[4] R. Nadal b. A. Zverev 6-7(8) 6-0 7-5 (il nostro inviato ad Indian Wells, Vanni Gibertini)
Chissà quanto tempo ci vorrà ad Alexander Zverev per dimenticarsi di quella maldestra volée di diritto spedita in rete che avrebbe potuto dargli la più importante vittoria (finora) della carriera. Chissà se riuscirà a dormire stanotte. Perché è una di quelle palle che non è facile buttarsi alle spalle.
Zverev era arrivato ad un misero punto dallo sconfiggere il grande Rafael Nadal. D’accordo, il Nadal di questi tempi è un po’ in disarmo, ma rimane pur sempre Nadal, e quando hai 18 anni, sei alla prima stagione nel circuito ATP e stai cercando di scalare le classifiche e farti un nome, è una vittoria che “fa tanto curriculum”. E lo aveva fatto con pieno merito, strappando un primo set in un tie-break al cardiopalmo, prendendosi una pausa di riflessione nel secondo e poi ritornando alla grande nel terzo set. Fino a quella sciagurata volée.
Era chiara fin dall’inizio la diversa posta che questo match metteva in palio per i due contendenti: all’arrivo qui all’Indian Wells Tennis Garden in mattinata, Zverev aveva il sorriso di un bambino appena entrato al luna park, ed anche durante il palleggio di pre-riscaldamento si intratteneva a scherzare a rete con lo sparring partner. ‘All business’, invece, per Nadal, che, rispolverando il look senza maniche dei suoi primi tempi, in un campo attiguo allenava la risposta in un tesissimo silenzio, con la tipica intensità che lo ha sempre contraddistinto.
Nonostante tutta quella concentrazione sulla ribattuta nel pre-riscaldamento, però, all’inizio del match Nadal non ci ha capito molto del servizio del tedesco. La sua tattica di rimanere vicino alla linea di fondo sulla prima e di arretrare sulla seconda per poter sbracciare non sembra sortire risultati. Il primo ad ottenere il break è Zverev, che al quinto gioco si presenta al più illustre avversario con una castagna di rovescio incrociata sulla prima palla break del match. Poi il virgulto trova il modo di lamentarsi per la spider cam, che a suo dire lo disturba durante il servizio (era capitato anche nel match contro Dimitrov), ma le sue battute sono arabo per Nadal, che si becca un warning per “oscenità udibile”.
Il maiorchino però inizia a tessere la sua tela, rallenta il palleggio e, dopo aver sprecato con una risposta lunga la palla del 4-4, punge quanto basta per ottenere due gratuiti da Zverev che gli valgono il controbreak. Zverev sovente arretra fino a palleggiare dalla scritta ‘Indian Wells’ e Nadal ne approfitta per scendere a rete e mettere a segno qualche bel colpo, come la demi-volée con la quale annulla una palla break per il 5-6. Si arriva al tie-break nel quale le prime di Zverev fanno male, ma nessuno riesce a costruirsi un vantaggio di due punti e quindi si va alla volata. Il primo set point è per Zverev, ma il tedesco mette larga una risposta di rovescio su una palla non irresistibile. Sul 7-6 Nadal, il set point del maiorchino viene cancellato da un bel rovescio lungolinea. Ma la vera occasione arriva poco dopo, quando dopo aver conquistato il minibreak con un diritto vincente dopo un lungo scambio in difesa, lo spagnolo mette fuori una conclusione molto semplice dopo una risposta corta. Sull’8-8 un altro gratuito di diritto omaggia Zverev del secondo set point, sul quale una prima a 128 miglia orarie pone la parola fine al parziale dopo 69 minuti di gioco.
“Ero troppo contento di aver portato a casa il primo set ed il secondo mi è semplicemente sfuggito di mano”. Questa l’analisi di Alexander Zverev dopo il match a proposito di un set che è volato via in 26 minuti e nel quale è riuscito ad aggiudicarsi solamente 9 punti dei 34 giocati.
Ma nel terzo set i colpi del teutonico, decisamente molli pochi minuti prima, improvvisamente riacquistano vigore e con un parziale di 9 a 2 si lancia al comando del set. Due doppi falli di Zverev regalano il controbreak immediatamente, ma Nadal non è più regolare come prima negli scambi da fondo e finisce per sbagliare, quando non deve subire i vincenti di Zverev. L’uso degli slice che aveva dato tanti frutti nel secondo set ora viene centrato alla perfezione dagli angoli imposti da fondo da parte del tedesco, che apre il campo appena può ed infila vincenti in tutte le aree sguarnite.
Nadal salva una palla dell’1-5 con un ace, e poi nel game seguente mette fuori un rovescio che gli avrebbe dato il 3-4. Al nono game, la chiave di volta del match: al servizio per il match Zverev va 30-0 con due bei vincenti, poi un suo rovescio si ferma sul nastro, Nadal infila un diritto vincente per il 30-30, un altro servizio vincente sigla il match point, su cui Zverev, per sua stessa ammissione, sbaglia “forse la palla più facile che ho avuto in tutta la partita”.
“I sucked on match point” continua a ripetere Zverev alla stampa; ad ogni domanda fa un riferimento al match point sbagliato. Da quel momento conquisterà solamente 1 punto su 11 giocati, consentendo a Nadal di portare a casa un’insperata vittoria e di esibirsi nelle sue pittoresche esternazioni di giubilo in mezzo al campo.
Ovviamente molto soddisfatto il maiorchino dell’affermazione ottenuta: “Una vittoria è una vittoria, ho combattuto per tutto il match, ho avuto l’occasione di vincere il primo set e non l’ho sfruttata. Poi lui ha mancato il match point, ma era ancora 5-3 e deuce con la sua battuta, che per buona parte del primo set ha funzionato in maniera incredibile“.
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