[3] R. Federer b.[14] R. Bautista Agut 6-2 6-4 (da Montecarlo, Laura Guidobaldi)
Una passeggiata di salute per Roger Federer. Dopo le sofferenze di Murray e la vittoria di Rafa Nadal, Roger Federer non ha nesssun problema a sbrigare la pratica Bautista-Agut, facendo suo l’incontro per 6-2 6-4 in poco più di un’ora.
Roger non perde tempo a infligge il break sul 2-2, break che gli darà il vento in poppa nella chiusura del primo parziale per 6-2 in 32 minuti.
Servizio, dritto, volé funzionano alla grande , tant’è che non ha problemi a recuperare dallo 0-30 nel secondo gioco per pareggiare 1-1.
Nel frattempo, nel cielo monegasco, il sole cede il passo alle nuvole e un venticello sempre più fresco comincia a soffiare sulla baia del Country Club. Ma nulla scompone Federer che, anche nella seconda frazione, infligge la zampata finale a Bautista strappandogli il servizio sul 4-4. Sul 5-4 ha poi tre matchpoint; il primo lo spreca con un doppio fallo ma il secondo è quello buono, grazie ad un’impeccabile volée di rovescio.
Il fuoriclasse dai 17 slam chiude l’incontro in 1 ora e 8 minuti con il punteggio di 6-2 6-4. Ora aspetta il vincente del derby francese tra Lucas Pouille e Jo-Wilfried Tsonga.
“Ero un po’ più stanco oggi rispetto a ieri ma ho fatto un buon match” ha dichiarato Federer in conferenza stampa. “Se dovessi giocare con Pouille, so che è un ragazzo che ha fatto tanti progressi. È un giovane con un bell’atteggiamento, ci siamo allenati insieme a Dubai, è molto professionale e ci siamo trovati bene. Se sarà Tsonga, so che Jo può giocare un gran tennis, è un grande giocatore, mi ha battuto altre volte, così come ha saputo battere i più forti“.
M. Granollers b. [11] D. Goffin 7-6(1) 6-4 (da Montecarlo, Ruggero Canevazzi)
Il quarto incontro sul Court des Princes va in scena pochi minuti dopo le 17, quando il sole continua a colorare la giornata di ottavi di finale del Country Club ma non permette più di seguire il match a maniche corte. Il pubblico accoglie con un fragoroso applauso l’entrata in scena di Marcel Granollers, lucky loser giunto qui grazie al ritiro di Ferrer e arrivato fino agli ottavi dopo l’eliminazione del più talentuoso ma meno esperto Zverev nel match concluso in tarda serata, e David Goffin, deciso a raggiungere i quarti dopo il match point salvato contro Verdasco ieri.
Goffin parte bene costringendo l’avversario a salvare 3 break-point nel secondo game, poi è lui il primo a cedere la battuta nel quinto gioco, ma il n.67 ATP restituisce subito il favore e il match torna in equilibrio: 3 pari. La partita è deludente, il semifinalista di Indian Wells e Miami, intervistato in esclusiva per Ubitennis, appare molto stanco, evidentemente la battaglia con Verdasco ha lasciato il segno, così arriva spesso tardi sulla palla e commette errori non da lui. Dall’altra parte della rete, il giocatore di Barcellona non fa nulla di trascendentale, limitandosi a remare dal fondo. Si arriva così al tie-break, dove Granollers sale vertiginosamente di livello e si porta sul 6-0 grazie a un servizio e a fondamentali solidissimi, con il belga che riesce solo a trovare una bel vincente col dritto dal centro a uscire, prima che lo spagnolo chiuda 7-1. Alla fine non hanno pesato i 25 non forzati di Goffin nel set quanto la maggiore capacità di esprimersi al meglio di Granollers nel tie-break.
