M. Rybarikova b. [9] R. Vinci 6-2 2-0 40-0 RET. (dal nostro inviato ad Indian Wells, Vanni Gibertini)
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La sfida degli slice purtroppo non è potuta andare in scena come previsto. Le due protagoniste sono scese in campo, hanno iniziato a dare spettacolo, ma ben presto si è capito che soltanto una di loro era in condizione di esprimersi al meglio. Roberta Vinci, nonostante un buon inizio, ha ben presto iniziato ad infilare errori su errori, e sollecitata dalle palle corte dell’avversaria, ha palesato evidenti limiti di spostamento, proprio a causa del risentimento al tendine d’Achille patito nel terzo set del match di secondo turno contro Margarita Gasparyan.
Nei 43 minuti di gioco offerti al pubblico di Indian Wells nella serata più mite del torneo fino a questo momento (temperatura gradevolissima, intorno ai 25 gradi, nessun bisogno di coperte e soprattutto niente vento) si sono visti, tra l’altro, palleggi prolungati sullo slice di rovescio, chip and charge, stop volley, tutto in un revival di un tennis quasi d’altri tempi. Sicuramente meno potente di quello moderno, ma forse per questo altrettanto piacevole.
L’aggressione della Rybarikova sulle seconde di Roberta dava i suoi frutti al terzo game, quando arrivava il primo break per la slovacca. Ed è stata proprio la mancanza di reazione della Vinci ad una partita che le stava chiaramente scappando di mano a far pensare all’aggravarsi del problema fisico di cui la tarantina ci aveva già parlato dopo i suoi due precedenti vittoriosi incontri qui nel deserto della California.
Nessun segno di ribellione, nessuno sguardo verso un sinistramente tranquillo Francesco Cinà in tribuna, erano tutte indicazioni di quello che sarebbe arrivato di lì a poco.
Perso il primo set in 33 minuti, la Vinci cedeva la battuta in apertura nel secondo set, subiva 10 punti consecutivi prima di incamminarsi mestamente verso il giudice di sedia Kader Nouni e, dopo un breve consulto con il medico, stringere la mano all’avversaria e chiudere qui la sua avventura al BNP Paribas Open 2016.
“Ieri dopo la partita [di terzo turno contro la Svitolina] avevo dolore, ho cercato di fare qualche trattamento ed ho preso degli anti-infiammatori – ci ha raccontato Roberta Vinci pochi minuti dopo l’uscita dal campo – Stamane mi sono scaldata con Francesco, pochi minuti (curiosamente alla stessa ora ed in un campo attiguo a quello in cui si stava allenando la Rybarikova n.d.r.) ma non più di dieci minuti. Ho iniziato così e così, però mi faceva male, e questa cosa mi condizionava mentalmente in campo. Io raramente mi ritiro, sarà stata la prima o la seconda volta (in realtà sono stati nove in tutto i suoi ritiri in carriera n.d.r.), però in queste condizioni non aveva senso”.
Roberta si sottoporrà ad esami diagnostici negli USA per valutare l’entità dell’infortunio e poi decidere il da farsi. “Per fortuna Miami comincia tra parecchio tempo, per cui non c’è eccessiva fretta“.
Rimane la soddisfazione per un altro passo avanti in classifica (che potrebbero essere due, fino a raggiungere il n.8, nel caso in cui Viktoria Azarenka non vincesse il torneo), parzialmente mitigata dall’occasione non sfruttata per andare più avanti in Premier Mandatory. “Peccato perchè avevo un turno buono in un evento così importante, però considerando che ho salvato due match point nel primo match e che potevo già essere fuori da tanto tempo, cerco di guardare il lato positivo e spero che l’infortunio non sia niente di serio“.