[15] S. Kuznetsova b. [1] S. Williams 6-7(3) 6-1 6-2 (Emmanuel Marian)
Clamoroso a Crandon Park: Serena Williams è fuori dal torneo. La numero uno del mondo perde una partita a Miami dopo venti vittorie consecutive, fornendo una prestazione sconcertante e finendo per essere travolta alla distanza da Svetlana Kuznetsova, che aveva battuto otto volte nei dieci precedenti disputatisi.
Serena non ha nessuna intenzione di scambiare e lo si nota con una certa qual immediatezza: i primi game filano via velocemente e la numero uno del mondo, pur accettando l’ovvio rischio di stonare qualche volta di troppo, mette all’angolo Svetlana, costretta da un magico lob dell’avversaria a fronteggiare un’immediata palla break già nel secondo gioco dell’incontro e a cedere subito dopo la battuta con un brutto non forzato di dritto. La Williams vola sul 3-0 e le premesse per una giornata tranquilla sembrerebbero esserci, ma l’allieva di Carlos Martinez prende presto le misure all’avversaria e comincia ad allungare gli scambi, recuperando morale e break con un fantastico passante di rovescio. Sulla diagonale sinistra la otto volte campionessa di Miami soffre le pene dell’inferno e nell’ottavo game, con tre errori consecutivi, regala alla russa tre occasioni per il sorpasso. Il servizio soccorre Serena nelle prime due circostanze, mentre Kuznetsova si divora la terza spedendo in rete un comodo dritto a campo aperto. La Williams ha due palle per far breccia nella battuta dell’avversaria anche nel nono gioco, ma per quanto visto nel primo parziale il tiebreak sembra una conclusione accettabile. In una contesa diventata via via molto equilibrata il minimo errore può fare la differenza: lo commette Kuznetsova nel secondo punto, non forzato e sul proprio servizio. Serena, che in queste situazioni sente l’odore del sangue, governa senza problemi i propri turni in battuta e chiude sul sette a tre dopo aver conquistato un secondo minibreak con una devastante risposta di dritto.
A questo punto Murray e Dimitrov, pronti a scendere in campo per il successivo match sul centrale, avranno con ogni probabilità iniziato a intensificare il riscaldamento, impreparati come tutti alla piega che il match in corso stava per prendere. Le scure nubi sul cielo della campionessa in carica iniziano a farsi minacciose al secondo game del parziale quando si salva dopo aver annullato tre palle break, ma la partita è già misteriosamente girata. Kuznetsova governa in panciolle il proprio servizio e vince ogni scambio che conti davvero sopra i cinque colpi mentre Williams, mano a mano più silente e smarrita, cede al quarto e al sesto game una battuta fattasi molto incerta. Il parziale decisivo per Serena è un pianto ancor prima che venga giocato il primo quindici: a volte gli sguardi dicono più di mille rovesci e il rovescio di Serena, quest’oggi, vive la giornata peggiore degli ultimi cinque anni. La Kuznetsova ci crede e non trema, come troppe volte le è capitato in passato; procede sicura e tranquilla cambiando lungolinea appena possibile per muovere un’avversaria in grave difficoltà negli spostamenti e difendendosi con un chop di dritto che manda la numero uno del seeding al manicomio. La tennista nativa di San Pietroburgo vola sul tre a zero piazzando un terrificante parziale di dodici punti a due, prima di accusare un piccolo passaggio a vuoto che le costa un break e una palla per il tre a due da difendere che avrebbe forse potuto riaprire le ostilità. Ma questo lunedì non è un lunedì per Serena Williams: confusa, sempre più frettolosa e schiacciata dal peso di cinquanta errori non forzati deve guardare intristita l’ultimo vincente di Svetlana, che chiude al secondo match point mandando in archivio una delle più grandi sorprese dell’anno e ponendo fine a un regno che durava da un pieno triennio. Ai quarti di finale troverà Ekaterina Makarova.
