Quando ho letto quel che ha scritto, in maniera assai documentata, precisa, “Il Mattino” non ci volevo credere. Certe cose, mi sono detto dopo aver letto nel mese scorso le vergognose vicende di “affittopoli” a Roma, possono succedere solo in Italia. Il comune di Napoli si è addormentato per anni rinunciando, euro più e euro meno, a incassare un milione di euro in 20 anni. E si sono addormentati, colpevolmente, anche troppi funzionari che spero prima o poi pagheranno per il loro sonno. Complice o inconsapevole. Dietro la vicenda girano troppi soldi. Quelle centinaia di migliaia di euro incassate annualmente dalla società privata Rama che nel frattempo ha stravolto l’originale destinazione dell’impianto che doveva essere solo tennis ed è diventata più di calcio che di tennis. E che pagava un affitto annuo di 40 milioni di lire, poi di 80, quindi di 50.000 euro (le cifre precise sono nell’articolo de Il Mattino) alla Federtennis credendo che questa ne fosse la proprietaria. Con la Federtennis che in tutti questi anni si è ben guardata dal fargli presente che no, la proprietaria non era lei, bensì il Comune di Napoli dal quale, tramite CONI ed una vecchia convenzione, aveva avuto l’incarico di gestire l’impianto senza poterlo nè subaffitare nè alterarne la destinazione ad uso di centro di tennis con soli campi da tennis.
A leggere e dar per buono quanto ha scritto il proprietario e presidente della ASD Rama Club Paolo Bellucci (ASD sta per associazione sportiva dilettantistica, sigla che consente forti sgravi fiscali perchè non si dovrebbe avere scopo di lucro… https://it.wikipedia.org/wiki/Associazione_sportiva) avrebbe “apportato continue migliorie all’impianto per oltre 2 milioni di euro”!!!
Ma, salvo che il signor Bellucci sia un Mecenate ed un grande benefattore a …fondo perduto, quanti soldi sono entrati all’ASD per affrontare i 2 milioni di euro di spese che scrive pubblicamente di aver dovuto affrontare (ivi compresi gli affitti pagati eroneamente alla FIT, che pure ha lì la sede del suo Comitato Regionale occupando una superficie di oltre 200 metri quadrati)? E’ presumibile siano stati almeno almeno qualcosa più di 2 milioni di euro, salvo che Bellucci abbia fatto beneficienza.
E la Federtennis zitta. Prendeva i soldi di un affitto che non avrebbe potuto riscuotere per anni, tutta contenta presumo, guardandosi bene dall’accennare al fatto che quei soldi non sarebbero stati suoi ma del Comune (dormiente) di Napoli e trascurando altresì il fatto che secondo la convenzione stipulata a suo tempo con il CONI il centro doveva essere un centro di tennis e non anche di calcetto e calciotto.
La cosa è venuta fuori adesso, ma per ora la FIT non ha rilasciato mezzo commento, non è uscita allo scoperto. Come minimo, salvo che provi a sostenere di avere un diritto di usucapione abbastanza impensabile trattandosi di un bene di un Comune, dovrebbe dare delle spiegazioni, no? Se la FIT dovrà restituire anche i soldi vedremo. Certo il presidente Angelo Binaghi non potrà far finta di cascare dal pero. O nascondersi. Nei confronti di Binaghi e della sua gestione federale sono fioccate negli anni più interpellanze parlamentari (cinque, sei? nemmeno le ricordo tutte), di Camera e Senato, l’ultima quella firmata da 20 senatori di più partiti pochi giorni fa per la questione sollevata dall’UISP, ma non è mai poi successo niente. Tutto sempre abbuiato. E’ incredibile come tutti questi deputati e senatori abbiano preso tutti questi abbagli.
