Se in top ten ancora non si muove nulla, qualcosa di interessante inizia a vedersi nel retro della classifica ed i protagonisti assoluti sono finalmente i giovani. Questa settimana, con occhio particolarmente positivo, daremo uno sguardo ai soli balzi in avanti in classifica. Partiamo dall’alto dove Dominic Thiem (con i suoi 22 anni non è più in realtà un teenager nel senso tennistico più stretto), con la vittoria di Buenos Aires dove quattro volte su cinque è dovuto ricorrere al terzo set, non guadagna posizioni, resta n. 19, ma sembra forse aver trovato quella continuità di tenuta fisica e mentale che potrà consentirgli magari un passo più importante. Nelle prossime settimane non ci sono punti in uscita per lui e se conferma la buona tenuta fisica e mentale vista, il best ranking al n. 18 può essere superato e la top-15 è a portata di mano.
Continuità che sembra aver trovato Alexander Zverev: non ha eguagliato il suo miglior risultato in carriera, quando a sorpresa raggiunse le semifinali nel torneo di casa, l’ATP 500 di Amburgo nel 2014, ma con la semifinale nel torneo ATP 250 di Montpellier ed i quarti di finale nel torneo ATP 500 di Rotterdam, migliora sensibilmente il suo best ranking: 14 posizioni guadagnate e nr. 56 in classifica. L’anno scorso, di questi tempi, era nr. 138.
Tante prime volte per Taylor Fritz, prima semifinale ATP, prima finale, è mancato il primo titolo ma non gli è mancato il coraggio per cercare di giocarla alla pari con Nishikori e per un paio di posizioni l’ingresso in top 100. Si è fermato al nr. 102 guadagnando 43 posizioni in sol colpo. Obiettivi che con ogni probabilità saranno raggiunti a breve, l’ingresso in top-100 forse già la prossima settimana. Indipendentemente dal suo risultato nel torneo ATP 250 di Delray Beach dove è impegnato, ha buone probabilità che qualcuno dei colleghi che lo precedono gli andrà dietro in classifica: di sicuro Thanasi Kokkinakis, attuale nr. 100, che ancora fermo ai box, perderà i 32 punti conquistati lo scorso anno a Delray Beach. L’indiano Yury Bhambri, n. 99, se non dovesse difendere al meglio i 60 punti della finale del Challenger di Nuova Delhi farebbe la stessa fine. E rischiano anche Thiemo de Bakker, nr 95, ed Andreas Haider-Maurer, nr. 74, che difendono rispettivamente i 65 del secondo turno ed i 180 punti della semifinale di Rio de Janeiro. Se nessuno di coloro che lo seguono fa più punti di lui in settimana, entra in top-100 a 18 anni e 117 giorni, tra i giocatori nati dal 1996 in avanti, solo Coric e Zverev hanno fatto meglio. Un anno fa di questi tempi era appena entrato tra i primi mille. Il servizio sembra già una garanzia, la stoffa c’è, probabilmente dovremo abituarci a vederlo ai piani alti della classifica.
Best ranking raggiunto anche dal giapponese Nishioka, un paio di anni più grande di Fritz, al quale i quarti di finale di Memphis hanno fruttato 20 posizioni ed occupa adesso il nr. 110 della classifica.
Passando ai meno giovani, Martin Klizan sfrutta al meglio i forfait del tabellone di Rotterdam e si aggiudica il suo primo torneo ATP 500. Recupera 14 posizioni ed arriva al nr. 27, a sole tre posizioni dal suo best ranking raggiunto ad aprile 2015. Il torneo di Rotterdam ha dato risultati quasi insperati anche al 34enne Nicolas Mahut che con la semifinale si è issato fino alla posizione nr. 40, anche lui a tre posizioni dal suo best ranking raggiunto nel 2014. E rivediamo finalmente risalire Nicolas Almagro che con la finale di Buenos Aires si riaffaccia quasi in top 50, nr. 53, lui che nel 2011 è stato anche nr. 9 ma sceso fino al nr. 173 per i problemi al piede. Posizione nr. 50 che ha invece raggiunto Paolo Lorenzi, ad un solo gradino dal suo best ranking.
Altro balzo significativo di questa settimana è quello di Ricardas Berankis che a Memphis ha colto la sua seconda semifinale in un torneo del circuito maggiore (l’altra nel 2012 sempre negli Stati Uniti, a Los Angeles, dove si era spinto fino in finale), più 23 posizioni per lui e posizione nr. 79.
Volevamo parlare solo di numeri positivi, ma per onore di bandiera non possiamo esimerci dal concludere con le 43 posizioni perse da Luca Vanni, scivolato al nr. 146, che a Memphis, eliminato al primo turno, non ha replicato quanto fatto lo scorso anno nello stesso periodo a San Paolo, dove era giunto fino in finale. Brutto colpo per lui soprattutto in chiave di qualificazione immediata per i tornei dello Slam.