[2] A. Kerber b. T. Babos 6-2 3-6 6-4 (Diego Serra)
Angelique Kerber vince in tre set il suo turno di ottavi di finale contro Timea Babos, numero 43 della WTA. Le due tenniste s’erano incontrate tre volte prima di oggi e aveva sempre vinto Kerber, sul cemento come sulla terra rossa di Parigi. Per sovvertire il pronostico non è bastata una Timea Babos in forma e una Kerber invece ancora lontana dalla condizione migliore. Il primo set inizia subito con un break a favore della Kerber, nel primo game, che sfrutta subito la prima alla break. Le due tenniste si scambiano poi la battuta nel quinto e sesto game, ma nel settimo game è di nuovo Angelique a giocare in modo molto aggressivo e a strappare il servizio alla rivale. Si chiude con la battuta di Angelique Kerber per 6 a 2. Crollo verticale della tedesca nel secondo set, con un break nel secondo game e Timea che sale facilmente sul 3 a 0. Break della Kerber nel settimo game, ma è brava Babos a rispondere immediatamente nel game successivo e a portarsi a casa un altro break. Babos chiude nel nono game al terzo set point col servizio. Si va al terzo set, che sarà quello dei rimpianti per la tennista ungherese. Perché le giocatrici si scambiano i servizi nei primi due game, poi è Babos, che gioca meglio, a brekkare di nuovo la più quotata rivale nel terzo game. Ed è nel quarto game e servizio Kerber che Timea ha la grande occasione, due palle break per portarsi sul 4 a 1 e servizio. Palle break fallite. Anzi nel game seguente Kerber porta a casa il break, riportando la partita in parità e chiude poi nel decimo game con un ultimo break, sfruttando il primo match point.
[13] V. Azarenka b. [4] G. Muguruza 7-6(6) 7-6(4) (Giovanni Vianello)
La sfida di primissimo livello tra Garbine Muguruza, ventiduenne finalista a Wimbledon e semifinalista alle WTA Tour Finals l’anno scorso, e Vika Azarenka, recente trionfatrice ad Indian Wells in finale addirittura su Serena Williams, ha visto la bielorussa prevalere in due set. La partita è stata splendida nel primo set, più scarna di emozioni e di spettacolo nella prima parte del secondo, ma anche quest’ultimo parziale ha saputo regalare emozioni nella sua fase conclusiva . La prima frazione è stata una battaglia punto a punto tra le due giocatrici, che hanno tirato dall’inizio alla fine alla ricerca del vincente da fondo, venendo occasionalmente a chiudere a rete il punto. La più aggressiva delle due è stata la spagnola, che ha ottenuto più vincenti ma ha anche commesso più errori gratuiti. La bielorussa tuttavia non si può dire sia stata passiva, ha giocato una partita da contrattaccante da fondo. Il primo parziale, dopo che la Azarenka aveva operato il break sul punteggio di un gioco pari ed aveva subito il contro-break nel game successivo, è stato lottato, ma ha visto solo i due già citati break e si è concluso al tie-break. Anche il tredicesimo gioco è stato particolarmente entusiasmante, ed ha visto i primi quattro punti andare alla giocatrice al servizio, poi quattro mini-break ed infine un vantaggio di 6-4 per Muguruza, ma qui la spagnola si è un po’ sciolta emotivamente ed ha ceduto quattro punti consecutivi, finendo per perdere 8-6.
Nel secondo set Azarenka sfrutta un passaggio a vuoto della spagnola, portandosi avanti 3-0 con un break di vantaggio. La spagnola sembra accusare l’aver fallito due set-point nel tie-break, ma poi ricomincia a tenere con facilità i propri turni di servizio e sul 4-2 per Azarenka si porta 0-30 sul servizio della bielorussa, non sfruttando tuttavia l’occasione, buttando via in particolare una risposta sul 15-30 su una seconda di Vika. La partita arriva al 5-3 per la bielorussa con la stessa bielorussa al servizio; a questo punto, Muguruza si porta 15-40, viene raggiunta sul deuce, salva due match-point ed infine strappa il servizio a Vika. Anche il secondo set si conclude al tie-break, meno spettacolare del primo, che vede la Azarenka vincere per 7-4. Al prossimo turno per la Azarenka ci sarà Johanna Konta.
