FED CUP, World Group, semifinali
Sarà dunque Francia-R.Ceca la finale Fed Cup 2016 (12-13 novembre in Francia). Le ceche sono ormai le dominatrici della manifestazione avendo raggiunto la 5° finale in 6 anni e cercheranno nell’atto conclusivo di imitare la Spagna, ultima nazione vincitrice per 3 anni consecutivi della Fed Cup tra il 1993 ed il 1995. La R.Ceca non perde in Fed Cup dalla semifinale del 2013 giocata a Palermo contro l’Italia e quindi è giunta all’ottava vittoria consecutiva nella manifestazione.
Torna invece dopo 11 anni in finale la Francia, che giocò l’ultima nel 2005. Le ragazze di Amelie Mauresmo l’hanno spuntata in volata contro la temibile Olanda guidata da Kiki Bertens il cui ruolino nella manifestazione è a dir poco terrificante (15 vittorie ed una sola sconfitta). C’è voluto il doppio (come del resto nell’altra semifinale) per decidere la contesa e Garcia e Mladenovic l’hanno vinto in rimonta sospinte dal caldo pubblico di Trélazé. Finale come detto a novembre in Francia, a ranghi completi si annuncia una gran bella sfida
SVIZZERA-R. CECA 2-3 (Giovanni Vianello)
K. Pliskova b. T. Bacsinszky 6-4 6-2
Dura un solo set la sfida Karolina Pliskova-Timea Bacsinszky, valevole per il terzo rubber della semifinale di Lucerna di Fed Cup. A prevalere, con un netto 6-4 6-2, è stata la tennista ceca.
Ai blocchi di partenza sembra essere l’elvetica a poter prevalere, considerato che ha delle palle break nei primi turni di servizio della ceca, ma la Pliskova le annulla tutte con caparbietà. Fino al 4-4 del primo, è la svizzera a sembrare lievemente favorita, in uno scontro che sulla carta sembrava aperto ad ogni pronostico, ma quando si è giunti alle battute decisive del primo set la Pliskova ha innestato il turbo ed ha ottenuto sei giochi consecutivi, cominciando a prendere in mano gli scambi con entrambi i fondamentali da fondo, soprattutto con il dritto.
Il punteggio è quindi diventato di 6-4 4-0 in favore della ceca; a questo punto la Bacsinszky tiene per la prima volta il servizio nel secondo set e c’è un piccolo brivido per la Pliskova, che offre una palla break, ma la ceca annulla anche questa. Il gioco proseguirà senza particolari sussulti fino al 6-4 6-2 finale.
V. Golubic b. B Strycova 3-6 7-6(6) 6-1
Si deciderà al doppio conclusivo il tie di Fed Cup tra Svizzera e Repubblica Ceca. L’elvetica Viktorija Golubic si è infatti prodotta nel secondo miracolo di questa due giorni ed è riuscita a sconfiggere contro pronostico ed anche oggi in rimonta la ceca Barbora Strycova. La partita è stata estremamente godibile dal punto di vista tecnico, entrambe le giocatrici hanno dimostrato varietà di gioco, mettendo in campo numerosi vincenti, cambi di ritmo e discese a rete. Particolarmente gradevole, esteticamente parlando, il rovescio ad una mano della svizzera, che forse si può dire un po’ lacunosa al servizio.
Come ieri, la Golubic ha perso il primo set 6-3, perdendo la battuta a metà set e nel nono e conclusivo game. Nel secondo set la svizzera si è portata tre volte avanti di un break, con due occasioni di servire per il secondo set, ma il parziale si decide al tie-break, che vede la svizzera trionfare al secondo set-point in un gioco decisivo durato 14 punti.
Il terzo set è stato un assolo dell’elvetica, che si è portata prima 3-0 e poi 5-1 con il servizio a propria disposizione, chiudendo la terza frazione 6-1. Come già detto, prova superlativa della svizzera, ma anche un netto calo psicologico della Strycova nel terzo set.