Nel secondo set ci sono un break per parte in avvio poi il match segue i servizi fino al 3 pari, quando Goffin si procura due palle break: la prima è annullata da un poderoso dritto lungo linea di un sempre più ispirato Granollers, la seconda da un servizio vincente. Il trentenne di Barcellona riesce poi a tenere il servizio, scatenando la frustrazione di Goffin che non arriva su un perfetto drop-shot dell’avversario e che, dopo il secondo rimbalzo, scaraventa in tribuna la pallina. Nell’ottavo gioco arriva il break a 15 di Granollers, ma subito dopo l’orgoglio del protagonista sfortunato della finale di Davis dello scorso anno viene fuori con un prepotente controbreak a zero. Lo stato di forma fisica e mentale del n.13 del mondo è però a terra, così sul 30 pari Granollers si procura un match-point: Goffin è costretto a giocare la seconda di servizio e decide di avventurarsi a rete giocando una palla di controbalzo che non controlla e si spegne a lato. Marcel Granollers approda così ai quarti da lucky loser, dove affronterà Gael Monfils, che ha lasciato solo 3 game al giustiziere di Djokovic, Jiri Vesely. I precedenti tra i due dicono 3-1 per il tennista catalano, che ha vinto anche l’unico precedente sulla terra a Madrid l’anno scorso.
David Goffin si presenta poi in conferenza stampa col morale sotto i tacchi: “Oggi mi sentivo bene fisicamente, non ero stanco, ma ero esausto mentalmente. Dopo il match con Verdasco ieri e dopo le semifinali a Indian Wells e Miami evidentemente la testa aveva bisogno di riposo. Mentre ero in campo mi rendevo conto che il fisico mi diceva di spingere ma la testa non me lo permetteva.”
[8] J.W. Tsonga b. [WC] L. Pouille 6-4 6-4 (da Montecarlo, Carlo Carnevale)
Dopo il successo di Gael Monfils, il tabellone garantiva la presenza di un altro francese nei quarti di finale: a vincere il derby tra padroni di casa è il più esperto Jo Tsonga, che con un doppio 6-4 ha spento le velleità del giovane Lucas Pouille. Il coloured transalpino, pur sprecando diverse opportunità per chiudere ancora più agevolmente, si impone senza dare diritto di replica al connazionale, dando sfogo al suo gioco potente. Pouille, che sul rosso aveva già dimostrato di saperci fare la scorsa estate con la semifinale di Amburgo, può comunque essere soddisfatto per aver confermato il buono stato di forma mostrato a Miami, dove ha raggiunto il quarto turno (sconfitto da un altro francese, Gilles Simon). Tsonga migliora così gli ottavi raggiunti lo scorso anno (perse da Cilic) e sfiderà Federer per un posto in semifinale, che rimane il suo miglior risultato a Montecarlo (2013, perse da Nadal).
L’incontro segue un canovaccio piuttosto chiaro sin dall’inizio: Tsonga cerca di sfondare appena può mentre Pouille colpisce pulito e di ritmo da fondo, nel tentativo di non accorciare. È il più titolato dei due a prendere in mano il primo set già in avvio, sparando ad alta velocità nei pressi delle righe. Tre palle break salvate in tutto permettono a Tsonga di chiudere il primo set in quasi 50 minuti, prima di dare inizio ad una bella battaglia a suon di bordate. Pouille mette in mostra movimenti fluidi ed un ottimo timing, andando a cercare il rovescio dell’avversario che, come al solito, si rivela il colpo meno affidabile: non bastano i suoi incitamenti silenziosi – ma evidenti – per evitare che Tsonga faccia breccia nel suo gioco scolastico. Jo deve ricorrere alla quinta occasione del nono gioco per strappare il servizio, prima di poter dar sfogo al suo tradizionale balletto di festeggiamento. Ai quarti avrà Roger Federer, battuto nell’ultimo scontro diretto (finale di Toronto 2014), con il quale i precedenti sono però in netto svantaggio (5-11).
[5] R. Nadal b. [12] D. Thiem 7-5 6-3 (da Montecarlo, Ruggero Canevazzi)
Rafael Nadal è tornato, o almeno è tornato quel giocatore, pur con anni, acciacchi ed errori in più, che, per come sa stare nel match contro un avversario che gioca una gran partita, fa innamorare sempre di più i suoi fan e si fa detestare sempre di più dai suoi detrattori. Dominic Thiem ha avuto nel primo set 16 palle break, ma è riuscito a trasformarne solo una! È stata una grande partita, ma Thiem deve trovare la lucidità per capire che una sconfitta come questa è un passaggio obbligato per diventare un grande campione, anche se questa sera non si darà pace per non aver vinto
“Qui a Montecarlo spalti gremiti, cielo sereno, temperatura gradevole, ventilazione inapprezzabile”, irrinunciabile citare Sandro Ciotti per descrivere la giornata sempre soleggiata ma con l’aria più frizzante del solito, magari in linea con il brio che si respira al Country Club su chi Domenica solleverà il trofeo, dopo l’uscita di scena del dominatore di Belgrado (senza nulla togliere a Novak). Secondo match di giornata sul Centrale di Montecarlo, Rafael Nadal, ora tra i primi favoriti del torneo, deve superare l’ostico Dominic Thiem, n.14 del mondo e vincitore di Buenos Aires e Acapulco (quando vinse il primo ATP 500 della carriera in finale su Tomic).
