Intervista a Djokovic: “L’oro olimpico vale uno Slam” (Andrea Ramazzotti, Corriere dello Sport)
Novak Djokovic elegge Borna Coric suo erede, difende il tennis dalle insinuazioni di doping avanzate da Andy Murray e fissa il grande obiettivo per il suo 2016: la medaglia doro all’olimpiade di Rio. Il serbo lunedì sera è stato nominato atleta dell’anno nella serata dei Laureus World Sports Awards celebrata a Berlino. Ha superato la concorrenza di Hamilton, Messi, Curry e Bolt aggiungendo un altro premio a una galleria di trionfi impressionante. “Nole” però non ancora sazio e anzi l’eliminazione dal torneo di Montecarlo vinto dal rivale Nadal sembra averlo caricato ancora di più.
Djokovic, Nadal è tornato a vincere un torneo. Si aspettava di rivederlo al top dopo un periodo difficile?
«Per me non è stata una sorpresa il suo successo a Montecarlo, su campi dove ha trionfato tante volte. Per i suoi standard Rafa non ha giocato bene e non ha vinto molti grandi tornei negli ultimi due anni anche perché ha avuto dei problemi fisici. Sulla terra, però, è il miglior giocatore della storia e quando sta bene per me è il principale favorito in qualsiasi torneo, soprattutto in quelli sulla terra rossa».
Per lei il ritorno di Nadal non è una buona notizia in vista del Roland Garros, l’unico torneo del Grande Slam che non ha mai vinto.
«Nadal è il favorito anche lì, ma io proverò a vincerlo come tutti gli anni, indipendentemente da chi mi troverò di fronte».
È giusto dire che l’oro olimpico è il suo grande obiettivo per il 2016?
«Le Olimpiadi sono importanti come un torneo del Grande Slam. II tennis è uno sport individuale, eccezion fatta per la Coppa Davis, e rappresentare il proprio Paese ai Giochi sarà sicuramente bello. Vorrei vincere una medaglia per la mia nazione, ma purtroppo… lo vorranno fare anche gli altri».
A Pechino e a Londra non è riuscito a conquistare l’oro. Perché?
«Poterci riprovare è un privilegio. Spero di essere pronto e di star bene per giocare il mio miglior tennis. Riprovarci in Brasile, un Paese gioioso e dove c’è sempre… il carnevale, sarà una motivazione in più».
Giocherà solo il singolo o anche il doppio?
«Tutte e due».
E vivrà nel Villaggio Olimpico?
«A Pechino l’ho fatto, a Londra no perché gli spostamenti fino ai campi di Wimbledon erano troppo lunghi e difficoltosi. Quest’anno non ho ancora deciso, ma l’atmosfera del Villaggio mi è piaciuta tanto e a Londra mi è mancata».
Preoccupato dal fatto dl fallire di nuovo l’appuntamento con la medaglia d’oro?
«A Pechino ho vinto il bronzo e una medaglia olimpica ce l’ho. Prepararsi a un torneo così non è facile perché viene ogni quattro anni. Preoccuparsi eccessivamente o stressarmi troppo non sarebbe positivo e non mi farebbe ottenere nessuno risultato positivo. Ho deciso di prepararmi come a un qualsiasi altro evento del Grande Slam e spero di aver successo. Se non ci riuscirò, non sarà la fine del mondo».
Cosa pensa delle accuse di Murray al tennis e a qualche collega dl non essere “pulito”?
«Fino a che non ci sono prove, il tennis rimane uno sport non contaminato dal doping. Ho un ottimo rapporto con Andy, ho letto quello che ha detto e l’ho chiamato per capire cosa intendesse. Mi ha spiegato che non ce l’aveva con nessuno in particolare».
Resta il fatto che per l’immagine del tennis le frasi di Murray non sono state un bello spot…
«Per il tennis non è un momento facile perché c’è stata la storia della corruzione e quella delle scommesse. Se qualcuno ha delle prove, le tiri fuori, altrimenti… Io sono fiero di essere parte di questo sport che amo e che considero integro (…)