Nel periodo che ha trascorso recentemente nella natia Belgrado dopo la vittoria degli Australian Open, Novak Djokovic si è allenato con il connazionale Filip Krajinovic in preparazione del torneo di Dubai. Queste sono state le parole del n. 1 del mondo al termine di un allenamento:
“Sono contento di potermi allenare con un giovane tennista serbo, Krajinovic è un giocatore fantastico che ha davanti un grande futuro. Ha qualità, lavora bene, ha avuto qualche infortunio nel passato ma credo che ora i risultati stiano per arrivare”.
Ma chi è esattamente Filip Krajinovic?
Nato il 27 febbraio 1992 a Sombor, cittadina della Vojvodina nord-occidentale – la provincia autonoma della Serbia di cui la capitale è Novi Sad, la città che ha dato i natali a Monika Seles – il quasi ventiquattrenne Krajinovic da ragazzino era una grandissima promessa del tennis serbo. Tanto da trasferirsi giovanissimo alla corte di Bollettieri, in Florida. Un passo non semplice da affrontare per un ragazzo così giovane.
“Non è stato facile – ci sono andato a 14 anni e ho avuto il problema di integrarmi. Sono andato da solo, avevo fatto un accordo con l’agenza IMG, e il mio manager attuale mi ha aiutato molto in quel periodo. Non conoscevo la lingua, non capivo quando avevo gli allenamenti, non riuscivo a capire come funzionasse il tutto. Però è un’accademia molto interessante, sono cresciuto lì e ci sono veramente legato. Lavorare lì ha avuto un notevole impatto sulla mia carriera, mi sono allenato con grandi giocatori come Nishikori, Haas, Stepanek e questo mi ha aiutato a migliorare il mio gioco” raccontava un paio d’anni fa in un’intervista.
Ma non tutto è andato come previsto per “l’Agassi di Sombor”, come era stato soprannominato da ragazzo per la somiglianza del suo gioco con quello del Kid di Las Vegas. Somiglianza evidenziata in alcune dichiarazioni di quegli anni dallo stesso Nick Bollettieri, che di Agassi fu il mentore.
“I media mi hanno portato in alto all’inizio della carriera, perché sono andato presto negli USA e ho firmato contratti importanti con diversi sponsor, contratti che sono in essere ancora oggi. È stata veramente una grande pressione, ma giocavo molto bene ed ero tra i primi 5 under 16 al mondo. Dopo però c’è stato l’infortunio… Ma ho imparato molto da quel periodo e da un certo punto di vista mi fa piacere essere passato attraverso tutto ciò, perché adesso tutto mi risulta più facile. Ma non lo è stato in quel periodo. Ci si aspettava molto da me, sono passato presto tra i “grandi” e non ero fisicamente pronto. E quindi sono subito iniziati i commenti del tipo “Non ne sarà niente di lui”. Ma adesso tutto è passato” disse sempre in quell’occasione Krajinovic.
L’infortunio a cui faceva riferimento era quello alla spalla destra. I primi fastidi si erano palesati nell’aprile 2010, proprio quando Krajinovic, appena diciottenne, stava cercando di entrare tra i primi 200 del mondo. Ci riuscì nel giugno di quell’anno, a 18 anni e 4 mesi. Sicuramente in ritardo rispetto ad un fenomeno come Novak Djokovic, che a 18 anni e 2 mesi entrava già tra i top 100, ma in anticipo rispetto ad altri fior fiore di giocatori suoi connazionali. Come il futuro n. 9 del mondo Janko Tipsarevic, che entrò tra i primi 200 a 18 anni e 5 mesi. O come Viktor Troicki, in seguito n. 12 ATP, che vi arrivò a 21 anni appena compiuti. Insomma Filip stava cominciando a farsi notare, quando la spalla iniziò a non dargli tregua. Cercò prima di risolvere con terapie non chirurgiche, ma senza successo. E dopo aver consultato numerosi specialisti in giro per il mondo, dovette arrendersi nel luglio dell’anno successivo e sottoporsi ad un’operazione.
“La spalla mi ha tormentato per un paio d’anni – non ho seguito la terapia corretta e ho risolto solo con l’operazione. Ho perso due anni importanti per la mia carriera, ma ora tutto questo è alle spalle. Non voglio più ricordarlo, sono contento di essere tornato in campo ancora più forte e di non avere nessun problema. Il mio preparatore fisico Aleksandar Jankovic mi aiuta molto, non ho avuto nessun infortunio da quando mi alleno con lui”.