Il match si apre con l’austriaco che strappa il servizio allo spagnolo nel terzo game e lo restituisce nel sesto. Nel gioco successivo, sul 3 pari, Nadal al servizio dimostra di avere conservato la capacità di soffrire, recupera da 0-40 ma una quarta palla break è sprecata da Thiem con un dritto da metà campo buttato in corridoio (per meglio dire alle ortiche). Due game più tardi, sul 5-4 per l’iberico, il n.14 del mondo continua a colpire sassate spaventose che si costruisce con pazienza, ma Rafa, da grande campione, gioca al meglio le sei palle break che deve annullare nel game, grazie alla perfetta ragnatela da fondo campo che sfianca l’austriaco, ma anche con palle corte e un lob millimetrico che annulla l’ultimo break-point. Alla fine si contano 20 punti giocati nel game, quasi tutti di grandissimo livello, con il ventiduenne di Wiener Neustadt che gioca benissimo, tra passanti in corsa superlativi e randellate vincenti. La cosa atroce per lui è che Nadal, dal 3 pari, ha concesso 4 palle break nel settimo game, 6 nel nono e 2 nell’undicesimo, salvandosi sempre per poi beffare il giovane avversario sul 6-5, togliendogli il servizio e il set, complice un doppio fallo finale che non rende per nulla onore agli enormi meriti di Thiem.
Nel secondo set Dominic centra il game perfetto al terzo gioco, portandosi avanti di un break con una volèe al bacio che si spegne all’incrocio delle righe. Peccato che Rafa, implacabile, trovi il controbreak immediato, con l’austriaco che spedisce lungo un dritto più per frustrazione che per altri motivi. Il match segue i servizi fino al 4-3 Nadal, quando il 14 volte campione Slam strappa la battuta alla seconda palla break e chiude nel game successivo, dopo 2 ore e 3 minuti di una grande partita da parte di entrambi.
Il maiorchino affronterà domani nei quarti Stan Wawrinka: precedenti 14-3 per Rafa, che però ha perso l’ultima sfida sulla terra l’anno scorso a Roma.
In conferenza stampa, Thiem ha dichiarato: “Oggi ho avuto tante occasioni, così come ne ho avute tante a Miami contro Djokovic: provo la stessa frustrazione di allora, ma sono soddisfatto di affrontare i migliori facendo questo tipo di esperienze, sicuramente mi aiuteranno a crescere. Certo, in quel nono game del primo set ho fatto grandi giocate ma sulle palle break ho anche commesso molti errori stupidi”.
Nel frattempo abbiamo incontrato in sala stampa Gianni Clerici. Lo Scriba ci ha detto testualmente: “Oggi si è visto a tratti il vero Nadal“. È poi il turno di Rafa Nadal: “Sono davvero ammirato da Thiem, ha giocato un gran match con colpi eccezionali. Io ho giocato meglio i punti decisivi, ma lui non ha perso per mancanza d’esperienza. Contro Stan sarà molto dura, quando è in giornata tira colpi fortissimi da ogni parte del campo”.
[13] G. Monfils b. J. Vesely 6-1 6-2 (Gabriele Ferrara)
Gael Monfils domina in due set Jiri Vesely, apparso stanco dopo l’impresa di ieri. Al prossimo turno Gael affronterà il vincente tra Goffin e Granollers. L’unico precedente tra i due giocatori risaliva al secondo turno di Wimbledon 2014, quando il tennista di Ostrava si impose in cinque set estremamente combattuti.
