra una grande tenuta mentale nei momenti più importanti del match non abbattendosi all’inizio del quinto set dopo aver subito il break ma continuando a giocare il suo tennis aggressivo di fatto annichilendo la resistenza di Nadal. Ora per lui un secondo turno decisamente abbordabile contro l’israeliano Dudi Sela.
Non eccellente al contrario la prova di Rafael Nadal, che fatica molto a trovare una vera contromisura al gioco dell’avversario. Rafa è stato troppo passivo affidandosi più che altro agli errori del madrileno e risultando poco propositivo. Eppure doveva ricordarsi che ogni tanto, con uno come Nando, può finir male a giocare così…
Abbiamo accennato alla grande partita che i due giocarono il 30 Gennaio 2009 a Melbourne. Il nostro direttore, Ubaldo Scanagatta, aveva presentato Verdasco parlando di un “un altro [Nadal] che si batterà proprio contro il modello originale, Nadal, per un posto in finale all’Open d’Australia.” Vi riproponiamo quei pezzi di allora, cercando di consolare un po’ i tifosi del maiorchino. Partiamo però dal ritratto di Verdasco nel pre-match.
Verdasco: il playboy che gira in Lamborghini e ringrazia Agassi e diventa un top10
Nadal ha regolato il francese Simon (6-2,7-5,7-5) e Fernando Verdasco, madrileno d.o.c., non si è accontentato del k.o. inflitto a Andy Murray – il chairman di Wimbledon Tim Phillips era appena atterrato sul suolo australiano quando ha ricevuto la ferale notizia ed è subito risalito sull’aereo di ritorno! – ma ha superato in quattro set (7-6,3-6,6-3,6-2) anche il sosia franco congolese di Cassius Clay, Jo Wilfried Tsonga, e da lunedì prossimo sarà anche lui un top-ten, comunque vada a finire la sua brillante avventura nella terra dei canguri che lo vede per la prima volta in semifinale ad uno Slam. Insomma, Spagna b.Francia 2-0.
Il playboy che a Madrid gira in Lamborghini arancione ha “svoltato” come tennista vincendo la Coppa Davis, ma soprattutto quando ha avuto l’umiltà di mettersi in discussione, accettando le proposte del suo sponsor, l’Adidas, che lo ha persuaso a recarsi a Las Vegas ad allenarsi con l’ex fisioterapista di Agassi, Gil Reyes.
Non molti giocatori – soprattutto italiani – avrebbero accettato l’idea di trascorrere in una palestra del Nevada le vacanze di Natale pur di acquisire una condizione fisica capace di resistere all’estate australiana.
[…] Verdasco ha rilasciato grande impressione. Picchia forte come Nadal, ma certo non sarà favorito contro l’amico-rivale: ci ha giocato sei volte ed è riuscito a strappargli un solo set (e sull’erba del Queen’s). E’ vero che questo è un altro Verdasco, ma lui stesso per primo dice: “Quando dovevo affrontare Murray e tanti dicevano che era il favorito n.1 io replicavo che Rafa su cinque set è il più forte di tutti. Certo ora io credo in me stesso come non ho mai creduto…ma non per questo penso di vincere sempre. Sto competendo con i migliori del mondo. Agassi sarà contento per me. Era il mio idolo ed è stato gentilissimo con me, mi ha dato tanti consigli, dove giocare, quali settimane, che tipo di tattica dovrei utilizzare…abbiamo parlato per due ore alla vigilia di Natale”.
Basterà per battere il “gemello” Nadal? Non credo. Ma intanto, 11 anni dopo Carlos Moya (perse da Sampras), la Spagna ha un altro finalista all’open d’Australia. E tenterà di vincere il suo Slam n.16, dopo averne vinti 2 l’anno scorso (più altri 15 tornei). L’Italia di Slam ne ha vinti solo due. Quanta invidia.
Dopo la semifinale un Ubaldo ancora eccitato dalla strepitosa partita dei due raccontò nel suo inconfondibile stile il match che aveva appena visto
Una semifinale record 5h e 14 minuti (che batte Camporese Becker del ’91, 5 h e 12 m, 14-12 al quinto): Nadal supera l’amico Verdasco
Dall’inviato
Ubaldo Scanagatta
MELBOURNE – Incendi in tutta l’Australia, 20 morti per il caldo a Adelaide, 45 gradi a Melbourne alle 4 del pomeriggio e tre giorni con temperature qui mai registrate dal 1835. Tre ore di black-out elettrico in tutta la città per i condizionatori d’aria sprigionati a tutta forza, 400 treni sospesi, e il Governo dello Stato del Victoria costretto ad intervenire onde assicurare trasporti gratuiti a tutta la popolazione. Far 500 metri al sole era rischiare di lasciarci la pelle.