Va ricordato che quel Centro napoletano di Fuorigrotta negli anni passati era stata la culla per tanti atleti napoletani come Diego Nargiso, Gianni e Massimo Cierro, Rita Grande , Potito Starace, Petrazzuolo;
esso era stato in passato un vero Centro tecnico di atleti agonistici guidati da tanti maestri che si sono susseguiti nel tempo come direttori : Napolitano, Sbrescia, Cierro, Gigi Costa, e persino l’ex vice Presidente Federale Fabrizio Gasparini (ex consigliere dilettante FIT prima di diventare consulente a busta paga FIT), il Prof.Ettore Milone. Spesso passava dal centro anche il grande Mario Belardinelli.
Ora questo Centro svolge tutt’altra funzione e ci sono tutto tranne che i migliori tennisti; infatti i migliori atleti campani: si allenano a Bari. Perin, Maffei, De Giorgio. Nel centro gli “affari” derivano prevalentemente dal calcetto. Diverse centinaia di migliaia di euro l’anno per il gestore. Che si è trovato benissimo fin qui a pagare l’affitto alla FIT e a non avere – ufficialmente – alcun rapporto di pagamento con il Comune.
E’ evidente che anche la Fit, che potrebbe forse venire denunciata per appropriazione indebita dal Comune di Napoli – o magari la vicenda finirà come tante italiane a tarallucci e vino (una restituzione del mal tolto con le scuse e gli interessi?) – ci fa una pessima figura. Non la prima e forse non l’ultima. Per ora evito ulteriori commenti, che usciranno in calce a varie interviste nei prossimi giorni. Per ora infatti di carne al fuoco mi pare ce ne sia fin troppa. Vi lascio leggere quanto è stato pubblicato da Il Mattino, nonchè gli interventi di un paio di consiglieri comunali di Napoli
Il centro sportivo di Fuorigrotta, viale dei Giochi del Mediterraneo nell’area di Napoli, viene da anni subaffittato da parte della FIT, che si comporta come se ne fosse la reale proprietaria, ad una associazione sportiva dilettantesca. Peccato che la struttura appartenga ufficialmente al Comune. E che ci fosse sia l’assoluto divieto di una subconcessione, sia l’obbligo di avere 10 campi da tennis e solo da tennis. Tutto questo si legge in svariati documenti in possesso di Ubitennis e anche su un articolo del quotidiano Il Mattino, che ha approfondito la storia dell’impianto ultimato nel 1977.
Ecco qui sotto l’articolo pubblicato sul quotidiano cartaceo, spero riusciate a leggerlo, altrimenti fateci sapere:
Seconda parte
La struttura era stata concessa in gestione al Coni per nove anni dal Comune di Napoli, a patto però che l’intera area venisse destinata esclusivamente al tennis e con il tassativo divieto di subaffittarla a terzi. Il luogo divenne addirittura la sede locale della Federazione, contribuendo alla crescita del tennis campano. Il Comune, tuttavia, nel tempo si è dimenticato del centro, il quale oggi comprende anche alcuni campi di calcio a 5 (e uno di calciotto), e la FIT si è fatta pagare un affitto che nel tempo è diventato approssimativamente pari a da 50.000€ l’anno.
Gli unici documenti reperiti nell’indagine di due consiglieri comunali risalgono al 1990 e recano un annuncio da parte della Federazione in cui la stessa si sostituisce al Coni nella gestione del centro tennistico, il quale tuttavia era già tornato di proprietà del Comune da alcuni anni come da accordo originale. Il CONI oggi dice di non voler sapere nulla al riguardo e rimanda la palla alla FIT.
Ulteriori informazioni potete trovarle nel Blog di Gennaro Esposito, seguendo i prossimi link. In questo troverete lo stupore del consigliere Esposito quando si è trovato di fronte ad un complesso sportivo di proprietà del comune e di cui il comune niente sapeva.
Qui trovate la delibera comunale del 1969, in cui il Comune di Napoli assegna il bene al CONI.
E infine la richiesta di spiegazioni, inoltrata al sindaco di Napoli l’1 Aprile 2015
Questa fu invece la replica che la FIT diede ad un primo articolo scritto da Repubblica
(hanno collaborato Antonio Garofalo e Raoul Ruberti)