[WC] L. Hewitt b. [WC] J. Duckworth 7-6(5) 6-2 6-4 (Riccardo Urbani)
Tutta l’Australia si ferma per l’esordio nel torneo di casa del proprio figlio prediletto, il vecchio Lleyton alla ventesima e ultima recita, conscia del fatto che ogni match potrebbe essere l’ultimo di una infinita carriera. L’avversario, ironia della sorte, è il connazionale James Duckworth, numero 129 del ranking, solido ragazzone spallato, ben lontano dalle eccellenze della nonna, Beryl Penrose, vincitrice qui nell’anno 1955. L’ex numero 1 del mondo mostra i segni del tempo, i colpi mancano di potenza, i cambi di ritmo sono sempre più rari e il proverbiale movimento dei piedi declina in favore di un’insolita staticità. Tuttavia il modesto prodotto che può oggi offrire è sufficiente per aggiudicarsi un primo set al tie break dopo essere andato a servire sul 5-4 e per chiudere il secondo in scioltezza al primo set point, con una di quelle sgambate che lo hanno reso celebre. Nel terzo Duckworth allunga subito di un break, ma è solo un episodio. Le sue aperture troppo ampie e un numero di gratuiti invero eccessivo non gli consentono di ribaltare una partita ormai segnata. Il solo potente servizio non può bastare e infatti il vecchio Lleyton recupera e chiude addirittura con la specialità della casa, il lob in corsa che ricade nei pressi della linea. Il commiato è rimandato, David Ferrer potrebbe, in secondo turno, dare avvio alla festa dei saluti finali.
[4] S. Wawrinka b. D. Tursunov 7-6(2) 6-3 0-0 rit. (Bruno Apicella)
Stan Wawrinka accede al secondo turno degli Australian Open giocando per due soli set. Dopo aver conquistato i primi due parziali dell’incontro, infatti, il suo avversario, il russo Dimitry Tursunov si è ritirato per un problema fisico. Il primo set dell’incontro è deciso al tiebreak, con i due tennisti che riescono a tenere con facilità il proprio turno di battuta. Ma è il campione degli Australian Open 2014 ad avere la prima chance per conquistarsi il primo break e andare a servire per il set. Saranno in tutto sei le palle break non sfruttate da Wawrinka che alterna il suo tennis fatto colpi forti e vincenti a momenti di distrazione. Sul 6 a 5 per Tursunov, lo svizzero annulla con un ace un set point per il russo. Nel tie break è Wawrinka a partire forte e prendersi direttamente i punti e a chiudere sul punteggio di 7 a 2 in suo favore. Nel secondo set lo svizzero alza il livello del suo gioco e dopo aver tenuto il servizio si procura due palle break che gli permettono di portarsi avanti nel match e di condurre per 3 giochi a 0. Complici anche alcuni errori commessi da Tursunov che durante la partita ha chiesto più volte l’intervento del fisioterapista. Il break ottenuto sarà decisivo con lo svizzero che chiuderà sul 6 a 3. Prima dell’inizio del terzo parziale il russo, che non giocava un match importante in singolare negli slam dagli US Open 2014, si ritira per un problema fisico.
[16] B. Tomic b. D. Istomin 6-7 (4) 6-4 6-4 6-4 (Diego Serra)
Vince Bernard Tomic una maratona durata tre ore contro Denis Istomin, numero 59 dell’ATP. Tomic si disunisce nel tiebreak del primo set e rischia moltissimo nell’ultimo game del terzo set, ma avanza nel torneo per la gioia degli spettatori di giallo vestiti sugli spalti della Rod Laver Arena. Primo set regolare, con i servizi dominanti e solo tre palle break, tutte sulla racchetta di Istomin e tutte sciupate. Si arriva quindi al tiebreak, Tomic s’innervosisce e perde il set per tre minibreak a due. Secondo set dove i tennisti si scambiano il servizio nei primi due game, poi è Tomic a prevalere nel terzo game e a conquistare un break. Difesa del servizio poi dell’australiano e set aggiudicato per 6 a 4, e partita in parità. Terzo set al cardiopalma, break immediato di Tomic nel primo game, tre palle break sprecate da Istomin nel quarto game e poi si arriva al decimo e decisivo game: Istomin va in vantaggio per 0-40, non chiude e viene rimontato da Tomic, spinto dal pubblico, che fronteggia ben 5 palle break, due delle quali ai vantaggi. Missione riuscita e set chiuso 6 a 4 per l’australiano. Quarto set con la sensazione che Istomin abbia pagato la fatica, bravo comunque l’uzbeko a difendersi da tre palle break nel terzo game. Si arriva quindi al nono game dove sul servizio Istomin ai vantaggi è Tomic a conquistare un break, decisivo. Folla entusiasta e ultimo game vinto senza lasciare nemmeno un punto all’avversario. Ora incrocio con Bolelli.
