Mario Ancic si fece conoscere al grande tennis nel giugno del 2002, quando diciottenne eliminò subito al primo turno di Wimbledon l’allora n.9 Roger Federer, che l’anno prima aveva superato il Re di Church Road Pete Sampras al termine di cinque set di qualità stellare. Un inizio da predestinato, confermato poi da risultati di assoluto rilievo come la semifinale sempre a Wimbledon nel 2004 (persa da Roddick dopo aver eliminato il n.5 Tim Henman), il bronzo olimpico di Atene nello stesso anno (nel doppio con Ivan Ljubicic, al termine di un epica finale vinta 16-14 al terzo set sulla coppia indiana Paes-Bhupathi), la vittoria storica della sua Croazia in Coppa Davis nel 2005 (vincendo il singolare decisivo contro Michal Mertinak per il 3-2 sulla Slovacchia) e i quarti al Roland Garros nel 2006 (dove perse da Federer), fino al suo best ranking come n.7 del mondo nel luglio dello stesso anno, dopo i quarti a Wimbledon (anche lì fermato dal campione svizzero).
Poi, dal 2007 in avanti, un incubo fisico dopo l’altro, mononucleosi in primis. “Fu l’inizio della fine”, ha detto di recente Ancic. La determinazione per superare questo costante ostacolo gli permise di ritornare ai quarti di finale sugli amati prati inglesi di Churh Road nel 2008, ma la mononucleosi non lo abbandonò, fino a costringerlo nel 2010 al dolorosissimo, ma inevitabile, ritiro. A 26 anni, uno con la classe e la determinazione di Mario Ancic non poteva stare fermo a godersi una pensione generosa ma troppo precoce. Ecco allora la decisione di iscriversi alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Split (per gli italiani Spalato) e completare gli studi laureandosi alla Columbia University a New York. Oggi lavora a Wall Street per la banca d’investimento Credit Suisse: “Mi diverto e ricevo grande soddisfazione dal mio lavoro“. Davvero niente male come nuova vita professionale!
Chiaro però che il tennis non poteva dimenticarlo, così sono sempre interessanti le sue dichiarazioni su Novak Djokovic: “Nole ha tutto per fare il Grande Slam: è mentalmente di un altro livello rispetto a tutti, serve molto bene, oggi riceve dal servizio molti punti facili rispetto al passato, ha la migliore risposta del circuito e il miglior gioco difensivo: questo su tutte le superfici. Affrontarlo deve essere un incubo!”. Di rilievo anche le sue idee su Roger Federer e il suo nuovo coach Ivan Ljubicic, suo compagno di squadra nella Davis vinta nel 2005: “Roger a 34 anni è il n.2 del mondo e negli ultimi 3 Slam ha perso solo da Djokovic, è incredibile, ma sono convinto che farà ancora meglio: secondo me un altro Wimbledon lo porta a casa”. Su Ljubicic: “Ha lavorato benissimo con Raonic e può portare ulteriori miglioramenti anche al gioco di Federer: aver giocato contro quasi tutti i top player permetterà a Ivan di essere davvero utile a Roger”.