[28] A. Seppi b. D. Kudla 7-5 6-4 6-4 (da Melbourne, Luca Baldissera)
Chiude il programma di giornata sullo show court 2, la mini-arena di fianco alla Margaret Court, bellissimo campo circondato dalla terrazza che ospita gli stand gastronomici, il match di secondo turno tra la testa di serie numero 28, il nostro Andreas Seppi (29 ATP), e il ventitreenne statunitense di origini ucraine Denis Kudla (69 ATP), il cui miglior risultato Slam è il quarto turno raggiunto a Wimbledon l’anno scorso. Nessun precedente tra i due.
La temperatura è calata notevolmente rispetto alla giornata, il fresco della sera è piacevole, gli spalti – come praticamente in ogni singolo match di questi Australian Open – sono gremiti. Comincia Denis al servizio, tenuto rapidamente, poi Andreas si fa subito trascinare ai vantaggi, ma pareggia 1-1 dopo 10 punti. Nel game successivo è Kudla ad andare in difficoltà e a concedere la prima palla break, annullata con il servizio. Si prosegue poi seguendo i turni di battuta, con Seppi che fatica più dell’avversario (ben 12 punti, pur senza concedere palle break, sono necessari all’italiano per conquistare il sesto game e pareggiare 3-3. Senza ulteriori sussulti si arriva al 5 pari, quando un deciso passaggio a vuoto di Denis – tre errori – manda Andreas sul 15-40, e alla prima occasione l’altoatesino brekka, 6-5. Subito dopo, e senza strafare – tre dritti da fondo sbagliati da Denis – Seppi tiene a zero la battuta e chiude il primo set 7-5.
Non un match memorabile, i due hanno un gioco abbastanza simile e lineare, fatto di pressione da fondocampo, più potente e carico il tennis di Kudla, più pulito e regolare quello dell’azzurro. Male entrambi con le percentuali di prime in campo (un pessimo 43% per Denis nel primo set, 57% per Seppi, che però ha messo giù ben 9 ace), si può dire che Andreas abbia ottenuto il massimo con il minimo sforzo. Non cambia il canovaccio della partita nel secondo parziale, fino al quarto game, dove Andreas affronta il primo break point contro della partita, malamente sprecato da Kudla con un dritto largo. Seppi ringrazia, e si porta 2-2, Denis sale 3-2 senza problemi. Il match è davvero scarno, il che non significa mal giocato, semplicemente la partita rimane ancorata al palleggio di regolarità e pressione da fondo, poche le variazioni, ancor meno le discese a rete.
Nel sesto game, un paio di gratuiti di Andreas lo mandano per la seconda volta consecutiva ad affrontare un break point, ma come in precedenza sbaglia male il dritto Kudla, e Seppi può così rimediare rasggiungendolo sul 3-3 senza ulteriori affanni. Quando, poco dopo, finalmente a Denis entrano tre belle prime palle (due ace consecutivi e un servizio vincente), l’americano incita se stesso e il pubblico, che sinceramente non sta assistendo a un grande spettacolo. Il 4-4 arriva senza nulla di rilievo da segnalare, e all’improvviso Denis si inventa un paio di discese a rete a dir poco approssimative, venendo passato in scioltezza da Andreas, che insieme a un gratuito di dritto – colpo che lo ha tradito spesso nei momenti importanti stasera – regalano letteralmente il break a Seppi, che va a servire per portarsi due set a zero. Bel passante di rovescio Andreas, poco dopo una palla corta così così tirata su malissimo da Denis (l’americano sembra davero un pesce fuor d’acqua nei pressi della rete, posizionamento errato quasi sempre), e l’ennesimo errore di dritto di Kudla manda l’azzurro due set avanti. 7-5 6-4, la cosa migliore del match è il risultato, ovviamente dal punto di vista di Seppi.
Nuovamente Denis al servizio per primo nel terzo set, 1-0, poi ancora game lottato al servizio per Seppi, con palla break per Kudla subito sprecata (non serve dirlo, drittaccio largo), parità, ancora break point, rovescio Denis in rete, poi ancora una terza opportunità, errore da fondo, e alla fine puntualmente Andreas chiude il game, 1-1. Siamo a sette opportunità di break fallite per Kudla, Seppi non ha mai ceduto il servizio. Avanti ancora in modo regolare fino al 3-2 per Denis, quando Andreas affronta e annulla l’ottava palla break (stecca Kudla), per andare poi 3 pari. Un paio di challenge millimetrici divertono il pubblico, intanto Denis commette ancora due gratuiti da dietro, va sotto 15-40, e Seppi ne approfitta subito con il cinismo che sta caratterizzando questo intero match. 4-3 e servizio avanti, poi subito 5-3, Andreas è totalmente in controllo. Si salva Kudla da 0-30 e tiene, adesso Seppi può chiudere. E coerentemente con una conduzione del match da vero utilitarista, Andreas mette fine alla partita al primo match point. Bravo l’altoatesino, lo attendono la Rod Laver Arena e Novak Djokovic.