R. Ram b. [11] K. Anderson 7-6(4) 6-7(4) 6-3 3-0 rit. (Luca De Gaspari)
La prima grande sorpresa dell’Australian Open maschile arriva dalla sfida tra due dei migliori prodotti dell’Università dell’Illinois. L’americano Rajeev Ram elimina la testa di serie N.11 Kevin Anderson, che sembrava il favorito per raggiungere l’ottavo di finale presidiato da Rafael Nadal. Il nativo di Denver ha dominato il terzo set e metà del quarto dopo che i primi 2 si erano conclusi in maniera speculare al tie-break per 7 punti a 4, con Ram che non sfrutta 2 palle break nel primo set e Anderson una nel secondo. Nel primo gioco del terzo set Anderson cede il servizio con un doppio fallo. Arriva un secondo break nel nono gioco e il quarto set è semplicemente un parziale di 12 punti a zero prima del ritiro del sudafricano. Per Raam si tratta della seconda vittoria in carriera nel tabellone principale a Melbourne. Il secondo turno lo vedrà opposto al francese Robert. Di certo dopo l’impresa di oggi non un match proibitivo.
[2] A. Murray b. A. Zverev 6-1 6-2 6-3 (Giovanni Vianello)
Confronto di generazioni sulla Margaret Court Arena tra Andy Murray, n.2 del ranking e del seeding, ed Alexander Zverev, n.83 del mondo, classe 1997. Più che del gioco di Murray, principalmente costituito dalla solita granitica difesa da fondo, è opportuno parlare del tedesco, che ha mostrato buone doti di “attaccante da fondo”, ma una certa acerbità nel non saper sfruttare molti punti ben costruiti conclusi con un errore. Va dato atto allo scozzese di aver fatto giocare sempre una palla in più all’avversario. Ancora da costruire la fase difensiva per Zverev, svantaggiato dall’altezza. Il risultato, infine, è stato forse fin troppo severo per il giovane teutonico, che è stato deficitario sulle palle break; in avvio di gara, inoltre, il tedesco è stato costretto a chiamare il medico per arginare un’improvvisa emorragia al naso.
[30] J. Chardy b. E. Gulbis 7-5 2-6 6-7(5) 6-3 13-11 (Raoul Ruberti)
Per un’ora e mezza di gioco Jeremy Chardy è l’ennesimo tennista che deve limitarsi a occupare la propria metà di campo, mettendo dentro anche soltanto la metà dei colpi per incamerare un semplice passaggio del turno. È da un anno, esattamente dal quinto set del primo turno della scorsa edizione degli Australian Open, che questo basta e avanza per sconfiggere Ernests Gulbis e il francese non sembra voler fare di più. Sparsi per i primi due set si possono scovare punti di qualità ma è la sensazione generale di tennis, di un tennis continuo e coerente, a mancare. L’incontro però è molto più lungo di quei due set. Dura quattro ore e quarantasette minuti e per entrambi è il più lungo della carriera. Come due novellini che sparano dritti e rovesci dappertutto, a volte all’incrocio delle linee, più spesso sui teloni, Gulbis e Chardy crescono insieme al numero di palle che giocano. E piano piano i dritti superano la rete, riaffiorano palle corte e pallonetti mancanti da mesi, il servizio smette di scomparire nei momenti cruciali. I due contendenti sul campo 19 si scuotono persino dal torpore, commentano i punti, polemizzano con giudici e pubblico e se stessi. Tornano loro come siamo stati abituati a conoscerli. Dal bozzolo di apatia esce un match che è un crescendo di qualità e varietà raro, i cui numeri potrebbero significare molto poco: c’è un 100% di punti con la prima per Chardy nel primo set, c’è un Gulbis che va tre diverse volte a servire a una manciata di punti dal set e viene rimontato. Ci sono sei match point annullati con colpi d’alta scuola. E alla fine c’è l’ultimo colpo, all’arrivo della maratona, che si spegne appena sotto il nastro che sembra quello del traguardo. Chardy esulta per lo scampato pericolo di eliminazione, ma il lettone sembra essersi almeno in parte ritrovato.