[19] T. Bacsinszky b. [3] A. Radwanska 2-6 6-4 6-2 (Raffaello Esposito)
L’ottavo di finale femminile allo Stadium appariva squilibrato sulla carta. Troppo in forma la maga di Cracovia, salita al n° 2 WTA, in questo scorcio di 2016 nobilitato dalla vittoria di Shenzen e dalle semifinali di Melbourne e Indian Wells rispetto alla involuta Bacsinszky vista in Davis contro la Germania. Ma il tennis è il tennis e abbiamo avuto un match combattuto con sorpresa finale. È Aga a vincere il sorteggio e servire per prima tenendo a zero. Si tratta di uno scontro fra giocatrici che prediligono il piazzamento della palla alla potenza ma la polacca è di una categoria superiore e lo dimostra nel secondo game quando in risposta risale da 0-40 e con due smorzate da circoletto rosso e prende subito un vantaggio confermato da un servizio a zero. Bacsinszky non riesce a dare costanza al proprio gioco, abusa del back di dritto ed è una miniera di errori non forzati (8 dopo tre games, 14 dopo cinque) dalla quale Radwanska attinge a piene mani per salire 5-2 e chiudere il set con un secondo break propiziato da un delizioso vincente lungo linea in contropiede seguito da una risposta incrociata di dritto. Timea comprende che non può giocarsela di tocco e traiettorie e subito in avvio di secondo parziale comincia a spingere maggiormente la palla e così facendo ottiene il suo primo break del match nel terzo gioco, ma è in quello dopo che Aga entra in crisi. La polacca vola 0-40 ma manca prima un passante fattibile dopo un recupero in tweener e poi il falco le annulla la seconda occasione. La concentrazione se ne va, la svizzera recupera, conferma, strappa ancora il servizio ad una confusa avversaria per il 4-1 pesante e nonostante ceda uno dei due vantaggi lo riconquista subito dopo perché Agnieszka è ancora con la testa alle occasioni mancate in precedenza. Si arriva così al 5-2 Svizzera ma ancora una volta Timea si mostra meno solida mentalmente di quanto il suo talento meriterebbe, perde a zero la battuta in quello che è il quarto break consecutivo del set e in un attimo l’altra le è addosso sul 4-5. Qui Bacsinszky è brava scrollarsi di dosso le paure portando a casa tranquillamente il 6-4 che pareggia le sorti. Entrambe le contendenti rientrano negli spogliatoi, forse per reidratarsi considerando che si gioca con 30° di temperatura e una certa qual umidità. Al rientro la svizzera prosegue nel suo buon momento, brekka subito e va 2-0 e 3-1 contro una Radwanska che appare stanca, gioca corto, non riesce a tessere le sue solite trame e soprattutto sbaglia moltissimo. Timea invece dopo il primo set non ha pause nella sua tattica di pressione e si prende ancora il servizio avversario portandosi sul 5-2 e servizio. Un game tenuto a 15 le dà la seconda affermazione in altrettanti incontri contro la più titolata avversaria. Possibile che Aga abbia patito un netto calo fisico ma Bacsinszky non ha concesso nulla e ha ben meritato la vittoria, che la porta ai quarti con Simona Halep, contro la quale ha perso fin’ora entrambi i precedenti.
[5] S. Halep b. [WC] H. Watson 6-3 6-4 (Simone Brugnoli)
Apre le danze sul Campo 1 la sfida di quarto turno tra Simona Halep e la wild card Heather Watson, con la prima che si è aggiudicata entrambi i precedenti risalenti al 2013 e al 2014. L’inizio non è dei migliori per la testa di serie numero 5, che cede i primi due turni di servizio e si ritrova sotto 3-1, complice anche una britannica particolarmente propositiva ed ispirata; la tennista rumena fatica molto, ma, facendo leva sulla sua maggior esperienza, riesce a recuperare lo svantaggio e a pareggiare i conti sul 3-3. La situazione si capovolge repentinamente, la numero 69 WTA diventa molto fallosa (ben 22 errori gratuiti nella prima frazione), e la Halep infila addirittura cinque game consecutivi che le consentono di portare a casa un primo set a due facce con il punteggio di 6-3, dopo 41 minuti di gioco. L’avvio della seconda partita è molto equilibrato con occasioni per entrambe e, senza che nessuna delle due riesca a prendere in mano le redini del parziale, si giunge sul 2-2; dopo uno scambio di break Simona accelera, porta via il servizio alla Watson, e spiana la strada verso la vittoria involandosi sul 5-3 in suo favore. Questo strappo si rivela alla fine quello decisivo con la rumena che, resistendo ai tentativi di ritorno della sua avversaria, mette finalmente in cascina il match per 6-3 6-4 in un’ora e mezza, al termine di un incontro nel quale la testa di serie numero 4 ha fatto quanto bastava, senza brillare molto, per superare la numero 69 del ranking.
