[1] N. Djokovic b. [2] A. Murray 6-1 7-5 7-6 (3) (dal nostro inviato a Melbourne Luca Baldissera)
Dopo due settimane, e centinaia di incontri disputati in 19 (diciannove!) tabelloni diversi, dalle competizioni principali fino ai doppi junior e ai match delle “leggende”, tutti questi trattati alla stessa identica maniera, rituali, etichetta, premura dell’organizzazione, qualsiasi, ma davvero qualsiasi partita sia stata disputata qui ha avuto a disposizione la stessa attenzione logistica, dagli arbitri e i raccattapalle fino alle statistiche compilate in diretta, e questa è la magia di uno Slam, siamo giunti alla conclusione di questi Australian Open 2016: canoniche 19.30, entrano in campo i finalisti del singolare maschile, Andy Murray e Novak Djokovic.
Ma prima di parlare dei “nostri eroi”, che si apprestano a giocarsi il primo titolo Slam dell’anno, e di raccontare come andrà, ci tengo personalmente e a nome del direttore Ubaldo Scanagatta a ringraziare tutti coloro che hanno fatto parte di un altro apparato organizzativo eccezionale, altro che quello degli Australian Open, senza il quale la fantastica copertura che abbiamo fornito per questo torneo non sarebbe stata possibile. Tutti gli incredibili cronisti che hanno scambiato il giorno per la notte manco fossero vampiri, e ci hanno dato puntuale resoconto di ogni singolo match giocato qui, dalla prima all’ultima palla; tutti gli impeccabili traduttori che hanno gestito e riportato in italiano, alla velocità della luce, qualunque cosa fosse stata detta qui dai giocatori nelle interviste, compresi i colpi di tosse, e poi via via i redattori “di base”, senza i quali la homepage sarebbe rimasta ancora aggiornata alle ultime vittorie di Borg e McEnroe, e infine quelli più sfortunati, il “nocciolo duro” di turnisti che a ore sconvolgenti erano costretti a sorbirsi i vaneggiamenti via chat di Ubi e del sottoscritto, e vi assicuro che per sopportarci senza mandarci dei sacrosanti accidenti da ventimila chilometri di distanza hanno dovuto essere dei santi. Grazie, grazie a tutti.
Ritorniamo però al tennis e all’attualità, abbiamo in campo una finale che porta in dote ben 12 titoli Slam, il problema è che 10 sono stati vinti da Novak, e due da Andy, che paga nei confronti del rivale anche un pesante bilancio negativo nei confronti diretti, 21-9 Djokovic. 6-2 negli Slam, 4-0 qui in Australia, tra cui le tre finali del 2011, 2013 e 2015, e 10 delle ultime 11 partite giocate sono state appannaggio del serbo. Ultimo successo Murray in finale a Montreal l’anno scorso, 64 46 63. Unica statistica quasi equilibrata, il 7-6 sempre per Nole su Andy nelle finali, insomma pare che almeno nelle occasioni importanti lo scozzese venda cara la pelle, anche se come detto non qui a Melbourne.
Rod Laver Arena esauritissima, perfino sedie aggiuntive messe dietro le ultime file di posti, meteo perfetto, dopo le consuete cerimonie con tanto di leggende tennistiche si può cominciare. In ogni caso abbiamo in campo il numero uno e due del mondo.
Serve Djokovic, si scambia senza dare tutto all’inizio, e sul 30 pari un rovescio malamente spedito in rete da Nole concede la prima palla break ad Andy, ma Djokovic si riscatta con lo stesso colpo, chiudendo bene in cross, poi suo il vantaggio, ma con bella profondità di palleggio Murray pareggia, poi ace Nole, risposta in rete Andy, 1-0. I quattro tifosi scozzesi con le magliette-lettera partono con il primo coro, applausi per loro. Batte Andy, taglia un rovescio in rete senza convinzione, poi errore di rovescio Nole, poi due errori Murray, 15-40, due palle break anche per il serbo, che trasforma la prima, 2-0 per lui. Djokovic sembra già aver preso con decisione il centro del campo, come un pugile che mette alle corde il rivale, piazza anche una bella palla corta fintata, spara il dritto e il rovescio, e tiene a zero, 3-0.