https://soundcloud.com/ubitennis/seppicredo-sia-la-prima-volta-che-non-prendo-break-3-su-5
[13] R. Vinci b. I. Falconi 6-2 6-3 (da Melbourne, Luca Baldissera)
L’ultima volta che avevo avuto il piacere di assistere a un match nella Hisense Arena di Melbourne Park era stato in occasione della sconfitta patita da Andreas Seppi con Nick Kyrgios. Almeno sulla carta, l’impegno odierno della nostra “Queen of Slice” Roberta Vinci, numero 15 WTA con la top-10 nel mirino, opposta alla statunitense Irina Falconi (74 WTA), una piccoletta – 1.62 – veloce e ben piantata, ma non certo dotata di armi tecniche al livello dell’azzurra, dovrebbe esere più agevole.
È da poco passata l’una, ha smesso di piovere ormai da un’oretta e mezza (risveglio uggioso e cielo grigio a Melbourne oggi), l’atmosfera si è fatta tersa e luminosissima, e nella splendida “scatola tecnologica” che è l’impianto più recente e moderno degli Australian Open, Roberta (che inizia al servizio) ci mette pochi minuti a far sentire la differenza di valori in suo favore, salendo 3-1 con un break al quarto gioco, e subito dopo 4-1, a suon di variazioni di traiettoria, anticipi con il dritto, e con le sue proverbiali affettate con lo slice, il tutto spesso concluso da ottime volée.
Irina da parte sua corre e prova a spingere appena può, ma come spesso avviene a chi si trova a dover giocare sopra il livello abituale, incorre anche in numerosi gratuiti a volte banali. Si arriva ad altre due palle break (e del 5-1) per Roberta, la prima cancellata da un ace, la seconda sprecata di dritto dall’italiana. La Falconi ha un sussulto, e con una buona palla corta rimane in scia, 2-4, peccato, erano praticamente due set point. Lo sa anche la Vinci, che evidentemente infastidita dall’occasione sprecata, concede i vantaggi nel game di servizio successivo, ma poi si porta 5-2 con un udibilissimo “forza!”, e infine chiude il set per 6-2 brekkando ancora, e a zero, un’avversaria che onestamente non sembra all’altezza della situazione, quantomeno oggi.
Con la tipica passione australiana per il tennis, gli spettatori riempiono ogni angolo dell’arena all’infuori degli spalti troppo esposti al forte sole, ma c’è gente seduta anche lì. Tutto molto bello: che sia Federer-Djokovic, o Vinci-Falconi, mattina o night-session, stadio pieno e applausi. Anche questo è Australian Open.
Nel frattempo Roberta, ormai salita definitivamente in cattedra, sale 2-0 con break a zero nel secondo game, e poi 3-0, scherzando letteralmente la malcapitata Irina con finte, discese in controtempo, drop shot millimetrici e risposte anticipate. Un match del genere dice poco a livello di prospettive nel torneo, ma potrà dare tante sensazioni positive, fiducia e convinzione all’azzurra. Reagisce Irina, come è giusto che sia, tiene un servizio, così come la Vinci, arriva a due palle per portarsi 2 a 4, e a quel punto Roberta le tira uno slice lungolinea da chirurgo sadico, che fa esplodere in applausi e “oooh” tutta la Hisense, con risata simpatica della stessa Vinci.
Sotto choc, Irina molla definitivamente, perde ancora il servizio, e in un attimo si trova a match point contro sul 5-1 e servizio Roberta. Qui l’italiana si distrae un attimo, e commette un doppio fallo e due gratuiti, e concede il break alla Falconi, 5-2. Brava Irina a stare lì, e a tenere la battuta per portarsi 3 a 5, ma siamo ai titoli di coda, con Roberta che chiude a zero nel turno di servizio successivo. 6-2 6-3, buonissima giornata dell’azzurra, speriamo ce ne siano molte altre: dopo New York, siamo stati abituati bene. La attende al terzo turno la tedesca Anna-Lena Friedsam, 82 WTA, nessun precedente tra le due. Le possibilità di fare un buon bottino di punti sono interessanti, eliminata nel 2015 al secondo turno (70 punti WTA), Roberta già con il risultato di oggi ne incamera 60 in più (130 per il terzo turno), e la prospettiva in caso di ulteriore successo sarebbe davvero allettante (240, 170 in più rispetto al 2015).
https://soundcloud.com/ubitennis/vinciho-rivisto-tante-volte-il-match-con-serena-sto-bene-non-ho-ansie
(in aggiornamento)