Si parte con break e controbreak nei primi due game dell’incontro. Vesely, con poche energie a causa dell’incredibile partita di ieri che lo ha visto prevalere sul numero uno al mondo Novak Djokovic, gioca in maniera passiva e con poca intensità, senza ottenere punti gratuiti dal servizio. Monfils, dal canto suo, cerca di allungare gli scambi, ma alterna colpi spettacolari ed ottime discese a rete a doppi falli ed errori gratuiti da fondocampo. Il francese strappa nuovamente la battuta all’avversario sul 2-1, annullando quattro break point nel game successivo, con Vesely troppo lontano dal campo, mentre il “Gaelico”, dopo due prime vincenti, si porta avanti 4-1. Nel sesto gioco, dopo un’improbabile discesa a rete punita da un comodo passante di rovescio del transalpino, il ceco perde il servizio per la terza volta in altrettanti turni di battuta. Sul 5-1 Monfils commette un altro doppio fallo e spedisce in rete un dritto in manovra, concedendo dunque una palla break, ma il numero 16 del mondo si salva con un buon servizio e, approfittando di una brutta volée di rovescio e di una prima vincente, chiude il primo parziale con lo score di 6-1.
Nel secondo set, sull’1-1, Vesely sbaglia due dritti non impossibili – dopo il primo scaglia anche la racchetta a terra – e va sotto 15-40, ma è bravo a tornare in parità spingendo bene con il dritto, sbagliando però lo stesso colpo nei due punti successivi e concedendo l’ennesimo break. Dopo aver chiesto un medical time out per un problema al braccio sinistro, il numero 55 ATP continua a faticare nell’aggredire la palla, mentre “LaMonf” si difende, come al solito, in maniera meravigliosa e, dopo uno smash di Vesely sbagliato in lunghezza, scappa sul 4-1 e servizio, archiviando poco dopo l’incontro con il punteggio di 6-1 6-2 in un’ora e sette minuti di gioco. Buona prestazione per il parigino, che si qualifica per il secondo anno consecutivo per i quarti di finale del torneo del Principato. Nulla da fare, invece, per il ceco, il quale oggi è apparso decisamente svuotato fisicamente e mentalmente, ma che – dopo un inizio di 2016 estremamente difficile- può ripartire da Montecarlo per rientrare nei top 50 e, chissà, magari anche avvicinarsi ai primi 30 giocatori del mondo.
[4] S. Wawrinka b. [12] G. Simon 6-1 6-2 (da Montecarlo, Carlo Carnevale)
Enorme sospiro di sollievo per Stan Wawrinka, che in poco più di un’ora sbriga con sorprendente facilità la pratica Gilles Simon: lo svizzero, che presumibilmente si aspettava una partita ben più ostica contro il sagace francese, ha condotto l’incontro con piglio deciso, senza lasciarsi andare ai suoi caratteristici blackout. Nemmeno un’animata discussione con l’arbitro in occasione di un time violation warning distoglie il campione dell’edizione 2014 dalla sua marcia, pur lasciando trasparire una neanche tanto velata allusione (“Mi chiedo quanti warning stiano dando sul Centrale“, dove stava giocando Nadal). Wawrinka batte per la quarta volta in carriera Simon, la terza consecutiva sul rosso dopo Roland Garros 2012 e 2015: al francese non riesce la stesura della sua consueta tela, e Stan ne approfitta per bombardarlo da fondo, limitando al massimo gli errori, sospinto dal suo numerosissimo clan (fortuitamente inzuppato dal sistema di irrigazione del campo ad inizio secondo set); Simon accusa la pesantezza dei colpi che gli arrivano da entrambi i lati, e mestamente abbandona le speranze di ripetere la semifinale del 2012, suo miglior risultato qui.
Wawrinka vola 4-1 in mezz’ora, spingendo bene con i suoi poderosi quadricipiti, sopratutto quando deve gestire le palle senza peso che Simon gli propone in difesa: il nizzardo appare scarico, monologa in continuazione e arresta l’emorragia soltanto dopo aver perso il servizio anche in avvio di secondo set. Wawrinka è bravo ad annullare tre palle break consecutive in due giochi di seguito, incitandosi in continuazione e lanciando sguardi caparbi verso il suo angolo (che angolo non è, trovandosi al centro del lato corto del campo): molto positivo anche l’approccio atletico alle svariate rincorse a cui è costretto, sollecitato dai tentativi di Simon di trovare soluzioni alternative alle bordate da fondo, con dropshot e cross stretti. L’ultimo punto è un marchio di fabbrica, un siluro di rovescio lungolinea, per timbrare il biglietto dei quarti di finale, dove troverà Nadal.