[30] E. Makarova b. [12] E. Svitolina 6-1 6-4 (Federico Carducci)
Ekaterina Makarova raggiunge per la prima volta in carriera i quarti di finale del WTA Premiere di Miami superando Elina Svitolina con un netto 6-1 6-4. Bella performance della russa, che ha giocato un tennis propositivo, evidenziando un ottimo stato di forma fisico e mentale, al contrario della sua avversaria apparsa ancora provata dalla battaglia del turno precedente contro Caroline Wozniacki. Eppure è proprio l’ucraina a partire meglio strappando, nel primo gioco della partita, il servizio alla Makarova. Questo break si rivela, in realtà, un fuoco di paglia: la numero 31 del mondo, infatti, reagisce immediatamente e strappa a sua volta il servizio, impattando sull’1-1. Da qui in poi la Makarova inizia a fare il bello (sopratutto) ed il cattivo tempo: turno di battuta tenuto a zero nel terzo game e secondo break nel gioco successivo, che le permette di portarsi 3-1 in un attimo. La Svitolina ha una piccola occasione di riaprire il set nel quinto game, quando si procura una palla break, ma anche la fortuna le volta le spalle visto che il nastro aiuta la russa a ribaltare in suo favore uno scambio che l’aveva vista in difficoltà. Portatasi sul 4-1 la russa trova addirittura il terzo break in altrettanti turni di risposta e, nel gioco successivo, sfrutta il proprio servizio per chiudere il primo set, nonostante il tentativo di rientro della giocatrice di Odessa che annulla, con due splendide soluzioni di dritto, le prime due palle set.
Il secondo set si apre con la Svitolina che riesce, finalmente, a difendere il proprio turno di battuta, portandosi a condurre per 1-0. La risposta della Makarova non si fa attendere, e anche lei mantiene la battuta, nonostante commetta il primo doppio fallo assoluto del match. Si procede in equilibrio anche nei due game successivi, con la speranza sempre più viva di vedere una seconda frazione più combattuta. I 3 giochi successivi, tuttavia, cancellano rapidamente questa aspettativa: la Makarova alza decisamente il livello del suo gioco, diventando in alcuni frangenti quasi ingiocabile, e piazza un parziale di 3 giochi a zero che la proiettano sul 5-2 e servizio, con un doppio break di vantaggio. Vistasi ormai con le spalle al muro, e quasi consapevole dell’imminente sconfitta, la Svitolina si libera della tensione e piazza un contro-parziale di 2 giochi a zero, risalendo fino al 5-4 e costringendo la Makarova a chiedere il coaching per non vanificare quanto di buono fatto fino a quel momento. Obiettivo raggiunto, poichè al riento in campo la Makarova torna a proporre il suo tennis aggressivo e, sfruttando la seconda opportunità di servire per il match, chiude sul 6-4. Con questo successo la russa si porta 4-0 nei testa a testa con la giovane avversaria (di cui uno giocato proprio a Miami lo scorso anno) e adesso attende, in un quarto di finale tutto russo, Svetlana Kuznetsova: questo risultato inoltre sancisce il definitivo approdo di Roberta Vinci al numero 8 WTA.
Risultati:
[19] T. Bacsinszky b. [3] A. Radwanska 2-6 6-4 6-2
[15] S. Kuznetsova b. [1] S. Williams 6-7(3) 6-1 6-2
[2] A. Kerber b. T. Babos 6-2 3-6 6-4
[13] V. Azarenka b. [4] G. Muguruza 7-6(6) 7-6(4)
[5] S. Halep b. [WC] H. Watson 6-3 6-4
[24] J. Konta b. [32] M. Niculescu 6-2 6-2
[30] E. Makarova b. [12] E. Svitolina 6-1 6-4
[22] M. Keys b. I.C. Begu 6-3 6-1