[1] N. Djokovic b. [Q] B. Fratangelo 2-6 6-1 6-2 (Paolo Di Giovanni)
La preoccupante prestazione odierna di Djokovic dà l’impressione che, forse, qualche pezzo dell’infallibile macchina di successi si sia danneggiato. Complice anche il problema all’occhio occorsogli a Dubai, le ultime settimane hanno smosso le certezze dell’imbattibile dominatore del circuito. A partecipare all’evento di una delle peggiori (se non la peggiore) partite degli ultimi mesi del numero uno del tennis è Bjorn Fratangelo, 22enne giocatore di casa che, una volta passate le qualificazioni, ha potuto festeggiare due giorni fa il primo successo a livello ATP mandando a casa Gabashvili. Ma nella sempre bella cornice del centrale di Indian Wells, il numero 149 del mondo non si è limitato a fare da semplice comparsa, giocando un match generoso, mantenendo una discreta profondità di palla e rigorosa intensità fisica durante tutto l’incontro. Subito al via Djokovic commette troppi errori, evidentemente lento con le gambe, Fratangelo si limita a non sbagliare e passa a condurre. Minuto dopo minuto prende sempre più convinzione e vola sul 4-0. Nole inizia a limitare i danni, ma perde il set (non gli capitava di perderne uno da un avversario fuori dalla top 100 da quattro anni, quando Hewitt da 158 ATP lo costrinse al terzo alle Olimpiadi di Londra) con ben 18 errori gratuiti, decisamente inusuale. Il secondo inizia un po’ meglio per il serbo e torna improvvisamente quello che tutti conosciamo ottenendo il break sul 2-1 con il suo marchio di fabbrica: risposta e passante in corsa. Gli bastano altri 10 minuti circa del suo solito tennis per aggiudicarsi il parziale. Break in apertura nel set decisivo di Djokovic, appare ormai certo che chiuderà senza affanni, ma, sebbene il 6-2 finale possa trarre in inganno, il serbo torna in confusione. A tratti sbaglia quasi come ad inizio serata, il punteggio torna in situazione di parità e sul 2-2 deve sudarsi l’allungo che poi sarà decisivo, grazie anche all’inevitabile calo di Fratangelo. Al terzo turno Djokovic se la vedrà con Kohlschreiber (7-1 i precedenti).
[4] R. Nadal b. G. Muller 6-2 2-6 6-4 (Alberto Prestileo)
Nonostante un vento assoluto protagonista anche dell’ultimo match della domenica, Rafa Nadal porta a casa il match contro Gilles Muller, numero 45 ATP, seppur con qualche difficoltà di troppo. È una partita infatti non facile per lo spagnolo, contro un mancino come lui, che fa del servizio e di scambi brevi le proprie armi migliori. Insomma non proprio l’avversario perfetto per esordire nel torneo singolare, tanto che Rafa viene costretto ad un durissimo terzo set.
Nel primo però Nadal è bravo a gestire sia il vento che il lussemburghese: dopo i primi due game di adattamento, il numero 5 del mondo trova le giuste soluzioni alle offensive di Muller e, dal 2-2, piazza un parziale di 4 giochi consecutivi per il 6-2 finale.
Le cose si complicano nel secondo set. Rafa non riesce a trovare profondità con i suoi colpi e Muller è bravo ad approfittarne, brekkandolo immediatamente. Lo spagnolo non ci sta e riporta subito il punteggio in parità, strappando il servizio al lussemburghese. Di nuovo al servizio sull’1-1, Nadal non riesce ancora ad essere incisivo e, da una situazione di 30-0, Muller lo brekka di nuovo. Dopo tre break di fila, è quest’ultimo a tenere il proprio turno di battuta, confermando così il vantaggio. Nadal si trova dunque sotto 1-3 e al servizio. È un game complicatissimo per lo spagnolo, che continua a tirare cortissimo. Muller riesce a procurarsi 5 palle per il doppio break ma Rafa non molla e conserva il primo turno di battuta del secondo set. Questo rimane però tale perché nel successivo, il settimo gioco, Muller è abilissimo a sfruttare i colpi ancora corti dell’avversario ed il vento, decisamente suo alleato in questa fase del match. Sopra 5-2, il numero 45 del mondo serve per il set che chiude piuttosto agevolmente 6-2.