Hradecka/Pliskova b. Golubic/Hingis 6-2 6-2
Non c’è stata storia nel doppio decisivo tra Svizzera e Repubblica Ceca. Il capitano svizzero a sorpresa insieme alla Hingis ha schierato la Golubic, mentre per la Repubblica Ceca hanno giocato Hradecka e Pliskova. A prevalere in maniera estremamente agevole sono state le ceche per 6-2 6-2.
Nel primo set c’è equilibrio fino al due pari, poi quattro giochi consecutivi per la Repubblica Ceca.
Nel secondo set le ceche si portano immediatamente avanti di un break e concedono una sola palla break rilevante, sul 3-2 in loro favore, ma ancora una volta nel game successivo operano il break che chiude virtualmente l’incontro. Le ceche invero concedono un’altra palla break sul 5-2, ma poi Hradecka e Pliskova tengono il servizio conclusivo. Le ceche sono parse decisamente più fresche atleticamente (d’altronde la Golubic aveva appena giocato un singolare di tre set e la Hingis non è di certo nel fiore dell’età agonistica) e meglio organizzate, le svizzere sono state particolarmente carenti in risposta
FRANCIA-OLANDA 3-2 (Raffaello Esposito)
K. Bertens b. K. Mladenovic 7-5 6-4
Nel 1980 il film drammatico Kramer contro Kramer vinse l’Oscar. Oggi in terra di Francia sarà Kiki contro Kiki a decidere buona parte della semifinale fra le padrone di casa e l’Olanda. Se a prevalere sarà la francese la sua fragile ma talentuosa compagna di squadra Garcia avrà più fiducia mentale per chiudere il discorso mentre se accadesse il contrario la lottatrice Richel Hogenkamp, probabile seconda singolarista, diverrebbe uno spauracchio ben maggiore nel quarto singolare.
All’ingresso in campo Mladenovic viene abbracciata dalle compagne di squadra mentre Bertens sorride tranquilla nello stesso modo simpatico che mostrava ieri mentre seppelliva Caroline Garcia di servizi vincenti. E la battuta potrà essere un fattore oggi, entrambe le giocatrici superano abbondantemente il metro e ottanta e hanno bisogno di essere subito aggressive per indirizzare lo scambio. Per il resto sia una che l’altra hanno mostrato ottima mano e sarà anche interessante vedere come funzionerà la risposta di Kristina, mortifera ieri in questo fondamentale.
Inizia il match e le attese sono rispettate in pieno. Bertens si prende subito il servizio avversario quando sul 30-40 resiste a due missili di dritto, il terzo è in rete. Subito dopo però la francese reagisce, risponde come un ossesso e pareggia lo sgarbo ai vantaggi per poi tenere il suo primo servizio. Mladenovic colpisce piatto e forte, sa controllare con il back alla bisogna e cerca spesso la rete ma l’avversaria è solida come una roccia, la sua palla ha più lift pur rimanendo pesante e in difesa è ottima. Il punteggio subisce un’altra scossa nel quinto gioco quando Bertens brekka ancora e stavolta conferma staccandosi sul 4-2. L’olandese si è fatta molto aggressiva, palleggia lungo e sbaglia poco mentre Kristina concede qualcosa di troppo col rovescio. Nel secondo break subìto ne ha messi fuori tre. Mladenovic comunque c’è e lotta, la Kiki d’Olanda pure, sale 5-3 con due aces consecutivi – il quarto e quinto del set – ma quando deve chiudere nel decimo game altri due assi non bastano perché un doppio fallo e la risposta della francese pareggiano i conti. L’incontro è molto bello, entrambe giocano per fare il punto e non semplicemente per guadagnarlo ma il gioco della francese ha minor margine e nel game seguente tre errori non forzati inguaiano Kristina che perde ancora la battuta mettendo largo uno smash su una eccezionale difesa dell’olandese. È l’epitaffio del set perché ora Bertens chiude aiutandosi con l’ottavo ace.
