[13] V. Azarenka b. [2] A. Kerber 6-2 7-5
Sono le protagoniste assolute della stagione in corso, non a caso numero uno e numero due della road to Singapore davanti a Serena Williams, fuori dai giochi qui a Miami per mano di Svetlana Kuznetsova. Nonostante l’ottimo momento di forma della russa, non sono in pochi a credere che la seconda semifinale non sia nient’altro che l’ennesima “finale anticipata”, clichè che mal si confà ad un tennis rosa dagli equilibri sempre più instabili. Azarenka e Kerber si sfidano per la terza volta nell’anno solare dopo i due precedenti nell’emisfero australe. Uno pari lo score, con la vittoria di Vika nella finale di Brisbane e il successo negli ottavi che ha dato il là all’inattesa affermazione di Angie a Melbourne. Meno generoso per la tedesca il saldo globale negli H2H, che vede la bielorussa in vantaggio 6-1.
L’outfit arlecchino scelto dallo sponsor tecnico cozza con l’espressione tirata del viso della Kerber. Azarenka le lascia l’onere di servire per prima e apre con un break sfruttando gli errori di rovescio della tedesca, che nel corso di tutto il primo set fatica e non poco ad arginare l’aggressività della bielorussa, soprattutto dalla parte destra. Il controbreak arriva immediatamente, ma è al servizio che Angie non riesce ad incidere. Il solito schema mancino non fa male alla ex no.1 del mondo, che in risposta riesce sempre a prendere le redini dello scambio e muovere la tedesca. Si arriva con regolarità ai vantaggi in quasi tutti i game, ma è sempre Azarenka ad avere la meglio. Così dopo sei giochi il primo set è già compromesso per la Kerber, che solo sul 5-1 riesce per la prima volta a non farsi breakkare. Vika non si distrae e sull’ennesimo rovescio scellerato della tedesca chiude la prima pratica.
È nuovamente la tedesca ad aprire il set al servizio, ma il copione non sembra voler cambiare. La vistosa fasciatura alla coscia sinistra non aiuta la Kerber, che fatica a caricare sulle gambe e complice uno sciagurato doppio fallo si ritrova nella condizione di dover annullare ancora una volta una palla break in apertura. Questa volta il servizio mancino butta fuori dal campo Azarenka, che riesce a rispondere, ma non può arrivare sul dritto lungo-linea in uscita dal servizio. Il mancato break non spariglia le carte, Vika pareggia i conti e nel game successivo strappa a zero il servizio alla Kerber, che va a sedersi visibilmente provata. La breve pausa sembra però aver rigenerato la tedesca, che torna in campo e trova finalmente profondità con i suoi colpi, riuscendo prontamente a restituire il break e ritrovare la parità. L’intensità del match cresce esponenzialmente, Vika spinge a più non posso, Angie corre e rimanda tutto, le due situazioni di gioco ideali per esaltare le qualità tecniche e fisiche di entrambe. Lo strappo arriva nell’ottavo game, quando Azarenka interrompe il flusso ininterrotto di break che durava ormai da cinque giochi e sfrutta gli errori di Angelique per salire 5-3.
La fine sembra vicina, ma mai dare per spacciata la Kerber. Con una meravigliosa demi-volè Azarenka si illude di poter chiudere celermente la pratica, ma la tedesca tiene il servizio e con personalità strappa la battuta alla bielorussa, incapace di far male nel momento decisivo. L’inerzia del match pare a questo punto tutta dalla parte della campionessa di Melbourne, ma Vika ha mille risorse e sul più bello tira fuori dal cilindro il drop-shot che le consente di servire nuovamente per chiudere il match. Kerber non ci sta e mette a segno il punto della partita tirando un passante lungo-linea sulla chiusura a rete della Azarenka. La bielorussa risponde pulendo l’incrocio delle righe e si procura due palle per chiudere. Il dritto della tedesca è lungo e Vika può finalmente alzare le braccia al cielo.