Gli spettatori incitano lo scozzese, il gioco si svolge quasi esclusivamente in pressione centrale alla ricerca della profondità, poche aperture e angoli, e quei pochi li trova sempre Nole, Andy ci aggiunge diversi gratuiti, 15-40 e alla prima occasione 4-0 e servizio Djokovic. Il primo set può già dirsi “andato”, Nole tira tranquillo senza strafare, serve solido, e tiene a 15, 5-0 per lui. Prova a muovere il gioco Murray, tira un ace, è 30-30, poi un gran passante, e conquista il primo game qui a Melbourne contro Djokovic dopo averne persi 14 di fila, a partire dal 3-3 del terzo set della finale 2015. 5-1 Nole, che viaggia a velocità di crociera standard, si permette anche qualche errore di distrazione, 30-30, continua a divertirsi con il drop shot, e va 40-30, set point. Tira un rispostone sulla seconda Andy, lo annulla, poi gli sfugge largo un rovescio, secondo set point, dritto in rete Djokovic, parità. In scioltezza Nole servizio e dritto esterno, terzo set point, poi buon kick addosso, ed è 6-1 in mezz’ora. Per ora, divario di più di una categoria, per quanto Murray si sia affannato nei giorni scorsi a negarlo, non si può non pensare che almeno un po’ abbia la testa a casa da sua moglie, ed è perfettamente comprensibile.
Va Andy alla battuta a inizio secondo parziale, tiene un gran scambio in pressione e urla la sua rabbia per scuotersi, 30-0, ma poi subito Nole pressa e difende bene, 30-30, poi lo scozzese aiutato dal servizio sale 1-0. Pareggia tenendo a 15 Djokovic, il problema è che a occhio il serbo spinge a due terzi di acceleratore se è tanto, ha margini da vendere, eppure sta dominando il gioco in tranquillità, con tanto di errori gratuiti qua e là, tanto le cose non cambiano. Nel terzo game, vantaggi sulla battuta di Andy, nastro scozzese, e poi dritto in rete, seconda parità, poi passantone diagonale in recupero di rovescio Nole, palla break, servizio pesante Murray, annullata, dritto largo Andy, seconda palla break, scappa un attacco largo a Nole, quarta parità, errore Murray, che sta cominciando a imprecare ad alta voce, terza palla break, annullata da Andy in attacco con lo smash, quinta parità, ancora errore Murray, quarto break point, poi ace, sesta parità, errore Nole, vantaggio interno e poi ancora ace a chiuderere, 2-1. Onestamente, uno spettacolo davvero povero, Djokovic come un impiegato in ufficio che timbra il cartellino, Andy mentalmente per metà già sull’aereo per l’Inghilterra, si sente anche qualche fischio che per gli appassionatissimi ed entusiasti australiani non è consueto.
In un attimo Nole 2-2, poi anche Murray finalmente tiene un turno di servizio con decisione (divertente l’ultimo punto con pallonetto, contropallonetto, smash indeciso di Djokovic – l’unica cosa non perfetta del suo gioco – e chiusura in contrattacco Andy. 3-2, a sprazzi si vede anche qualcosa di buono dallo scozzese, qualche risposta ben aggredita per esempio, e c’è un 15-30 sul servizio di Nole che sembra un avvenimento. Come non detto, errore Murray, 40-30, poi dritto ben pressato dello scozzese, parità, prima volta a 40 sulla battuta del serbo per Andy dal primo game del match. Vantaggio Djokovic, poi rovescio largo del serbo, poi slice di Murray che vola via, seguito da un passante sul nastro, 3-3. Nemmeno ai vantaggi sul suo servizio, e sotto di un game, Nole sembra essere sotto pressione, mentre basta un 15 sfuggito ad Andy per far scattare i campanelli d’allarme. E infatti, nel settimo game, è 30-40, palla break (la sesta in tutto), Djokovic concretizza e va 4-3 avanti, Murray gesticola con le mani verso l’alto rivolto al suo box, speriamo non stia segnalando di confermare l’aereo delle 3.30 di notte.
Nel game successivo ancora 15-30 servizio Nole, poi 30-30, poi recupero in avanti fallito dal serbo: praticamente dal nulla, sbuca una palla break per Andy, che poi si ricorda di avere uno dei migliori rovesci del circuito, lo stampa diagonale sulla riga, brekka par la prima volta e va 4-4. Al servizio Murray, due ace di fila e 30-0, bella, inaspettata e benvenuta reazione dello scozzese, ma poi subito tre errori consecutivi, 30-40 e palla break Nole (settima), ancora bene con il servizio due volte Andy, almeno quello viaggia abbastanza bene, vantaggio suo, poi scambione di botte tra i due, l’errore alla fine di Murray, seconda parità, poi ancora servizio aggressivo Andy, ma dopo ancora errore, terza parità. Dritto sparato via da Murray, ottava palla break Nole, ancora bel rovescio Andy, quarta parità, diagonale vincente di rovescio Murray (sta salendo con il suo colpo migliore lo scozzese), vantaggio interno, poi errore in rete di rovescio Djokovic, 5-4 Murray. Se non ci fosse in campo Nole, potremmo quasi pensare che ci possa essere una svolta nella partita. Altro errore di rovescio Djokovic, 0-15, bene in attacco Nole, 15-15, ottimi recuperi Andy, 15-30, errore Murray, 30-30, ancora fuori equilibrio da fondo lo scozzese, poi bene il serbo in pressione, 5-5. Ora Nole sbaglia molto, potrà essere in controllo quanto vuole, ma deve stare attento, e lo fa, scambio straordinario da fondo che sfianca Andy, 40-40, poi male a rete lo scozzese, palla break Djokovic (nona), che continua a palleggiare con sicurezza disarmante e trasforma, andando sopra 6-5 e servizio.