Bill Tilden diceva che il primo scopo di un tennista è rompere il gioco avversario e Bertens sembra esserci riuscita. Ha tolto certezze alla francese, che ora sbaglia davvero troppo e per questo perde subito i primi due turni di battuta del secondo parziale. Il valore della componente psicologica in un match di tennis non viene mai sottolineato abbastanza, vincere il primo set in quel modo ha messo le ali ai piedi all’olandese che proprio alla velocità di Mercurio sale 4-0 in un amen martellando con la prima di servizio. Nel quinto gioco Kristina è ancora in difficoltà, lei e Mauresmo trovano pure il tempo di una sceneggiata contro l’arbitro, forse per togliere concentrazione a Bertens che però non se ne dà per intesa e sale comoda 5-1 con quattro prime vincenti. Ma non è finita, l’olandese avrebbe subito un match point nel settimo gioco quando piazza una risposta lungo linea nel sette ma non lo sfrutta e paga caro il suo errore calando di concentrazione e cedendo uno dei due break di vantaggio, anche a causa del secondo doppio fallo del match. Il tranquillo capitano Haarhuis però trova le parole giuste al cambio campo e Bertens chiude facile nel decimo gioco mandando l’Olanda in vantaggio sull’ennesima smorzata di Kristina che però non arriva a rete.
Francia con le spalle al muro e Orange, che l’anno scorso lottavano nel WG II, ad un passo dalla finale raggiunta solo nel 1968 e nel 1997.
C. Garcia b. A. Rus 6-3 6-4
La squadra olandese schiera a sorpresa la venticinquenne mancina Arantxa Rus, che gioca principalmente il circuito ITF, nel quarto singolare. Forse Paul Haarhuis la ritiene più adatta di Hogenkamp a contrastare il gioco di Caroline Garcia, forse spera nella diagonale dritto rovescio. Magari c’è pure un tocco di cabala perché fu proprio Rus a portare il punto decisivo per accedere al World Group contro l’Australia nell’aprile scorso.
Sta di fatto che inizialmente l’azzardo non paga, la venticinquenne n° 257 WTA non riesce a tenere il ritmo di Caroline che si avvantaggia subito di un break, rischia di restituirlo ma conferma e sembra molto in palla con entrambi i fondamentali. Dal terzo gioco in poi la Rus entra in partita ma non riesce mai ad essere incisiva in risposta pur difendendo bene i propri turni di battuta. Senza scossoni, con Garcia che gioca come al poligono di tiro senza soffrire la palla avversaria, si arriva al 5-3 Francia e qui un secondo break consegna il primo set a Garcia, che se lo prende con un attacco in risposta chiuso da una volée alta.
La francese gioca tranquilla, probabilmente la differenza di classifica le dà maggior sicurezza ma in avvio di secondo set uno dei suoi frequenti cali la porta a perdere subito la battuta con un doppio fallo sulla palla break e la mancina d’Olanda conferma d’autorità con il primo servizio tenuto a zero del match. E tanto basta perché Garcia perda la calma e anche nuovamente il servizio. Nel terzo gioco precipita 0-40, risale ma cede ai vantaggi fra un mare di errori, 3-0 “orange” con doppio break. Non riuscire a dominare una giocatrice ITF potrebbe aprire squarci nella testa di Garcia, e se Haarhuis l’ha pensata così è un misto fra Clausewitz e Freud ma Caroline per una volta reagisce alla grande. Recupera il doppio svantaggio, anche perché l’altra commette più errori non forzati in tre giochi di quanti la sua famosa omonima spagnola ne commettesse in un torneo intero, e mette la testa avanti sul 4-3. Deve annullare una palla break con un dritto vincente ma si aggiudica anche lo scambio migliore dell’incontro quando chiude con una volée acrobatica di rovescio su un grande passante incrociato dell’olandese. Nel gioco seguente tocca all’avversaria annullare una palla break, con ace, prima di pareggiare e il set rimane in equilibrio. Ma per poco ancora. Rus serve nel decimo gioco per rimanere nel match, e potrebbe anche riuscirci se Caroline sul 40-30 non stampasse una folgorante risposta vincente di dritto in allungo su prima centrale. Dopo, due errori consecutivi di Arantxa sanciscono il pareggio. Si va al doppio decisivo.