Insomma poche ore prima che, nella semifinale fortunatamente programmata per la sera, i due amici mancini spagnoli Rafa Nadal e Fernando Verdasco giocassero inaspettatamente la partita più straordinaria, avvincente oltre che più lunga della storia dell’Aussie Open (5h e 14 minuti!)_ nonchè una delle più equilibrate e migliori mai viste negli ultimi anni, con il quinto set cominciato dopo 4 ore e 21 minuti di lotta pazzesca: i due amigos dopo 5h e 11m avevano vinto 190 punti ciascuno _ l’Australia intera era stata messa in ginocchio da un caldo bestiale assolutamente inconsueto.
Così come a Melbourne Park nessuno si aspettava lontanamente un derby così combattuto e di questa qualità dopo che Nadal in sei duelli aveva ceduto un solo set a Verdasco. Rafa stesso, peraltro, si…era messo in guardia: “Non ho mai giocato contro questo nuovo Verdasco”.
Come abbiano fatto Nadal e, soprattutto, il nuovo Verdasco a giocare al livello stratosferico di cui sono stati capaci, con rincorse disumane, scambi infiniti giocati a ritmi spaventosi e un tennis altamente spettacolare (Verdasco è venuto a rete 53 volte), è un mistero, anche se alle 20 la temperatura era calata d’una dozzina di gradi.
Chi ha detto che solo Federer è capace di offrire un grande spettacolo tennistico?
Beato comunque lo svizzero che, pur costretto a lasciare la sua suite extraluxe nell’Hotel del Crown Casino evacuato per mancanza di elettricità, poteva rilassarsi con Mirka nella Rod Laver Arena per un po’, mentre i due spagnoli si menavano botte così memorabili da lasciare _ per la gioia dello svizzero _ inevitabili strascichi per la finale di domani. Perfino un mostro di resistenza e recupero come Nadal dovrà pagare lo scotto di simil maratona.
Becker e il nostro Camporese (7-6,7-6,0-6,4-6,14-12) detenevano il record di durata da 18 anni: nel 1991 lottarono per 5 h ore e 11 minuti, tre minuti meno. Il tedesco, che avrebbe poi vinto il torneo battendo Lendl in finale, vinse 14-12 al quinto con il bolognese che arrivò a due punti dal match. Insomma l’Italia ha perso anche l’unico record che deteneva!
Nadal ha meritato di vincere perché al quinto set era meno stanco pur avendo corso il doppio: lui stava due metri dietro la riga di fondo. Per lui il campo era più lungo rispetto a Verdasco che giocava con i piedi sulla riga. Ha avuto cinque palle break lui e nessuna Verdasco _ che sul 4-5 ha commesso due doppi falli (quanti in tutto il resto del match) ma sul 4 pari era stato 0-30 sul servizio di Nadal. Verdasco ha giocato al massimo, Nadal forse no, ma ha dimostrato la solita incredibile tigna nel non mollare mai anche dopo aver perso il primo e poi il secondo set dell’intero torneo contro un rivale scatenato.
Gli spagnoli in finale all’open d’Australia erano stati solo tre: Juan Gisbert nel ’68, Andres Gimeno nel ’69, Carlos Moya nel ’97. Nessun giocatore di 25 anni ha mai compiuto nella storia del tennis il salto di qualità effettuato da Verdasco. Adesso, con questo n.2 iberico (sarà n.9 lunedì nelle classifiche mondiali), la Coppa Davis dovrebbe diventare una formalità.
Nadal, alla sua prima finale qui ha detto sul campo: “Sono più felice che stanco. Sei volte: 95 sono troppe. Il suo servizio incredibile. Il suo miglior torneo della carriera: meritava di vincere anche lui”. E Verdasco, orgoglioso “della miglior partita della mia carriera”
Nadal in 18 sfide conduce 12 a 6 su Federer. Nella notte serena Williams cerca lo Slam n.10 contro Dinara Safina. Chi vince diventa n.1 del mondo.
Nadal b.Verdasco 6-7,6-4,7-6,6-7,6-4 (5h e 14m: record all’Australian Open).