[26] J. Sock b. [Q] T. Fritz 6-4 3-6 0-6 6-3 6-4 (Gabriele Ferrara)
Questa partita si presentava senza dubbio come una delle più interessanti di giornata, con il classe 1997 Taylor Fritz in grande ascesa negli ultimi mesi. Nel primo set Sock riesce a prevalere con il punteggio di 6-4 (break nel settimo game), tirando (come sempre) vincenti di dritto da tutte le parti del campo. Il diciottenne di San Diego però reagisce nel secondo set, strappando il servizio al rivale sul 4 a 3, giocando un ottimo game in risposta (soprattutto con il dritto), aiutato anche da un doppio fallo di Sock sul break point, con il californiano che riesce così a chiudere il secondo set con il punteggio di 6-3. Il numero 22 del mondo (forse ancora alle prese con i postumi dell’influenza di cui è stato vittima sabato scorso in finale ad Auckland) adesso però non si muove più, giocando solo da fermo, mentre Fritz continua a generare vincenti con entrambi i fondamentali con grande facilità, chiudendo il terzo set addirittura con un “bagel”. All’inizio del quarto parziale Sock prova a scuotersi, approfittando di un passaggio a vuoto dell’avversario nel quarto game. Si procede senza sussulti fino al settimo game, quando sul 4-2 40-15 e servizio Sock, il numero 26 del seeding (davvero sfortunato oggi) si procura una distorsione alla caviglia destra subito dopo aver eseguito un rovescio lungo linea, con il fisioterapista che interviene prontamente. In qualche modo il tennista di Lincoln riesce a tenere il servizio e a portare la partita al quinto set, chiudendo il quarto per 6-3. Nel set decisivo, Fritz cede malamente il servizio sul 2 pari, con l’avversario però molto bravo sulla palla break con un dritto vincente non banale nei pressi della rete, chiudendo poi la contesa nel decimo game dopo quasi due ore e mezza di gioco. Nonostante i vari problemi, grande prova di carattere da parte di Sock (che dopodomani affronterà uno tra Rosol e Daniel), mentre per Fritz (in costante ascesa e che quasi sicuramente ritroveremo in top 100 in tempi brevi), come direbbero gli americani, “the best has yet to come”.
[10] J. Isner b. J. Janowicz 6-3 7-6(7) 6-3 (Paolo Di Giovanni)
Quando John Isner è in giornata con il servizio (in realtà praticamente sempre) diventa un’impresa ardua per chiunque non sia in Top 10 impensierirlo e Janowicz ne aveva avuto un assaggio un anno fa, affrontandolo alla Hopman Cup. Lo statunitense è stato impeccabile con la prima palla, mettendo a segno 37 ace e mantenendone una percentuale altissima durante tutto l’incontro (78%). Non potendo usufruire di palle break, sono state fatali per il polacco quelle piccole pause che gli sono costate i break a fine primo set e inizio terzo, ma soprattutto ha sprecato l’occasione di un mini-break di vantaggio nel tie-break spedendo un rovescio in rete, nulla ha potuto invece sul set point a suo favore quando alla battuta c’era il gigante numero 11 del mondo. Isner, sempre in controllo, chiude in meno di due ore e affronterà al secondo turno Marcel Granollers.