Singolari le percentuali del secondo parziale: malgrado infatti un buonissimo 76% di prime in campo, Nadal conquista il punto con la prima soltanto nel 48% dei casi, con la seconda appena il 33%. Numeri davvero impietosi per lo spagnolo, che dimostrano quanto poco riesca ad incidere con i propri colpi all’interno dello scambio. Dall’altro, Muller è sempre rimasto in partita, servendo bene, 65% al servizio, e ottenendo tanti punti sia con la prima che con la seconda.
Si arriva dunque al terzo set in totale parità: 6-2 da una parte e 2-6 dall’altra. Di certo però, almeno psicologicamente, il lussemburghese pare in netto vantaggio. Le condizioni climatiche lo agevolano fortemente e l’aver recuperato un set lo pongono in una situazione mentale decisamente migliore rispetto a quella dello spagnolo.
Al contrario però di quanto accaduto nei primi due set, nel terzo i game scivolano via lisci. Nessuno dei due ottiene palle break fino al settimo gioco, quando Muller riesce a conquistarne due, entrambe brillantemente annullate dallo spagnolo. È il game più lungo della partita, quello che potrebbe decidere l’incontro. Nadal trova grosse difficoltà nel chiuderlo, non riuscendo mai a piazzare il vincente decisivo. Alla fine però, dopo otto minuti di game, Rafa tiene la battuta, portandosi così sul 4-3. I due giochi successivi sono molto veloci e si arriva così al decimo, quello decisivo. Muller è parecchio impreciso mentre Nadal è fantastico nel trovare profondità ed angoli col suo dritto. Arrivano così tre match point per il maiorchino, che chiude al secondo con la risposta di dritto.
Dopo più di due ore termina dunque 6-2 2-6 6-4 tra Rafael Nadal e Gilles Muller. Una partita molta bella, giocata benissimo dal lussemburghese che, fin quando ha retto, ha offerto probabilmente la sua miglior partita della carriera. Dall’altro lato, Nadal acquista sicuramente fiducia al termine di un match pieno di alti e bassi: dopo un primo set dominato, lo spagnolo è calato vistosamente, soprattutto dal punto di vista mentale. Il vento, il freddo e la super giornata dell’avversario non gli hanno permesso di giocare tranquillo, tanto da fargli rischiare di perdere l’incontro. Alla fine però, la maggior qualità del campione di Manacor è uscita fuori, facendolo approdare al terzo turno. Contro Verdasco, però, suo prossimo avversario, Nadal dovrà sicuramente offrire una prestazione migliore se vorrà battere il connazionale e compagno di doppio.
[16] G. Simon b. V. Pospisil 1-6 6-0 6-1 (Raoul Ruberti)
Gilles Simon contro Vasek Pospisil è la rivincita di una delle sfide di Coppa Davis dello scorso weekend, in cui la vittoria del primo in tre set era valsa il punto del 2-0 alla Francia su un Canada orfano di Raonic. L’inizio di Pospisil, deciso a non perdere anche il terzo confronto diretto stagionale, è ottimo. Una buona difesa negli spostamenti laterali e una sporadica protezione della rete da doppista quale è gli garantiscono un immediato break, mentre servizio e gran dritto gli sono sufficienti a confermarlo. Simon, al contrario, è estremamente falloso e cede anche il secondo turno di battuta, seppur con una dinamica molto differente: colpendo teso e profondo sul suo rovescio, Pospisil lo blocca in posizione difensiva, all’interno di una mattonella scomoda dalla quale la testa di serie numero 16 difficilmente trova il punto d’impatto ideale. Con l’aggiunta di qualche vincente in risposta il 6-1 è confezionato. L’esultanza di Pospisil al termine del primo set è però, per assurdo, la fine del suo match. Simon, pur strapazzato, non si perde d’animo e rimane concentrato, aggiungendo rotazione, profondità e angolo ai propri colpi. I due sembrano essersi scambiati del tutto i ruoli. Pospisil ha un crollo nervoso, rimedia due warning e al nono game consecutivo perso inizia a parlare da solo in preda all’irritazione. La slavina di punti è tale che persino il giudice di sedia, Mohamed Lahyani, ad un certo punto ne perde il conto. Il venticinquenne della British Columbia torna a tenere il servizio per un’ultima volta, poi Simon può concludere i giochi e festeggiare l’accesso al terzo turno.
