Grazie ad una straordinaria Roberta Vinci arriva a San Pietroburgo la prima grande soddisfazione azzurra di questo 2016: la tarantina, centrando la sua prima vittoria in carriera in un torneo Premier ed il decimo trofeo in singolare, ha dato tra l’altro concreta linfa alle sue speranze di raggiungere la top ten, vero obiettivo di quella che purtroppo potrebbe essere l’ultima stagione di una carriera che comunque vada sarà stata ricchissima di soddisfazioni. La Vinci, migliore tra gli italiani nella sfortunata trasferta italiana a Melbourne (terzo turno con non pochi rimpianti per la sconfitta rimediata dopo aver vinto primo set 6-0 contro la tedesca Friedsam, all’epoca 83 del mondo) dopo aver preferito ricaricare le pile rinunciando alla Fed cup, era l’unica azzurra in campo questa settimana. Roberta ha saltato il primo turno per un bye in qualità di seconda testa di serie, ha fatto il suo esordio sul tappeto indoor russo contro la belga Yannina Wickmayer, 55esima del ranking Wta contro la quale aveva vinto gli ultimi sei precedenti scontri diretti. In Russia la tarantina ha qualche problema solo nel secondo set (quando annulla due set-point nel decimo game), ma la vittoria arriva agevolmente col punteggio di 6-2 7-6(2) in poco meno di un’ora e mezza di gara. Nei quarti arriva il maggiore momento di difficoltà della settimana per Roberta: contro la ventiduenne ungherese Timea Babos, 51esima giocatrice al mondo, va in scena un’autentica battaglia nella quale Roberta dimostra per l’ennesima volta di saper soffrire ed avere sangue freddo per portare l’incontro a casa quando magari non è in buonissima giornata tennistica. La recente finalista degli Us Open arriva ad un passo dalla sconfitta quando l’ungherese serve per il match sul 5-4 nel terzo, ma anche grazie ai tremolii della racchetta della sua avversaria, Roberta si issa al gioco decisivo e chiude dopo 2h33’ un match molto teso col punteggio di 7-6(3) 4-6 7-6(4).
In semifinale era necessario alzare il livello del gioco per avere la meglio su Ana Ivanovic, serba sedicesima al mondo contro la quale aveva perso sei dei precedenti nove incontri: dopo un inizio d’incontro ad handicap per la nostra giocatrice, Roberta ha trovato le chiavi per impostare un gioco aggressivo e capace di evidenziare le croniche insicurezze dell’ avversaria: in 1h18’ è così arrivato l’ accesso alla finale col punteggio di 7-5 6-4.
L’atto finale era un match difficile da tanti punti di vista: Belinda Bencic, è stella del futuro del tennis ed era euforica per l’accesso alla finale che le garantiva da domani di entrare anche nella top 10. Non vi erano precedenti tra le due giocatrici, ma sin dai primi scambi Roberta è stata bravissima a non dare punti di riferimento alla teen-ager svizzera: con grande classe è arrivata una bellissima vittoria che non è mai stata in dubbio nel corso della partita, chiusa con un 6-4 6-3 in 1h19’ di gioco. Roberta ha meritato un successo che se è l’ennesimo premio alla carriera ad un grande e purissimo talento tennistico, non deve saziare la nostra tennista, ma farle capire che ha le armi, col suo elegantissimo tennis atipico, per togliersi ancora grandi soddisfazioni, sin quando avrà voglia di fare sacrifici per competere nel nostro meraviglioso sport.
La situazione sul versante maschile non offre purtroppo analoghe soddisfazioni, vi è anzi stata un’autentica ecatombe azzurra al primo turno nei tre Atp250 in calendario questa settimana (quattro azzurri sono stati fermati all’esordio) fortunatamente in parte oscurata dal nostro giocatore meno giovane. Come quasi sempre in questo 2016, a reggere la baracca è stato infatti Paolo Lorenzi (sino allo scorso lunedì aveva già raggiunto una semifinale all’Atp 250 di Quito, una vittoria al challenger di 75.000$ di Canberra ed una finale al 50.000$ di Bucaramanga in Colombia). Il tennista toscano, impegnato questa settimana nell’Atp250 di Buenos Aires ha centrato un’ottima qualificazione ai quarti in un tabellone di livello mediamente alto(tre top 10 ed altri due top 20).
Al primo turno Paolo ha superato con bravura un avversario sempre ostico come il trentenne spagnolo Andujar (col quale era sotto 1-2 nei precedenti ed aveva perso un mese fa a Doha): dopo una battaglia di 2h27’ contrassegnata da una scarsa incidenza del servizio (si conteranno 13 break in 28 turni di battuta complessivi), Paolo ha la meglio col punteggio di 2-6 7-5 6-2.
