L’ATP 250 del Texas – valore 515mila dollari più gli spiccioli – è senza dubbio un torneo penalizzato dal calendario, che lo colloca esattamente nella settimana che intercorre tra il termine della primavera americana su cemento e l’inizio delle fatiche su terra rossa in Europa, rendendolo in tal modo non troppo appetibile ai big. Al giovedì in ogni caso il torneo entra nel vivo, con il debutto delle teste di serie numero tre e quattro che quest’anno rispondono ai nomi di Feliciano Lopez e Jack Sock. L’americano è tornato a difendere il titolo, e l’avversario previsto per il suo esordio è il modesto australiano Matthew Barton. Il match non ha molta storia da raccontare: alla già nota potenza da fondo Sock unisce una agilità a tratti sorprendente, girando attorno alla palla e raggiungendo in un attimo la posizione migliore per impattare col dritto. I suoi colpi atterrano in media molto più profondi nella metà campo avversaria di quanto non facciano quelli di Barton (n. 270) e, in alcuni momenti, uno stesso game condensa anche tre o quattro vincenti di gran peso, come una grandinata. Lo yankee concede qualcosa in più nel secondo set, ma nulla che sia sufficiente a cambiare le sorti dell’incontro.
In azione come detto anche Feliciano Lopez, opposto a Lukas Lacko. Il servizio non aiuta da subito il biondo slovacco, e così Feliciano può costantemente mettergli pressione: già soltanto nel terzo game Lukas ha concesso quattro palle break, l’ultima delle quali gli è fatale. In risposta sul 4-3, però, Lacko ha l’opportunità di sfruttare qualche seconda di servizio di troppo di Lopez (colpo fin lì rimasto immacolato). Grazie a una macedonia di back e top, lo sfavorito ricaccia indietro ogni passetto in avanti dell’iberico, fin quando i colpi di quest’ultimo non riescono più a superare la rete ed è controbreak. Da quel momento in poi, fatta eccezione per qualche guizzo – tra cui un riflesso fulmineo sotto rete da parte di Lacko – una buona prova in battuta impedisce ai due di impensierirsi a vicenda ulteriormente e il set si conclude al tie-break. Il mini-break nel primo punto lo decide in favore di Feliciano Lopez. Giocando da subito con maggior decisione, nel secondo parziale Lopez conquista il break di vantaggio alla prima occasione, grazie a una palla mal giudicata da Lacko e un nastro “molto spagnolo”. Il mancino di Toledo prosegue tra un saltello e uno smash mentre il numero 114 del ranking si sfilaccia, ritrovandosi dopo una serie di campanili difensivi e due doppi falli ancora più sotto (0-4). Conservare, non senza fatica, almeno un turno di servizio lo rivitalizza per un istante: giusto il tanto che basta a strappare due applausi nel game conclusivo, ma Lopez ormai veleggia e sigilla con l’ace il proprio successo.
Due look discutibili e due storie non troppo differenti, i mai del tutto sbocciati Marcos Baghdatis e Fernando Verdasco si affrontano nella calda sera texana. Baghdatis riemerge subito da palla break, dando agli spettatori una indicazione precisa su come il match si svolgerà: dietro la tipica resistenza dinamica impostata dal cipriota e l’insistenza dello spagnolo a suon di dritti tesi con effetto a uscire, si accumulano palle corte in quantità e palle break annullate senza colpo ferire. I due sembrano suonare la stessa canzone su due ritmi completamente diversi. L’incontro è perciò davvero piacevole, con un quantitativo di errori contenuto e più di un vincente da riammirare, fin quando sul 4-5 un dritto a sventaglio di Verdasco termina la sua corsa in corridoio, creando la palla break decisiva che un dritto incrociato figlio della stessa racchetta fa finire nel corridoio opposto. Un primo set equilibrato va a Baghdatis, non esattamente zen ma di certo più noto per mantenere la concentrazione rispetto al suo emotivo avversario.
“Nando” adesso è arrabbiato e tira ancora più forte, sbagliando com’è naturale di più. Le famose palle corte, apparse più dettate da una necessità situazionale o dall’istinto che non da uno schema pensato a tavolino, sono scemate fino a scomparire. Le ostilità potrebbero – virtualmente – chiudersi in anticipo, su una risposta vincente di rovescio di Baghdatis alla prima di servizio per mezzo della quale Verdasco stava tentando di annullare la palla del doppio break. Nel game che segue, tuttavia, servendo per il match Baghdatis corregge sportivamente una chiamata del giudice di linea e consegna tre palle del controbreak allo spagnolo. Questi le coglie, ma il gentiluomo Marcos non rischia comunque mai di trovarsi sotto nel punteggio. Lo scambio che porta al suo match point è il più bello del match: una serie di bordate da fondo si incrociano fino a venire interrotte dal ritorno della palla corta; Baghdatis e Verdasco schizzano in avanti per ingaggiare un duello di volo sotto rete. Il cipriota ne esce vincitore, e pochi colpi dopo esce vincitore anche dal match, che diventa così il terzo successo su tre nei confronti diretti.
Risultati:
[WC] T. Smyczek b. D. Young 6-2 6-4
[3] F. Lopez b. L. Lacko 7-6(4) 6-1
[4] J. Sock b. [Q] M. Barton 6-2 7-6(5)
[7] M. Baghdatis b. F. Verdasco 6-4 6-3