[2] A. Murray b. [16] B. Paire 2-6 7-5 7-5 (da Montecarlo, Laura Guidobaldi)
La differenza tra il grande campione e un giocatore medio la fa proprio quello che è successo oggi tra Andy Murray e Benoît Paire nel primo match in programma sul Centrale. Dopo essere stato in vantaggio 6-2 3-0, il francese, non solo si fa rimontare e trascinare al terzo ma, negli ultimi due turni di servizio, commette tre doppi falli, di cui uno quando sta servendo per il match e un altro sul matchpoint per Murray. E quando la terra del Principato stava per tremare di nuovo – dopo lo choc di ieri provocato dalla sconfitta di Djokovic – ecco che il n. 2 del mondo riesce a salvarsi e ad accedere ai quarti di finale.
Un pubblico d’eccezione oggi per i protagonisti del Country Club. Oltre agli spettatori sulle soleggiate tribune del Centrale, due grandi navi da crociera arrivano dal “grand bleu” per fermarsi nell’incantevole baia del Principato, proprio davanti al campo Centrale, come se volessero ammirare le gesta dei nostri eroi sul campo. Beh, oggi sarebbero state tanto deluse da un Andy Murray quasi non pervenuto nel primo set e un Paire spentosi alla fine, quanto impressionate da un Paire decisamente in grande spolvero all’inizio e un Andy redivivo nel finale.
Infatti, nella prima frazione, lo scozzese sembra totalmente stordito e sopraffatto dall’energia e la potenza di Paire che si dirige inesorabile verso il 6-2. Ed ecco che, dopo la caduta di Djokovic, sembra che anche Andy Murray sia destinato a capitolare rapidamente perché il francese, nel secondo set, vola sul 3-0. Per il n. 2 del mondo, spento, falloso e lamentoso, sembra ormai finita. Ma il transalpino comincia a vacillare, ad essere meno preciso, forse subendo un calo di tensione e di concentrazione, cosa peraltro alquanto frequente nel suo modo di gestire i match.
Murray si avvicina sul 2-3, approfittando di alcune imprecisioni di Benoît. Questi si allontana ancora sul 4-2, ma ecco che, sul 4-3, lo scozzese mette a segno il break pareggiando i conti sul 4-4. Non solo. Per la prima volta nella partita, si trova in vantaggio salendo 5-4. Il pubblico è ovviamente quasi tutto per Paire, incoraggiandolo a più non posso. Immancabile in tribuna la fidanzata, la cantante francese Shym che, ormai, non si perde più un match del suo bel Benoît. L’avignonese, intanto, resta attaccato all’avversario sul 5-5. Invece, a soffrire per Andy, in tribuna, c’è l’immancabile mamma Judy. Il match a questo punto cambia volto, poiché Murray ha un setpoint sul 6-5; lo spreca ma, alla fine, la seconda frazione è dello scozzese.
Nel terzo parziale c’è un’altra palla importantissima per Paire che, sul 4-4, ha la possibilità di portarsi sul 5-4 strappando il servizio al n. 2 del mondo. Tuttavia il break francese non s’ha da fare. Ce n’è un’altra. Ed è quella giusta perché, accompagnato dal boato del pubblico, il 26enne tennista di Avignone sale 5-4 e servizio. Ancora tanti gratuiti per Murray che persiste nella sua fase altalenante. Nonostante ciò, sembra che il braccio tremi anche a Benoît, poiché arriva un malaugurato doppio fallo. Trema ancora? Ebbene sì perché, anche se mette a segno una smorzata calibratissima e deliziosa, commette un altro doppio fallo che permette a Murray di raggiungerlo sul 5-5. Tante le smorzate del francese in questo match, contro un avversario che è maestro del drop shot come Andy Murray. (Ricordiamo, per quanto riguarda Murray, che il nostro Fabio Fognini, nel celebre incontro di Coppa Davis a Napoli, ha “servito” a Andy ben 13 smorzate). Insomma, per Benoît arrivano due “sanguinosi” doppi falli nel game in cui sta servendo per il match. E gli costano molto caro perché il n. 2 del mondo ne approfitta subito, non solo portandosi sul 6-5, ma procurandosi rapidamente due matchpoint. Il finale purtroppo ricorda le fasi peggiori del tennista transalpino. Sul matchpoint per il britannico, infatti, il francese commette un altro doppio fallo.