Nel secondo turno, è stata necessaria al nostro giocatore una nuova battaglia contro un altro terraiolo doc madrelingua spagnolo, l’argentino 23enne Diego Schwartzmann, ottantanovesimo giocatore del ranking, ovviamente sostenuto con forza dal pubblico: dopo un inizio lento che gli ha causato la perdita del primo set, Paolo è salito di rendimento per poi finire per controllare l’incontro, vinto col punteggio di 4-6 6-3 6-1 in poco più di due ore.
Nei quarti di finale Lorenzi ha affrontato quello che addirittura era già il suo diciannovesimo incontro dell’anno probabilmente un po’ stanco, ma certamente senza timori reverenziali contro il più grande giocatore della storia sulla terra rossa, Rafael Nadal, al quale aveva già strappato un set nel 2011 nell’unico precedente al Foro Italico. Nel primo set Lorenzi ha mostrato il suo proverbiale piglio indomito rimontando da 1-4 ed ha portato lo spagnolo al tie-break: nel gioco decisivo Nadal è stato però più lucido, aggiudicandoselo 7-3. Poca partita nel secondo set, nel quale subito il maiorchino ha strappato la battuta, smorzando le residue speranze del nostro giocatore che finirà per capitolare col punteggio di 7-6(3) 6-2 in 1h51’ a favore del suo avversario.
Nella stessa capitale argentina è purtroppo subito finita l’avventura del nostro numero 1, Fabio Fognini, che non è riuscito a superare al primo turno il per lui sempre ostico mancino Federico Del Bonis (il ligure aveva vinto i due precedenti solo al terzo set, al termine di lunghe battaglie, entrambe sulla terra, ma dovendo salvare nella finale di Amburgo dei match-point e vincendo solo al tie-break del terzo a Rio). A Buenos Aires è purtroppo andata male a Fabio, il quale è stato in vantaggio, dopo aver vinto un primo set lottatissimo al tie-break, anche nel secondo parziale, nel quale ha avuto diverse chances per incanalare la partita verso il successo(ha avuto due palle per il 3-0 pesante ed è stato 4-2). Poi purtroppo, il match è girato e l’argentino ha finito per vincere 6-4 gli ultimi due set, accedendo al secondo turno dopo due ore e mezza di battaglia.
Sempre in Argentina, fallisce anche l’undicesimo assalto al primo successo nel circuito maggiore di Marco Cecchinato: il 23enne siciliano, bravo ad accedere al tabellone principale tramite le qualificazioni (dove aveva sconfitto senza perdere un set prima Galarza,377 del mondo e poi Arguello, 138) aveva un esordio nel torneo teoricamente fattibile contro Juan Monaco, ottimo giocatore ma pur sempre rientrante nel circuito dopo un’assenza che si prolungava dallo scorso agosto ( si infortunò a Kitzbuhel nell’incontro che lo vedeva opposto ad Haase). Il trentunenne argentino, sceso al cinquantacinquesimo posto del ranking Atp, si è invece imposto facilmente col punteggio di 6-1 6-3 in poco più di un’ora di gioco in un match nel quale non ha mai perso il servizio ed ha concesso una sola palla break.
Non giungono migliori risultati da Rotterdam, dove nell’Atp500 organizzato nella città olandese l’unico italiano iscritto era Andreas Seppi (Thomas Fabbiano aveva provato la via delle qualificazioni, ma era stato sconfitto al primo turno 7-6(1) 6-3 dal belga Steve Darcis, 131esimo del ranking,). Il nostro numero 2 era opposto a Gilles Muller, lussemburghese reduce dalla semifinale di Sofia e fresco killer di Fognini a Melbourne. Seppi aveva vinto tutti e tre i precedenti, sebbene datati: questa volta è arrivato il disco rosso per il bolzanino, il quale in un match giocato su pochi punti per la forte rilevanza del servizio nell’andamento del punteggio, è stato avanti di un set ed ha avuto una palla break sul 4 pari del secondo: una volta sfumata, il match è girato e Muller ha vinto al terzo col punteggio di 4-6 7-6(2) 6-4 in 2h06’.
Non sono arrivate buone notizie neanche dall’America Settentrionale, dove nel Tennessee si disputava l’ Atp 250 della città di Memphis: l’unico italiano in gara era il nostro Luca Vanni, che era opposto al kazako Kuhushkin, già giustiziere dell’Italia in Davis lo scorso anno(vinse i due singolari contro Bolelli e Seppi) ed attuale nr° 93 del mondo. Il toscano ha perso purtroppo l’incontro, uscendo dal campo con non pochi rimpianti: basti pensare che nel corso dell’intero match ha concesso una sola palla break, non salvata, nel primo game dell’incontro. Il kazako ha d’altro canto salvato tutte e tre le palle break concesse ed è stato in generale più freddo nei momenti decisivi (come nel tie break del secondo quando era sotto 1-4), finendo per portare a casa l’accesso al secondo turno in poco meno di un’ora e mezza col punteggio di 6-4 7-6(4).