[1] N. Djokovic b. [3] R. Federer 6-1 6-2 3-6 6-3 (dal nostro inviato a Melbourne Luca Baldissera)
Bella serata estiva qui a Melbourne, atmosfera elettrizzante nella Rod Laver Arena completamente esaurita, le aspettative per il match sono altissime. Alle 19.30 ora locale fanno il loro ingresso in campo Novak Djokovic e Roger Federer, per la sfida numero 45 (22 pari), quindicesima a livello Slam (8-6 Djokovic). Non si incontravano prima di una finale dalla semi del masters 1000 di Shangai 2014, entrambi sono alla ricerca della sesta finale agli Australian Open, 5 le vittorie qui per il serbo, 4 per lo svizzero. Gli ingredienti per assistere a un grande spettacolo ci sono tutti, ora la palla – “Wilson Australian Open” ovviamente – passa a Nole e Roger.
Djokovic al servizio in avvio, ace, passante in rete Federer, passante di rovescio Nole, servizio vincente, a zero il serbo con autorità. Roger servizio e dritto, poi rovescio in rete, dritto lungo, pressione Nole e rovescio ancora affondato, 15-40 e subito due palle break: sulla prima Federer prova l’accelerazione di dritto, che scappa lungo, 2-0 Djokovic. Gran slice vincente in risposta Roger, ancora ace Nole, ancora pressione del serbo sul rovescio di Federer, poi sul dritto, poi passantone lungolinea Djokovic, 3-0. Ma soprattutto, 12 punti a 2 per Nole, Roger non sembra entrato in partita, e non può certo permetterselo con l’avversario di stasera.
Si scuote lo svizzero, servendo bene (primo ace anche per lui), e tiene a zero, muovendo il punteggio, 3-1. Prova Roger a essere più aggressivo in risposta, fa un paio di punti, ma Djokovic sale 4-1. In affanno costante Federer sul palleggio, da cui non riesce a uscire attaccando, 15-40, altre due palle break per Nole, che trasforma la prima spingendo con il dritto, 5-1 per il serbo, che va a servire per il set. Finora, onestamente non c’è partita. Le poche volte che Roger si presenta a rete con convinzione, i passanti di Djokovic sono puntuali e precisi. 40-15, due set point, sul primo la bella “veronica” di Federer strappa applausi, sul secondo Nole piazza il servizio vincente, 6-1 per lui in 22 minuti, uno in più del primo set di Serena Williams contro Agnieszka Radwanska. Paradossalmente, meglio così per Roger, se deve scappargli un parziale in avvio, non averci investito grandi energie è un bene.
Batte Federer in apertura di secondo set, è subito 30-40, palla break ben annullata da servizio e dritto, con il primo “Come on!” annesso, poi sventaglio ben spinto dallo svizzero, poi forse il primo vero gratuito da fondo di Djokovic gli consegna l’1-0. Ma Nole rimane inavvicinabile al servizio, tiene a zero con accoppiata di ace e rovescio vincente, 1-1. E nel terzo game, ancora 0-40, e break a zero. Roger serve a 205 kmh e la palla gli torna come andasse a 120, i passanti del serbo sono chirurgici, la situazione è frustrante per lui. Per arrivare (seconda volta del match) a 30 sulla battuta di Nole, lo svizzero deve inventarsi mezzi miracoli, ma non basta, è 3-1 Djokovic. Il secondo punto del quinto game è emblematico i questo senso: drittone esterno pazzesco di Federer, pallonetto difensivo sulla riga di Nole, e poi rovescio vincente sulla riga. Poco dopo nastro serbo, 15-40, rispostone Djokovic, e quarto break subìto da Roger, 4-1.
Martella incessante il serbo, zero errori, Federer ha il morale sotto le Nike, 5-1. Che si può dirgli? Ciò che ha davanti è fuori da ogni logica tennistica, certo lo spettacolo del bombardamento da fondo come unica tattica non sarà il massimo, ma se uno tira tutto, sbaglia niente, recupera l’impossibile, serve come un treno, e trova le righe, cosa puoi fare? Arriva il 30-40, set point Djokovic per il secondo 6-1, di nervi Roger lo annulla, ne affronta un altro, annulla anche quello, va 2-5, ma poi Nole chiude in scioltezza, 6-2 e due set a zero per lui.
Non si può nemmeno dire che Federer stia giocando male, semplicemente non sta giocando proprio, glielo impedisce l’altro. Il pubblico, a parte alcuni scalmanati serbi, è attonito, poi esplode in un appaluso assordante ad accompagnare il servizio vincente di Roger che apre il terzo set, tentando di scuoterlo. Arrivano due gratuiti di Nole, il terzo e il quarto di un intero match giocato a tavoletta, 1-0 Federer. Djokovic non fa una piega, 1-1. Finalmente efficace in spinta Roger, con servizio e dritto, una bella progressione in avanti chiusa a rete, 2-1 per lui. Ma sembra scarico di testa Federer, la brutta risposta di dritto comoda sulla seconda palla di Nole che affonda in rete nel primo punto del quarto game ne è un esempio, e il serbo tiene a 15 senza problemi, 2-2. Quinto gratuito Nole – davvero facili da contare stasera, sono piccoli avvenimenti quelli veri, non degli errori causati da profondità e pressione dell’avversario. Ma poco dopo passantino stretto ben piazzato, e 30-40, Roger annulla a rete con classe l’ennesima palla break, poi servizio e schiaffo al volo, poi buon palleggio sulla diagonale destra, ed è 3-2. Almeno in questo set un minimo di partita c’è.