C. Garcia/K. Mladenovic b. K. Bertens/R. Hogenkamp 4-6 6-3 6-3
Ed eccoci con una certa sorpresa al doppio decisivo nella semifinale tra Francia ed Olanda. Se andasse male per le padrone di casa in pochi risparmierebbero critiche alla capitana Mauresmo per la scelta della superficie, ma è probabile che non si arrivi a tanto perché la coppia d’oltralpe formata da Garcia e Mladenovic sembra nettamente favorita. Bertens e Hogenkamp provano schemi da doppio nell’intervallo davanti ad un pubblico che forse non si aspettava di soffrire così. Ma questa è la Fed Cup, bellezza…
Durante il riscaldamento il viso dei rispettivi capitani mostra emozioni opposte, sorridente e rilassato Paul Haarhuis, tesissima Amélie Mauresmo. La prima palla del match dissipa tutto e si comincia.
Garcia e Hogenkamp rispondono a sinistra, a servire inizia Mladenovic e i primi giochi dell’incontro sono una sinfonia francese. Un break immediato sulla Kiki Orange manda sul 3-0 Kristina e Caroline, che si integrano alla grande e giocano come si dovrebbe attaccando la rete appena possibile. Però le olandesi non muoiono mai ed è Garcia con tre errori in pochi secondi a perdere la battuta e propiziare il pareggio a tre col quale di fatto il set ricomincia. Kristina è più solida della compagna ed è lei a guidare la coppia tenendo il servizio per il 4-3 che arresta la serie olandese e aprendo il gioco successivo con un gran passante lungolinea. Qui Hogenkamp si salva da 15-40 e il set gira, Caroline è il lato debole delle francesi e le avversarie la bombardano ottenendo in cambio numerosi errori e il break proprio su di lei nel nono gioco, propiziato da un lob passante di Bertens da urlo. È finito il primo set perché Kiki tira fuori il martello di Thor, spara due aces – il secondo a 164 kmh – e chiude 6-4. Parziale di 6-1 nel set per le Orange che erano sotto 0-3.
Adesso è davvero dura, le francesi hanno i talloni sul precipizio quando Caroline apre il secondo set alla battuta, lei e la compagna hanno perso visibilmente sicurezza e ai cambi campo quel volpone di Haarhuis spinge le sue a pressare costantemente. Nel settimo gioco serve Mladenovic, 40-0 Francia ma le avversarie risorgono e vanno a vantaggio esterno grazie ad un doppio fallo. Nello scambio seguente Kristina gioca un passante di rovescio lungo linea coraggioso quanto disperato, le olandesi chiamano l’out ma la palla è dentro. Potere di un attimo, le francesi difendono la battuta e subito dopo sono loro a brekkare Hogenkamp con un passante di Mladenovic seguito da una risposta vincente a tutta di Garcia che si esalta e tiene poi a zero per il 6-3 che rimanda ogni decisione.
È Bertens a servire per prima nel terzo portando avanti la compagna ma si avverte netta la sensazione che le due abbiano bucato il loro momento. Il pubblico adesso spinge forte e altrettanto fanno Kristina e Caroline, che sparano a rete su Bertens forse anche a scopo intimidatorio. È Hogenkamp a cedere la battuta a zero nel terzo gioco, dominato da una Garcia indemoniata ma Bertens non ci sta è nel quarto trascina la socia sullo o-40. È un game epico, si giocano sedici punti, le francesi risalgono ma vanno sotto altre tre volte ai vantaggi e in una di queste Mladenovic è miracolosa col passante. Non finisce mai, sul primo vantaggio interno le padrone di casa si scontrano su una palla centrale ma sul secondo confermano finalmente il break e vanno 3-1. Quando si cambia campo sul 3-2 il pubblico intona la marsigliese e le olandesi intuiscono che la fine è vicina, hanno mancato troppi treni nel pomeriggio e l’ultimo lo manca Hogenkamp mettendo lungo lo smash del possibile 30-40 su servizio Garcia. Dal 4-2 le transalpine concentrano tutto nella difesa del servizio e la cosa non riesce comunque facile perché le avversarie ci provano sempre senza trovare però il guizzo decisivo. Alla fine cede anche il braccio della Bertens, che si fa strappare nettamente il servizio per il 6-3 che spedisce la Francia in finale dopo undici anni.