Per battere Serena Williams nelle occasioni importanti ci sono tre strade, di cui abbiamo avuto esempio proprio nelle ultime tre sconfitte subite dalla fuoriclasse americana: le variazioni continue con i tagli sotto la palla e le discese a rete, opzione difficilissima che è risultata vincente solo per una Roberta Vinci in stato di grazia, la difesa a oltranza, di corsa, testa e cuore, e i contrattacchi appena possibile, ma ci è voluta la miglior Angelique Kerber di sempre, oppure lo scontro a viso aperto, della serie “vediamo un po’ chi tira più forte, io sono pronta”, e questo ultimo approccio, che per tutte le altre giocatrici sarebbe un suicidio tattico, se lo può permettere solo la bielorussa Victoria Azarenka in condizione vicina al massimo soprattutto dal punto di vista fisico.
Il footwork, o gioco di gambe, come tutti quelli che hanno la pazienza di seguire questa rubrica tecnica sanno ormai benissimo, è la base, l’impalcatura imprescindibile su cui costruire un tennis efficace. A livello di circuito WTA, possiamo distinguere a grandi linee (ma davvero per amplissima approssimazione, e con qualche concessione all’ironia) due tipologie di giocatrici: le “trottoline”, di altezza fino all’1.65-1.70 massimo, svelte, di baricentro basso, ovviamente non potentissime ma esplosive nella corsa e negli anticipi (Radwanska, Halep, Vinci, Errani, Cibulkova), e le “cavallone”, intorno all’1.80 e più di altezza, leve lunghe, chili e peso da scaricare sulla palla (Sharapova, Venus e Serena Williams, Muguruza, Kvitova, e per l’appunto Azarenka). Ma anche se potrebbe sembrare il contrario, l’efficacia e la precisione del footwork è ancora più importante per le tenniste lunghe e pesanti che per quelle più piccoline. Pur non esibendosi in rapidissime rincorse a copertura del campo, le giocatrici “di potenza” hanno assoluto bisogno del miglior equilibrio possibile quando sparano le loro bordate, altrimenti le percentuali scenderebbero drammaticamente. Leggendo l’ottimo editoriale di AGF pubblicato ieri, nel quale è inserito un bel video di Victoria Azarenka impegnata in un training sugli spostamenti, ho pensato che sarebbe stato interessante andare a vedere da vicino la tecnica degli appoggi e la gestione del peso e dell’equilibrio nel breve, poco evidente ma come detto fondamentale, che permette alla simpatica “Vika” di tirare le botte tremende che hanno più volte piegato la racchetta in mano a Serena, cosa veramente non semplice da fare.
Vediamo qui sopra le fasi iniziali della preparazione di un dritto a sventaglio: una serie di piccoli step leggeri verso sinistra, in contemporanea al caricamento del backswing.
Qui sopra, nel frame a sinistra, l’attimo fondamentale del posizionamento: piede destro giù, racchetta all’apice del backswing. Subito dopo, insieme all’ovalizzazione con caduta della testa della racchetta, il peso passa dal piede destro al sinistro, che va giù e diventa il perno del movimento. L’istante in cui parte l’attacco alla palla, frame a destra, il piede posteriore va a sollevarsi muovendosi verso dietro-sinistra, e vediamo un perfetto allineamento tra la racchetta (con articolazione del polso bloccata a 90°) e gamba destra.
Nell’istante dell’impatto, Vika è proiettata in avanti, la gamba destra è sollevata e va all’indietro a equilibrare l’esplosione verso la palla, fino ad arrivare in fase di accompagnamento finale a incrociare la sinistra, ottenendo quindi la traiettoria a uscire desiderata (“sfilando” il corpo dalla palla) e trovandosi praticamente a fare un cross-step prima ancora del completamento dello swing. Vika qui è già pronta a rientrare verso il centro del campo. Notevole.
Dal lato del rovescio, le cose si fanno ancora più interessanti. Da sinistra a destra, vediamo qui sopra Vika approcciare una palla non profonda. Per aggredire il colpo in proiezione verso avanti, la bielorussa dopo aver “normalmente” appoggiato il piede destro, accompagna lo swing a colpire con un passo lungo della gamba sinistra, arrivando all’impatto con tutto il peso dal lato esterno, in open stance piena, praticamente un passo in dinamica speculare a quello che spesso esegue con successo Sabine Lisicki dal lato del dritto.
Uscita la palla dalle corde, come vediamo qui sopra, Azarenka accompagna il colpo con un passo finale della gamba destra, a riportarla in equilibrio e all’occorrenza proiettarla verso la rete. Praticamente, qui Vika ci ha fatto vedere un rovescio in aggressione eseguito contemporaneamente a uno spostamento in avanti, con swing sviluppato tra un passo e l’altro: di una difficoltà fuori scala, roba da inciampare e finire a pelle di leone sul campo con palla in tribuna se l’esecuzione e il timing tra gambe e braccia non sono perfetti.
Infine, vediamo un colpo non comune, che Azarenka esegue spesso e bene: il “rovescio anomalo”, un po’ spostata verso destra, con traiettoria inside-in. Qui sopra, la ricerca della palla e gli appoggi. Interessantissimo, nel frame in cui parte lo swing a colpire, il modo in cui Vika (per fare spazio alla palla che le sta arrivando un po’ troppo “in pancia”) arriva addirittura a sollevare totalmente il piede destro, quello avanzato, che nel momento dell’impatto sarà a una spanna da terra.
Lo sviluppo dello swing e l’accompagnamento finale vengono eseguiti contemporaneamente, anche in questo caso, a uno step laterale a ritornare giù con la gamba destra. Praticamente, qui abbiamo un caso di “peso da una parte, palla dall’altra”, che può risultare efficace solo grazie a un incredibile controllo dell’equilibrio (verificatelo osservando di nuovo tutti i frame di questo colpo: l’asse di equilibrio è sempre, ma sempre, assolutamente centrale, nonostante l’apparentemente sgraziato passo a “togliersi” dalla palla effettuato insieme a una violentissima sbracciata in direzione contraria).
In conclusione, possiamo apprezzare i colpi appena analizzati (insieme a un servizio e a un altro paio di dritti e rovesci) in questo breve video, che come sempre invito a osservare focalizzandosi sul footwork. Il livello tecnico che esprime Vika in questo comparto è eccezionale, come detto non si nota tanto quanto una spettacolare rincorsa della Halep o un recupero fenomenale della Errani, ma la precisione e la raffinatezza dei piccoli dettagli che si possono notare concentrandosi sugli appoggi sono incredibili: è da quelli che partono le fucilate che hanno steso Serena, e sono importanti quanto e più della “semplice” azione delle braccia e della racchetta. Bentornata ai livelli che ti competono, Victoria.