Le semifinali del Premier 5 di Doha non avranno forse la protagonista che, un po’ per patriottismo e un po’ per amore del buon gioco, avremmo voluto, però presentano comunque un parterre interessante per varietà stilistica e caratteriale. Radwanska, Suarez Navarro, Ostapenko e Petkovic propongono quattro tipologie di gioco diverse e già questo, in un’epoca spesso contestata per la forte uniformità del gioco, è un punto a favore della qualità delle semifinali.
Quella fra Radwanska e Suarez Navarro sarà la quinta partita fra le due, con la polacca in vantaggio tre a uno nelle precedenti e netta dominatrice dell’ultimo scontro, avvenuto un mese fa ai quarti degli Australian Open e vinto per 6-1 6-3. Agnieszka potrà difficilmente replicare l’irreale sequenza infinita di magie che ha già reso la partita di ieri contro Roberta Vinci un classico scolpito nelle memorie dei fortunati spettatori. Oh, se è stata una bella partita, una partita dai colpi in bianco e nero riproposti a colori. Quella con Suarez Navarro sarà diversa non fosse altro che alla spagnola, manina discretamente felice anche lei, manca quella propensione all’attacco e allo spettacolo propria a Vinci. Dotata di colpi più penetranti e potenti e armata di uno splendido, per quanto così diverso da quello di Roberta, rovescio ad una mano, Suarez Navarro è solita intrattenersi in lunghi dialoghi da fondo campo. Sarà interessante vedere la strategia della polacca, vedere se proseguirà in quella magnifica tendenza all’attacco mostrata negli ultimi due set di ieri o se deciderà di optare per un braccio di ferro da fondo, che però la vede soffrire d’una proverbiale mancanza di potenza.
Il primo gioco è un break immediato per la spagnola. Radwanska ha iniziato, del resto, ogni partita del torneo in modo piuttosto letargico. Il break viene subito restituito alla polacca e l’impressione, non che sia motivo di stupore, è che il servizio conti davvero poco. Il vento spira meno che negli altri giorni nella sfarzosa cattedrale nel deserto qatariana. Le due, sin dall’inizio, si prodigano in scambi prolungati, con la spagnola che prova ad impostare il ritmo e Radwanska pronta a trasformare in offensive le situazioni di pericolo. La polacca non soffre l’intensità dei colpi di Suarez Navarro ma non riesce neanche ad imprimere il suo di ritmo. È un peccato, a mio parere, che Radwanska si ispiri più al muro danese Caroline Wozniacki che non ad un gioco propositivo che metterebbe probabilmente in maggiore difficoltà quelle colpitrici straordinarie che costantemente le sbarrano la strada negli Slam. Va detto che ci provò lo scorso anno, con l’aiuto di Martina Navratilova, con esiti disastrosi ma chissà, con maggiore convinzione forse potrebbe ottenere un cambiamento graduale.
Suarez Navarro gioca bene oggi, le sue splendide sbracciate di rovescio mettono sempre sulla rincorsa Radwanska che cede ancora il servizio nel quinto gioco, 3-2 per la spagnola. Navarro conferma per la prima volta nella partita il break tenendo il servizio, aiutata da un’efficiente quanto spettacolare dritto in diagonale che apre le porte alle scenografiche chiusure di rovescio. La spagnola lascia spesso Radwanska immobile con vincenti rapidi e difficilmente prevedibili e conquista un altro break, volando sul 5-2 e chiudendo poi facilmente al servizio: 6-2 Suarez Navarro in meno di mezz’ora. Un po’ come ieri, Radwanska troppo passiva e Suarez Navarro aggressiva e vicina alla perfezione.
Il secondo set, nonostante una rovinosa caduta di Suarez Navarro, è la prosecuzione naturale del primo: Radwanska senza mordente nei colpi e la spagnola in grado di fare il bello e il cattivo tempo. Principalmente il bello va detto, Suarez Navarro è infallibile oggi con ogni colpo, proponendo angoli, topspin e velocità difficili da arginare. Ci sono due break, 3-0 per Suarez Navarro e ottavo gioco consecutivo. Quando Radwanska prova a far di più, strappa e i colpi le finiscono in rete o fuori. Gli altri tre games scorrono piuttosto facilmente e la spagnola conquista la partita 6-2 6-0, vincendo gli ultimi undici giochi. Suarez Navarro semplicemente perfetta e Radwanska incapace di trovare soluzioni. Suarez Navarro ritoccherà il best ranking al numero 6 la prossima settimana, sia in caso di sconfitta che di vittoria nella partita di domani. Decima finale in carriera per lei – la seconda a livello di Premier 5 dopo quella persa a Roma nel 2015 contro Maria Sharapova – a fronte di un solo titolo, conquistato a Oeiras nel 2014.
La sfidante di Suarez Navarro emergerà dalla seconda semifinale, quella tra Jelena Ostapenko, diciottenne numero 82 al mondo, e Andrea Petkovic, l’ex top 10 tedesca in ripresa dopo un fine anno molto complicato. La giovane lettone, una che ha le stimmate da predestinata, ha già eliminato Kuznetsova e Kvitova e ha soprattutto superato la prova del 9 contro Saisai Zheng nel quarto di finale giocato ieri. Petkovic, dal canto suo, ha sconfitto Garbine Muguruza e sembra aver definitivamente visto quella luce in fondo al tunnel che sembrava così lontana solo qualche mese fa.
La partita inizia subito in salita per la sorpresa del torneo, che annulla tre palle break in un lunghissimo secondo gioco, prima di capitolare nel quarto andando sotto 4-1. Ha poi tre occasioni consecutive per riportarsi nel set sul servizio della tedesca, che è però brava a mantenere solidità e compostezza e a conquistare il game ed immediatamente dopo un ulteriore break. Avanti 5-1, Ostapenko riesce finalmente a riavvicinarsi sul 5-3, mettendo qualche palla in più in campo e sfruttando delle indecisioni della tedesca che sembra leggermente dolorante. Ostapenko ha un gioco solido e potente, per quanto colpisca prevalentemente incrociato e sia quindi facilmente prevedibile. La lettone, con tre meravigliosi vincenti che lasciano immobile Petkovic, recupera anche il secondo break. Petkovic chiama l’allenatore, Simon Goffin, fratello di David, lamentando di non riuscire a muoversi. La tedesca decide quindi di cercare il vincente su ogni colpo, ma Ostapenko è solida e non si lascia distrarre, agganciandola sul cinque pari.
Petkovic però fa fatica negli spostamenti e perfino il movimento al servizio diventa difficoltoso. Perde il quinto gioco consecutivo e chiama il trainer, che le applica una fasciatura sulla coscia sinistra. La tedesca ora tira il vincente o lascia andare il punto e ci si chiede onestamente quanto senso abbia continuare una partita che è destinata a scivolare via rapidamente. Ostapenko conquista il set per 7 giochi a 5, ma la partita non sembra avere più molto senso ora. La tedesca si ritira infatti al termine del primo gioco del secondo set.
Ostapenko passerà dalla 88esima posizione alle 36esima, migliorando il best ranking fermo al numero 77. Sarà la sua prima finale a livello Premier, la seconda in carriera dopo quella persa contro Annika Beck a Quebec City lo scorso autunno. L’unico precedente fra le due avvenne nel primo turno di Wimbledon lo scorso anno quando, da numero 147 del mondo, sconfisse la spagnola, allora numero 9, per 6-2 6-0.
Risultati:
[8] Suarez Navarro b. [3] A. Radwanska 6-2 6-0
J. Ostapenko b. A. pEtkovic 7-5 1-0 rit.
Lorenzo Dicandia