[13] M. Raonic b. L. Pouille 6-1 6-4 6-4 (Raffaello Esposito)
Dopo sedici minuti sul campo 2 il punteggio è già 4-1 Canada e dopo altri sette il primo set è finito. Troppo forte la tredicesima testa di serie Milos Raonic per il braccio ancora acerbo del ventunenne Lucas Pouille, francese con residenza a Dubai che occupa la novantesima posizione nel ranking ATP. Milos domina al servizio come di consueto e in risposta gioca sempre lungo. Inoltre, e questa è una piccola novità, cerca la rete appena possibile, spesso in controtempo. Con questi presupposti l’incontro scorre via più veloce del Millennium Falcon ed un break immediato a zero indirizza subito anche il secondo set che il canadese conquista per 6-4 in meno di mezz’ora. Raonic, nonostante il divorzio da Ljubicic, appare in gran forma e la vittoria contro Federer nella finale di Brisbane gli ha dato gran fiducia per spingere al massimo i suoi colpi. Anche il set finale è senza storia, Pouille perde subito il servizio e contro Milos questa è l’anticamera dello spogliatoio. Un altro 6-4 veloce porta avanti Air Canada nella parte bassa del tabellone, Murray, Wawrinka e Nadal faranno meglio a stare all’erta.
(in aggiornamento)
Risultati:
F. Verdasco b. [5] R. Nadal 7-6(6) 4-6 3-6 7-6(4) 6-2
[WC] L. Hewitt b. [WC] J. Duckworth 7-6(5) 6-2 6-4
[2] A. Murray b. A. Zverev 6-1 6-2 6-3
[4] S. Wawrinka b. D. Tursunov 7-6(2) 6-3 0-0 rit.
S. Groth b. A. Mannarino 7-6(6) 6-4 3-6 6-3
[16] B. Tomic b. D. Istomin 6-7(4) 6-4 6-4 6-4
[13] M. Raonic b. L. Pouille 6-1 6-4 6-4
[10] J. Isner b. J. Janowicz 6-3 7-6(7) 6-3
R. Ram b. [11] K. Anderson 7-6(4) 6-7(4) 6-3 3-0 rit.
[8] D. Ferrer b. [Q] P. Gojowczyk 6-4 6-4 6-2
S. Giraldo b. D. Young 6-4 1-6 6-3 6-2
N. Mahut b. M. Cecchinato 4-6 6-2 6-2 6-2
J. Millman b. D. Schwartzman 3-6 5-7 7-6(2) 5-0 rit.
[23] G. Monfils b. [Q] Y. Sugita 6-1 6-3 6-2
M. Granollers b. [WC] M. Ebden 6-2 4-6 6-1 6-4
T. Bellucci b. [WC] J. Thompson 6-2 6-3 6-2
G. Muller b. [20] F. Fognini 7-6(6) 7-6(7) 6-7(5) 7-6(1)
L. Rosol b. T. Daniel 7-6(2) 7-5 5-7 6-7(5) 6-1
G. Pella b. S. Darcis 2-6 3-6 6-3 7-5 6-1
S. Bolelli b. B. Baker 7-6(6) 7-6(3) 6-7(2) 7-6(5)
[18] F. Lopez b. [Q] D. Evans 6-1 6-0 6-4
[31] S. Johnson b. A. Bedene 6-3 6-4 7-6(3)
T. Robredo b. M. Jaziri 7-5 3-6 4-6 7-6(7) 8-6
[25] J. Sock b. [Q] T. Fritz 6-4 3-6 0-6 6-3 6-4
[32] J. Sousa b. M. Kukushkin 6-3 6-4 6-3
D. Sela b. B. Becker 6-1 6-3 2-6 6-2
[30] J. Chardy b. E. Gulbis 7-5 2-6 6-7(5) 6-3 13-11
[21] V. Troicki vs D. Munoz de la Nava
[Q] S. Robert b. [LL] B. Fratangelo 6-2 6-2 6-2
[Q] R. Stepanek b. [Q] T. Ito 6-4 6-3 6-7(5) 6-2
A. Kuznetsov b. [Q] R. Harrison 7-5 6-4 6-4
[Q] T. Smyczek b. D. Gimeno-Traver 6-1 3-6 6-3 6-2