Coppa Davis 2016 (1° Turno World Group)
ITALIA-SVIZZERA 3-0
S. Bolelli/A. Seppi b. M. Chiudinelli/H. Laaksonen 6-3 6-1 6-3 (dal nostro inviato a Pesaro, Aris Alpi)
Seconda giornata di Coppa Davis fra Italia e Svizzera all’interno del caratteristico contesto dell’Adriatic Arena, l’invidiato ‘catino’ pesarese quest’oggi particolarmente gremito di pubblico, in virtù anche della memorabile vittoria di ieri di Paolo Lorenzi che ha trovato, a ragione, ampio spazio sulla stampa odierna e anche, a dire il vero, su qualche striscione azzurro presente sugli spalti. C’è fermento fra il pubblico da ambedue le parti, suddivise in due settori separati; spettatori ansiosi di assistere ad un bel match. In mezzo agli spalti si vocifera anche la presenza di Valentino Rossi che però, a meno di un improbabile seggiolino, non pare, almeno per oggi, manifestarsi.
Nelle formazioni dei due paesi, diramate ufficialmente appena una mezz’ora prima dell’entrata in campo, compaiono per l’Italia Simone Bolelli e Andreas Seppi, la premiata ditta vincente a Dubai, mentre per gli elvetici Severin Luthi ha scelto l’esperto Marco Chiudinelli assieme ad Henri Laaksonen.
L’incontro, diretto da Pascal Maria, comincia tranquillo, il duo italiano cerca di sbloccarsi riscaldandosi con qualche scambio prolungato ma gli svizzeri, per quanto sia possibile, accorciano con soluzioni rapide caratterizzate da ottimi servizi e rischiose voleè, senza mai dare ritmo ai due italiani. Chiudinelli serve bene, supera tranquillamente i 200 kmh con la prima e per qualche game ha strada spianata assieme al compagno nei game di battuta: Simone e Andreas, dal canto loro, tentano di spaventarli con qualche potente soluzione al corpo che dà i frutti sperati, ovvero palle affossate sottorete da parte degli svizzeri, meno cinici effettivamente di Simone e Andreas.
Nel quinto game, sul 3-2 in favore dell’Italia, Bolelli e Seppi firmano già un break, schiacciante, anche grazie al calore del pubblico che incoraggia animatamente gli azzurri ogni qual volta il gioco si ferma: Laaksonen se ne lamenta comunicandolo a Luthi, il quale non può fare altro che cercare di calmare il suo giocatore .
Il match prosegue senza sorprese, gli azzurri amministrano bene i game di servizio confermando il break acquisito fino alla conquista del primo parziale con il risultato di 6-3.
Nella seconda partita Andreas e Simone, sotto continuo consiglio e incoraggiamento di Capitan Barazzutti, cercano quanto prima di chiudere la pratica 2° set premendo fin dal principio il piede sull’accelleratore. Bolelli appare grintoso, segnando anche qualche ace a velocità supersonica, lo scudiero Seppi chiude le aperture a una mano del bolognese con qualche semplice ma efficacissima voleè che dà modo all’Italia di portarsi avanti di un break già nel terzo game: gli svizzeri sono ora spaventati, vanno in confusione collezionando anche numerose steccate, sotto i tiri toppati dell’esperta, quanto mai vero in questo frangente, coppia azzurra che non ne vuole proprio sapere di perdere per strada anche i 15 meno scontati.
Ormai in trance agononistica, sfruttando al meglio la lenta terra pesarese ( è stata adeguatamente, per così dire, innaffiata pima del match) Bolelli e Seppi scappano sul 4-1 con due break in cassaforte, e dopo aver intimorito al meglio gli elvetici, ne firmano un terzo, lasciando a il team di Luthi solo un game in tutto.
Terzo set che si apre con uguale inerzia rispetto a quello precedente, con le lacune tattiche della formazione elvetica che appaiono sempre più evidenti. Laaksonen raggiunge Chiudinelli a rete, raddoppiando maldestramente l’attacco a più riprese e gettando alle ortiche quel po’ di occasioni per una rimonta: manca l’esperienza, forse la pressione dell’importante contesto si fa sentire troppo e gli azzurri lo vedono, hanno modo di sentirsi più tranquilli in alcune giocate sciolte e spettacolari, come qualche colpo degno del circoletto rosso più severo, Tommasi docet.
Gli azzurri, anche in questo frangente, continuano a testa bassa, o per meglio dire, a testa alta mentre osservano gli sguaiati spostamenti in mezzo al campo degli elvetici , “perforandoli” con astuti vincenti a fine di scambi più prolungati, che li traghettano, senza grossi intoppi, avanti 5-2 nel terzo parziale.
Henri Laaksonen salva il set tenendo il servizio e portandosi sul 3-5: tuttavia ci pensa Seppi, freddo al servizio più di ieri, a chiudere l’incontro e di conseguenza il turno siglando il 3 set a zero per 6-3.
Turno dunque passato ufficialmente per l’Italia, che domani disputerà gli ultimi due singolari rimasti senza però la formula del 3 su 5, essendo già qualificata per i quarti di finale che come dichiarato dal Presidente Binaghi a fine incontro potrebbero disputarsi ancora una volta a Pesaro.
La formazione di Barazzutti può anche tirare il definitivo sospiro di sollievo. I volti sorridenti in campo si alternano alle grida festanti del pubblico: appare anche Fabio Fognini in mezzo al campo per qualche scherzo d’acqua con Barazzutti, poi risparmiato dalla bottiglietta del ligure. Un lungo abbraccio del tennista di Sanremo, oggi in veste di motivatore, con l’amico Simone Bolelli a fine match, fa comprendere il bel clima ormai da sempre regnante fra le fila azzurre.
Le parole di Corrado Barazzutti a fine match: “È stato un doppio abbastanza tranquillo. I ragazzi hanno giocato molto bene e vinto agevolmente, c’era una grande differenza in campo. Hanno giocato con grande freddezza. Siamo una squadra forte, che in questi ultimi anni ha potuto contare su un gruppo di giocatori che giocano bene su tutte le superfici. Sulla terra battuta siamo una delle squadre più forti al mondo, siamo temibili per tutti. Speriamo di continuare così”.