Dopo l’operazione Krajinovic fu costretto a ripartire da zero nel vero senso della parola, dato che nell’agosto 2011 si ritrovò senza un punto in classifica ATP. Non è stato facile risalire la corrente. Basti pensare che solo nell’aprile 2014 è riuscito a tornare nuovamente tra i primi 200, dopo aver vinto negli Stati Uniti i suoi primi due tornei Futures. E di lì a poco dopo, in ottobre, riusciva finalmente ad entrare nei top 100, dopo che nel corso dell’estate aveva vinto anche i suoi primi due tornei Challenger, entrambi in Italia (a Vicenza e a Cortina d’Ampezzo).
Sembrava il segno che la carriera di Krajinovic stesse finalmente decollando. Invece lo scorso anno non ci sono stati miglioramenti significativi: ha raggiunto il suo best ranking in aprile (n. 86), ha vinto durante l’estate altri due Challenger, uno dei quali ancora in Italia, a Cordenons, ma è rimasto sempre lì, attorno alla centesima posizione (attualmente è il n. 98).
Filip ha ammesso che la sua carriera non ha ancora avuto lo sviluppo che in molti si attendevano. Ma non intende arrendersi.
“ Non ho raggiunto quello che ci si aspettava da me, Ma sono ancora giovane. Giocherò a tennis ancora almeno una decina d’anni. Non è troppo tardi per me. Il mio obiettivo nel 2016 è quello di entrare tra i Top 50” ha dichiarato questo inverno il tennista serbo.
Un obiettivo che potrebbe raggiungere anche grazie all’aiuto di Novak Djokovic.
“Tutti noi in Serbia dobbiamo essere felici del fatto che ci sia uno come Novak Djokovic! Ogni consiglio che mi ha dato ha significato molto per me. Posso dire senza problemi che per noi giovani della squadra di Davis è un esempio e un idolo! Mi piace quando giochiamo lo stesso torneo. In quel caso ci alleniamo insieme e cerco di assorbire tutto quello che mi dice. Nessuno mi aiuta come Nole” ha rivelato Krajinovic, che un paio di anni fa per un periodo collaborò con Diego Nargiso, che fu contattato proprio dal fuoriclasse belgradese affinché seguisse il suo connazionale.
A giudicare dai dati statistici dell’ATP non pare però che il giovane tennista di Sombor sia poi così riconoscente nei confronti di Nole. Al termine della scorsa stagione, infatti, è saltato fuori che Krajinovic detiene un particolare primato: insieme a Ivo Karlovic è l’unico top 100 in vantaggio negli scontri diretti contro il n. 1 del mondo (“Da Krajinovic me lo aspettavo, non mi è chiaro come mai Karlovic” scherzò Viktor Troicki all’epoca, quando gli fu chiesto di commentare la cosa).
In realtà si tratta più che altro di una curiosità. Con Dr. Ivo i precedenti sono tre, il croato è in vantaggio per 2-1, e quindi al dato può venir attribuito qualche significato. Anche semplicemente quello che anche uno con l’eccezionale risposta di Djokovic fa fatica a disinnescare il servizio di Karlovic, come dimostrato dall’ulteriore dato che dei 7 set disputati in 3 partite, 5 si sono conclusi al tie-break e di questi 4 li ha vinti il “Gigante di Salata”. Contro il connazionale, invece, Djokovic ha giocato un unico match: nel 2010, nei quarti di finale del torneo ATP di Belgrado, quando l’attuale n. 1 del mondo si ritirò dopo aver perso il primo set per 6-4.
“È un ricordo che mi porterò per tutta la vita! Nole non riesce a battermi da cinque anni. Ovviamente scherzo, l’esito di quel match fu dovuto ad una serie di circostanze. Novak non stava bene e dovette ritirarsi. Credo avesse qualche allergia” ha raccontato Filip, aggiungendo un simpatico aneddoto sulla vicenda.
“Noi tennisti serbi abbiamo il nostro gruppo su Whatsapp, dove ci scriviamo regolarmente. Quando è venuta fuori la notizia sugli scontri diretti tra me e Nole, l’ho immediatamente girata sul gruppo. Subito dopo ho scritto:” Se qualcuno vuole battere Nole, conosco la tattica” e ci ho aggiunto uno smile“.
A giudicare dallo zero nella casella delle sconfitte di Djokovic in questo inizio 2016, pare proprio che nessuno abbia avuto l’accortezza di provare a contattare Filip…