[5] K. Nishikori b. M. Kukushkin 6-3 6-3 (Gabriele Ferrara)
A. Zverev b. [23] G. Dimitrov 6-4 3-6 7-5 (da Indian Wells, Vanni Gibertini)
Nella domenica di mezzo del BNP Paribas Open di Indian Wells, il match d’apertura sul campo principale era di quelli che dividono il pubblico tra appassionati veri e parvenu tennistici. La sfida tra l’ex golden boy ed una delle promesse più interessanti del tennis europeo e mondiale presenta sicuramente un elevato livello di interesse, ma soltanto per chi ha il palato fine. Infatti alle 11 del mattino nel gigantesco Stadium 1 ci sono ampie zone di posti vuoti in tutti i settori, tranne in quello accessibile con i biglietti “ground” che invece è super affollato dagli appassionati veri che non si sono fatti tentare dal brunch nei tre ristoranti gourmet a disposizione degli spettatori sul nuovo Stadium 2 (tra cui il rinomatissimo ristorante giapponese Nobu).
L’affermazione di Zverev in questo match a fasi alterne aggiunge altri punti interrogativi sul futuro ad alti livelli di Dimitrov, che dopo essere entrato nei Top 10 nel 2014 non ha saputo dar seguito ai buoni risultati iniziali ed ha iniziato a scivolare verso un anonimato tennistico fatto più di storie d’amore da rotocalco (prima Maria Sharapova, poi la cantante Nicole Scherzinger) che non di vittorie in tornei importanti. Dopo aver smarrito il primo set contro uno Zverev piuttosto intrattabile sulla sua battuta, il bulgaro sembrava essere ritornato in controllo del match, facendo leva su un maggior repertorio di colpi ed una maggiore tenuta sugli scambi prolungati rispetto al tedeschino, sempre troppo incline a perdere campo ed a finire a remare sulla scritta “Indian Wells” ben oltre la linea di fondo.
Il primo set era scappato di mano a Dimitrov per colpa di un unico scivolone in uno dei suoi game di battuta (sul 2-2) nel quale si era fatto sorprendere dall’iniziativa di Zverev ed aveva finito per cedere il servizio sull’unica palla break giocata con un rovescio steccato nei box degli sponsor. Curiosamente, a parte quel game, nei rimanenti turni di battuta nel set Grigor aveva totalizzato un parziale di 16-2, in cui i due punti persi erano relativi ad altrettanti doppi falli. Ma tanto è bastato per consentire a Zverev di passare al comando dopo la prima curva.
Mentre il pubblico latitava nonostante i bei vincenti in mostra in campo (e nonostante i due protagonisti siano molto popolari tra le signore per motivi anche extratennistici), i primi quattro game del secondo set richiedevano quasi quanto l’intero primo parziale (32 minuti contro 33): Zverev teneva uno dei suoi turni di battuta a zero, ma gli altri tre game che andavano ai vantaggi (rispettivamente 12, 14 e 18 punti giocati) li vinceva tutti Dimitrov, che si portava sul 4-1 non guardandosi più indietro fino al 6-3 finale che mandava tutti al terzo set.
A questo punto sembrava che il più esperto dei due avesse trovato la chiave di volta del match: dopo aver passato quasi un’ora a tentare di rispondere (senza troppo successo) ai servizi-bomba di Zverev (serenamente sopra ai 200 all’ora con grande regolarità e spesso sopra i 160 anche con la seconda) con i piedi sulla riga di fondo o anche dentro il campo, Dimitrov si era deciso a tenere più palle in campo e ad allungare gli scambi, contando su una maggiore fallosità del 18enne tedesco, soprattutto dal lato del rovescio. Zverev cede la battuta nel primo game del set (sette errori gratuiti), salva quattro palle del 3-0 pesante pochi minuti più tardi, e quando ormai la partita sembrava incanalata a favore di Dimitrov, il bulgaro si incarta con due errori gratuiti molto gravi sul 3-2 30-30 e rimette tutto in discussione.