È finita. Nonostante una prestazione alquanto deludente, Murray si ricorda di essere il n. 2 del mondo e, soprattutto, il vincitore di due slam, mettendo in campo la stoffa necessaria per risollevarsi. Il match si conclude 2-6 7-5 7-5 dopo 2 ore e 32 minuti, in perfetta sincronia con il primo incontro del Court des Princes, quello tra Raonic e Dzumhur, terminatosi dopo 2 ore e 31, con la vittoria del canadese.
[10] M. Raonic b. [Q] D. Dzumhur 6-3 4-6 7-6(5) (Tommaso Voto)
Cambia il continente, cambia la superficie ma non l’esito dell’incontro, perché Milos Raonic supera in tre set il bosniaco Dzumhur ed approda, per il terzo anno consecutivo, ai quarti di finale dell’ATP di Montecarlo.
Il match di Miami fu senza storia, perché il canadese Raonic vinse con un netto 6-0 6-3, mentre la partita odierna è stata incerta e spettacolare. Ha vinto l’esperienza e la potenza del n.12 del seeding, ma Dzumhur conferma l’attuale straripante stato di forme.
Già dal primo game Damir appare nervoso, infatti contesta lungamente la decisione dell’arbitro su un punto, che, il nativo di Sarajevo, considera chiaramente oltre la linea di gioco. La partita vinta contro Berdych (associata a quella contro Nadal a Miami) ha dato fiducia e consapevolezza a Damir, che, agevolato anche dalla superficie, riesce a tenere testa alle bordate del suo avversario.
Il break arriva nel sesto gioco, infatti Dzumhur spedisce un rovescio lungo e questo permette a Raonic di fare corsa di testa. Milos è attento, ma i suoi tentativi di serve&volley hanno spesso un risultato tra il comico ed il grottesco. Air Canada è praticamente infilato dai passanti del tennista europeo con discreta facilità, ma nel complesso riesce comunque ad incamerare il primo set con il punteggio di 6-3.
Nel secondo parziale è l’ex n.4 del mondo ad andare in difficoltà: nel quarto gioco, infatti, offre la prima palla break del match, ma riesce a neutralizzare il pericolo. La parte centrale del set è finalmente emozionante, perché Raonic inizia ad essere meno centrato al servizio, subisce il break nel sesto gioco (bellissimo il passante stretto con cui il bosniaco conquista il 4 a 2). Raonic, dopo una serie di smash e di recuperi straordinari di Dzumhur, ottiene il controbreak, ma continua a palesare un’involuzione complessiva nel suo gioco.
Il ragazzo di Sarajevo strappa la battuta a Raonic e porta la sfida al terzo set, in cui il dinamismo e la voglia di emergere di Dzumhur potrebbero rappresentare una variabile difficile da controllare per Milos.
Seppur con qualche patema, Damir riesce a fare corsa di testa, ma è Raonic a dover fare gli straordinari.
Il bombardiere nordamericano si salva, con l’aiuto del servizio, da un break che poteva essere definitivo, ma mostra una mobilità incerta quando è costretto a difendersi.
Sul 6-5 Raonic chiama un medical time out (ormai presenza fissa nei suoi match) per farsi massaggiare la gamba. È il tiebreak a mettere fine alle ostilità, in cui Dzumhur riesce a risalire dal 5 a 3 al 5 a 5, ma poi deve lasciare strada al suo avversario, che chiude sul definitivo 7-5.
Risultati:
[4] S. Wawrinka b. [15] G. Simon 6-1 6-2
[5] R. Nadal b. [12] D. Thiem 7-5 6-3
[13] G. Monfils b. J. Vesely 6-1 6-2
[10] M. Raonic b. [Q] D. Dzumhur 6-3 4-6 7-6(5)
[8] J.W. Tsonga b. [WC] L. Pouille 6-4 6-4
[2] A. Murray b. [16] B. Paire 2-6 7-5 7-5
[LL] M. Granollers b. [11] D. Goffin 7-6 (1) 6-4
[3] R. Federer b.[14] R. Bautista Agut 6-2 6-4