Dallas – Gli unici due britannici in tabellone si sono contesi il titolo del più prestigioso Challenger di questo inizio di stagione. L’RBC Tennis Championships ha visto uscire di scena subito il suo primo favorito ma alla fine ha premiato la seconda scelta del seeding, reduce dalla finale persa una settimana prima a Maui contro il cinese Wu.
Come detto, l’australiano Sam Groth (1) è stato eliminato al primo turno dallo statunitense Frances Tiafoe con un doppio 6-3. Il 18enne di College Park ha poi raggiunto i quarti dove ha impegnato severamente il giapponese Tatsuma Ito (6): Tiafoe ha vinto il primo set 6-3 e ha avuto a disposizione una palla per andare a servire per la semifinale nell’ottavo gioco del secondo (4-3 e 30-40). Vanificata l’occasione, Frances ha ceduto il servizio nell’undicesimo gioco e si è andati al terzo. Qui Ito ha avuto cinque palle per il doppio break nel settimo gioco, Tiafoe le ha annullate tutte e nel game successivo ha pareggiato (4-4) ma Ito si è ripreso il vantaggio e ha chiuso 6-4. In semifinale Ito ha trovato l’inglese Daniel Evans, uscito alla grande da una porzione di tabellone che gli ha proposto ostacoli di una certa consistenza: Rublev al debutto e le teste di serie Fratangelo (8) e Becker (3) nei due turni successivi. Di questi, solo il russo ha saputo strappargli un set, lo stesso risultato ottenuto da Ito, che ha vinto il set centrale ma negli altri due ha offerto scarsa resistenza (6-2 4-6 6-1).
Ben più agevole il cammino del futuro vincitore, giunto all’atto conclusivo senza cedere nemmeno uno degli otto set giocati, il primo dei quali (contro la wild-card Sekou Bangoura) è stato l’unico terminato al tie-break. Per il resto McGee, Zemlja e Smyczek non hanno potuto fare molto per impedire a Edmund di entrare in finale e regolare con un eloquente 6-3 6-2 il connazionale Evans. Si è trattato del secondo derby britannico in una finale Challenger negli ultimi vent’anni e del quarto titolo in carriera per Edmund, che ha dichiarato di essersi sentito alquanto frustrato la settimana precedente a Maui in cui le condizioni atmosferiche (forte vento, soprattutto durante la finale) lo avevano messo in difficoltà. A Dallas si è giocato indoor e su un campo più veloce e Edmund ha così interrotto il dominio statunitense nel torneo, che durava da ben dieci anni (l’ultimo campione non americano era stato lo svedese Michael Ryderstedt nel 2005).
Risultato finale:
Kyle Edmund b. Daniel Evans 6-3 6-2
Launceston – Prima di lui, solo quattro tennisti con classifica inferiore alla 700esima posizione mondiale erano riusciti a vincere un titolo Challenger: l’ultimo in ordine di tempo era stato il sudcoreano Yong-Kyu Lim (a Busan nel 2010) ma la ristretta lista comprende anche Gaston Gaudio, John Isner e Petr Luxa. Stavolta è toccato all’australiano Blake Mott, diciannovenne di Caringbah e presente a Launceston solo in virtù di una wild-card.
Il torneo della Tasmania ha perso subito la sua testa di serie n°1 (James Duckworth), costretto al forfait a causa di un problema al gomito e rimpiazzato nel tabellone dal francese Stephane Robert (9). Al primo turno è uscita anche la n°2 Jordan Thompson, sconfitto in uno dei tanti derby australiani da Barton, mentre Mott si faceva largo nella parte alta a spese di due qualificati (il connazionale Fancutt e il greco Tsitsipas) e dello stesso Robert nei quarti. In semifinale Mott ha trovato l’indiano Saketh Myneni, al quale ha lasciato cinque giochi.
Nella metà inferiore del draw sono emerse le teste di serie più basse, ovvero Luke Saville (7) e Andrey Golubev (8). I due si sono affrontati in semifinale e ha prevalso il kazako per 6-3 7-6. Golubev ha affrontato la finale da favorito ma, dopo essersi aggiudicato il primo parziale al tie-break, il n°721 del mondo lo ha sovrastato nei restanti set e ha chiuso la sua incredibile settimana con un 6-1 6-2 che non ammette repliche e il trofeo in mano.
Risultato finale:
Blake Mott b. Andrey Golubev 6-7 6-1 6-2