Abbassa le spalle Murray e scuote la testa al cambio campo, ma prova una reazione, si arrampica fino al 30-40, palla del contro break, ma va in rete il suo rovescio. E in un attimo è set point Djokovic, subito trasformato per l’errore di Andy: 7-5 e due set a zero per Nole, difficile immaginare una rimonta di Murray a questo punto. Detta come va detta, match bruttino, e stiamo guardando il numero uno e il numero due del mondo.
Si apre il terzo set con Andy al servizio, subito 15-40, palle break numero 10 e 11 per Nole, che sulla seconda piazza un bel passante di rovescio, 1-0 e servizio per lui, manca un intero set ma c’è già aria di conto alla rovescia, anche tra il pubblico. 2-0 tranquillo per Djokovic alla battuta, poi Andy ancora in affanno sul suo servizio, 15-30, ma di orgoglio lo scozzese spinge bene, recupera e accorcia, 1-2. Da parte sua il serbo non varia di una virgola il suo gioco, regolarità assoluta a velocità molto alta ma in controllo, e affondi appena l’avversario accorcia di sfinimento. E rispetto al solito, sta anche sbagliando abbastanza, ma evidentemente può permetterselo da tanto ha margine. A tutto braccio, con più nulla da perdere, Murray pressa e trova un errore di Djokovic e il 30-40, palla del contro break, ma gli vola via il dritto, e due punti dopo è 3-1 Nole.
Con coraggio in aggressione Andy sul pericoloso 30-30 del game successivo, poi ancora all’attacco e buono smash, 2-3. Ancora avanti dietro la risposta Murray, e bene alla volée (che ha molto buona, dovrebbe usarla di più, è troppo ancorato alla linea di fondocampo), 0-15, poco dopo un dritto in rete bruttino per Nole ed è 30-40, ancora palla del contro break per Andy, ma in pressione Nole annulla, poi avanti bene dietro il dritto e con lo smash Murray, seconda opportunità di contro break per lui, e l’errore da fondo di rovescio di Djokovic gli regala il 3-3. Set riaperto, l’impressione è che il serbo un po’ distratto non abbia saputo reagire con prontezza al “fuori tutto” di Andy che era quasi all’ultima spiaggia. Continua a tirare a tutta Murray, bravo e deciso adesso, tiene a 15, 4-3 per lui. Nel game successivo Nole tiene la battuta a 30 nonostante un doppio fallo, 4 pari, due ore e mezza esatte adesso di una finale non memorabile, tutt’altro. Ma almeno c’è un po’ di equilibrio, nel punteggio se non nel gioco. Batte Andy, il game è ovviamente delicatissimo, bravo lo scozzese a tenere a 15 con decisione.
Altrettanto fa il serbo, 5 pari, e ancora lo stesso fa Murray, 6-5 per lui. Ultimi game senza problemi per chi è alla battuta, continua la tendenza Djokovic nonostante una bella volée di Andy, tiene a 30 e siamo 6-6, un tie break giusto visto l’andamento di questo set, ma è stato Nole a concederlo per distrazione, e Andy a conquistarselo con le unghie, lo sanno anche i giocatori. Sono passate due ore e 46 minuti.
Doppio fallo Murray, 1-0 e minibreak, poi ace Nole, 2-0, pressa il serbo, 3-0, all’attacco bene Andy, 3-1, poi imperdonabile secondo doppio fallo nel tie-break, 1-4, servizio vincente Nole, 5-1, si cambia campo ed è quasi certo che sarà per l’ultima volta in questa partita e in questo torneo. Errore Murray di rovescio, 6-1, cinque match point. Due buoni punti al servizio per Andy, 3-6 ad annullare i primi due championship points, ma saranno gli ultimi, perchè con il secondo ace del tie-break è Novak Djokovic a prendersi il titolo degli Australian Open 2016, pareggiando i ben meno significativi sei successi qui di Roy Emerson (vinti tutti su erba, e senza la partecipazione dei professionisti), e affiancando i prestigiosi 11 successi Slam totali di Rod Laver e Bjorn Borg.