Altro piccolo evento, il doppio fallo del serbo, seguito da gran rovescio lungolinea di Federer, è 15-30, gran volée Roger, 15-40, viene letteralmente giù la Rod Laver Arena, due palle break Federer. Sulla prima, servizio vincente, sulla seconda dritto lungo di Roger, poi attacco con una “mezza SABR”, colpita molto molto avanti ma non proprio a metà campo, che ottiene comunque l’errore con il passante di Nole, terza palla break, sprecata con un dritto lungo, poi ricomincia a pressare il serbo, suo il vantaggio. Gran scambio di bordate da fondo chiuso da una deliziosa palla corta di Roger, pari, ace Djokovic, poi drittone in entrata sulla seconda palla, boato del pubblico, pari, ancora ace Nole (precisissimo stasera da destra), super rovescio d’incontro Federer, pari, poi volée incerta Djokovic, recupero vincente stretto Roger (boato), palla break numero quattro, bell’attacco ancora dello svizzero, che chiude. Standing ovation totale, gente che salta e si abbraccia, 4-2 per lui.
Sembra un po’ calato rispetto al sovrumano livello dei primi due set Nole, gli errori salgono dopo essere stati quasi inesistenti nei parziali precedenti, Federer entra bene di dritto, serve solido, e va 5-2. Si sentono ora anche parecchie grida di incoraggiamento per il serbo, che la preferenza degli spettatori sia per Roger è chiaro, ma gli applausi ci sono e belli convinti anche per Djokovic, nulla a che vedere con la sgradevole ed esagerata partigianeria della finale di New York. Accorcia Nole per il 3-5, serve ancora bene Federer, arriva al 40-30 e set point, ma Nole rovescio sulla riga, poi bel passante Roger, altro set point con ace negato dal falco per un millimetro (con Hawk-Eye molto fortunato stasera Djokovic, diverse chiamate dubbie risolte in suo favore di quasi niente), e poi scappa il dritto allo svizzero, parità, poi ancora vantaggio suo, e alla terza opportunità chiude il terzo set Federer, 6-3. Tifo da stadio di calcio adesso.
Siamo a un’ora e tre quarti di match, il bel rientro di pura rabbia agonistica e orgoglio di Roger è ammirevole, perché mezz’ora prima stava sotto un macigno. Pausa di qualche minuto per la chiusura del tetto, le nuvole si sono fatte scurissime, e si ricomincia. Può essere una buona cosa per Federer il prosieguo indoor.
Parte Nole al servizio nel quarto, Roger prova ad aggredire ma sbaglia, però fa bene a provarci da subito, 1-0 Djokovic. Deciso anche Federer con la battuta, 1-1. Adesso è partita pari, e detta come va detta, è un buon match ma non memorabile, c’è tensione in campo e diverse incertezze di entrambi a volte, alternate a gran cose, e forse è inevitabile che sia così in un match di questo tipo, e che ha avuto questo svolgimento finora. Ancora servizi ben tenuti dall’uno e dall’altro, fino al 3-3, è salito alla battuta sia come percentuali che come resa Roger, Nole non sembra più in controllo come prima. Qualche rovescio di troppo lo fallisce anche lo svizzero, Djokovic sale 4-3.
Miracoloso passante di dritto di Nole nel primo punto dell’ottavo game, poi sciocchezza Federer a rete che si consegna al passante del serbo, 0-30, poi 15-30, poi punto da leggenda di Roger, difesa, contropallonetto e passante lungolinea vincente di rovescio. Quello che nessuno può sapere è che questo sarà l’ultimo punto di Roger Federer all’Australian open 2016.
Djokovic si procura una palla break con molta fortuna (il nastro corregge e rende imprendibile un passante che Roger avrebbe controllato senza difficoltà), poi pianta giù una risposta di dritto e va 5-3 a servire per il match. Fantastico Federer, ma quel puntone gli è costato poi carissimo. Solido Nole alla battuta, 40-0, tre match point, e sul primo il rovescio in rete di Roger manda Djokovic in finale.
Nole è in netto vantaggio negli scontri diretti con entrambi i semifinalisti della parte bassa del tabellone, 5-0 su Milos Raonic (ultimo confronto qui l’anno scorso, 76 64 62 Djokovic) e 21-9 su Andy Murray (ultimo confronto Masters 1000 parigi bercy l’anno scorso, 62 64 Djokovic).