Nel rush finale è la sorte che si colora di rosso, giallo e nero, quando sul 6-5 Zverev, il tedesco colpisce un nastro vincente sul 15-30 che gli regala due match point: il primo lo salva con coraggio Dimitrov, ma sul secondo un suo diritto schiaffeggia il nastro, balla sulla rete e poi ricade dalla parte del bulgaro, ponendo fine al match dopo 2 ore e 20 minuti di bel tennis sotto un sole molto vivo ma per nulla caldo.
Dimitrov non sembra quindi in grado di invertire il trend che lo sta portando sempre più verso un’uscita dalla “zona testa di serie” per i tornei maggiori, mentre Zverev si riprende dalla delusione del weekend di Davis ad Hannover (dove era stato sconfitto nettamente nel singolare decisivo dal ceco Rosol) e conquista questo passaggio di turno (se la vedrà ora contro il vincente di Klizan – Verdasco) che lo porta ad un passo dall’ingresso nella Top 50.
[13] D. Thiem b. [Q] J. Kovalik 7-6 (4) 7-6 (3) (Bruno Morobianco)
Lo slovacco Kovalik ha giocato al meglio delle sue possibilità opponendosi con tutta la sua forza nonostante l’enorme divario in classifica, ben 169 posizioni ATP, affrontando Thiem nel suo momento di forma più intensa. Thiem ai sedicesimi affronterà il vincente tra Berrer e Sock.
[7] J.W. Tsonga b. V. Millot 7-5 6-1 (Roberto Dell’Olivo)
Tsonga vince il derby d’esordio di Indian Wells contro Vincent Millot, numero 166 ATP, giocatore più che altro da Challenger (fuori al primo turno a fine febbraio in Bretagna a Quimper dal connazionale Mathieu) che il suo torneo di fatto l’ha già vinto, raggiungendo il secondo turno del main draw del 1000 californiano, dopo aver battuto tre americani di fila, due nelle qualificazioni (Meister e Krajcek), facendo poi letteralmente un solo boccone di McDonald al primo turno.
Per Tsonga, dopo la Davis in doppio ai Caraibi nell’isola di Guadaloupe, poco più di un allenamento; è bastato semplicemente contenere il buon inizio del suo avversario. Il trentenne mancino di Montpellier ha infatti giocato a viso aperto, soprattutto nei primi game. Senza aver nulla da perdere è andato avanti di un break (3-1), un vantaggio che dura però ben poco. Il numero 9 ATP recupera infatti subito (3-3), evitando poi il tie break, grazie al secondo servizio strappato proprio nell’ultimo game, chiuso con un doppio fallo da Millot: 41 minuti per questo primo set. Qui di fatto finisce questo inedito derby francese. Tsonga sale in cattedra, va avanti 3-0 e in un attimo finisce la pratica Millot con un perentorio 6-1. Tsonga attende al prossimo turno Sam Querrey che ha superato in due set l’olandese De Bakker.
Risultati:
A. Zverev b. [23] G. Dimitrov 6-4 3-6 7-5
[5] K. Nishikori b. M. Kukushkin 6-3 6-3
[1] N. Djokovic b. [Q] B. Fratangelo 2-6 6-1 6-2
[4] R. Nadal b G. Muller 6-2 2-6 6-4
[7] J.W. Tsonga b. [Q] V. Millot 7-5 6-1
[16] G. Simon b. V. Pospisil 1-6 6-0 6-1
[9] J. Isner b. A. Seppi 7-6(1) 6-4
[11] D. Thiem b. [Q] J. Kovalik 7-6(4) 7-6(3)
[27] P. Kohlschreiber b. D. Kudla 6-0 6-1
[21] J. Sock b. [Q] M. Berrer 6-2 6-4
[30] S. Johnson b. J. Millman 6-4 6-2
F. Verdasco b. [25] M. Klizan 5-3 rit.
[31] S. Querrey b. T. de Bakker 7-6(5) 6-4
[18] F. Lopez b. G. Garcia-Lopez 6-2 6-2
[14] R. Bautista Agut b. M. Youzhny W/O
A. Mannarino b. [19] B. Paire 6-1 6-3