Dal nostro inviato a Montpellier
Oggi hai giocato un ottimo tennis ma hai sciupato qualche occasione. Quale credi sia la ragione? Credi che avresti dovuto giocare con un po’ più di razionalità?
Mickey ha giocato molto bene e me l’ha resa difficile, quindi non era facile sfruttare quelle occasioni. Ha giocato un gran match. A volte giochi partite incredibili, come la mia contro Marin, ma non capita tutti i giorni. Tuttavia anche oggi ho vinto e sono contento così.
I tuoi colpi entravano molto profondi e forti, sei migliorato fisicamente rispetto allo scorso anno. Sei d’accordo?
Sì, ho svolto molto lavoro fisico, ho fatto due mesi di off-season lo scorso anno e di nuovo due quest’anno. La parte fisica è quella principale, tra tutti i miglioramenti che ho ottenuto. Sono diventato più forte, più pesante, ho fatto molta corsa e molti pesi, in generale di tutto in termini di potenza.
Adesso il distacco da colmare nei confronti dei top player è magari mentale, o tattico?
Credo che molto di questo sia ancora fisico. Non sono forte quanto altri giocatori, ho ancora solo diciott’anni. Per il resto devo migliorare a livello di tennis, tutti i miei colpi. Mentalmente… non ne sono davvero sicuro, ma sono sicuro di dover imparare cosa fanno loro nei momenti difficili, come gestiscono loro stessi, anche questa è una grossa parte del lavoro.
Hai iniziato ad essere notato da tutti con la semifinale di Amburgo, ti sembra molto lontana? Sono cambiate molte cose da quella settimana?
Era il 2014, un anno e mezzo fa. All’epoca ho giocato bene un solo torneo, credo sia stata l’unica occasione in cui ho vinto un match ATP quell’anno. Oggi sono più solido quotidianamente, vinco più incontri ogni settimana, sono nell’ATP tour sempre. Penso che questa sia la questione principale. Ero molto più giovane a quel tempo, fisicamente non così forte, non ero in grado di giocare match ATP tutti i giorni. Ho avuto una gran settimana ma poi sono tornato a giocare i challenger senza fare più così bene. Adesso invece sento che è questo il mio posto, che posso fare bene qui.
In che modo sei un giocatore migliore? È soltanto una questione di fisico?
Beh, ovviamente molto viene da lì. I miei colpi sono più potenti, migliori, più stabili, ma viene tutto quanto insieme. Non si può dire che una cosa sia migliorata e le altre siano rimaste esattamente uguali.
Pensi che essere arrivato in semifinale e avere l’occasione di arrivare in finale, non essendoci più teste di serie nella tua metà di tabellone, cambi i tuoi obiettivi stagionali?
I miei obiettivi rimangono esattamente gli stessi. E non ci sono più teste di serie perché gli altri tennisti hanno giocato molto bene contro di loro e si sono meritati di essere nei quarti di finale e nelle semifinali. Hanno mostrato del tennis davvero buono. Le teste di serie giocano sempre bene ma se, per esempio, come ieri Paul gioca in modo incredibile ovviamente Benoit può perdere quel match. L’assenza di serie non vuol dire che per me si faccia più facile.
E quindi qual è il tuo obiettivo per questa stagione?
L’ho già detto molte volte, non ho un obiettivo. Voglio soltanto essere un giocatore migliore, voglio imparare più che posso, voglio migliorare. Non voglio dire che voglio diventare top 50 o top 30 entro la fine dell’anno perché non è quello l’obiettivo principale. Voglio prepararmi ad andare avanti nei grandi tornei più avanti nella mia carriera e fare grandi cose in questo sport.
Quindi ragioni sulla carriera sul lungo termine?
Sì, non sto qui a pensare a cosa devo essere nel giro di tre mesi, o nel giro di sei mesi. Penso a cosa devo diventare per arrivare al mio meglio, fare bene negli Slam, un potenziale contendente lì, magari il favorito. L’obiettivo principale è quello, quindi migliorare e imparare è la parte più importante.