L. Pouille b. [3] F. Delbonis 7-6(4) 6-3 (da Bucarest, Chiara Gheza)
Bucarest si sveglia nel giorno delle semifinali con un inaspettato sole a illuminare la BRD Arena. Il campo principale da 8000 posti è però chiuso per lavori e le partite si svolgono sulla terra del campo numero uno, promosso a centrale per l’occasione.
Si aspetta il tutto esaurito ma le tribune faticano a riempirsi nei primi giochi dell‘inedito scontro tra l’argentino Federico Delbonis, attuale numero 40 della classifica ATP nonché fresco vincitore del torneo di Marrakech, e il francese Lucas Pouille, numero 72. I due giocatori sono reduci dalle vittorie nei quarti di finale contro gli italiani Cecchinato e Lorenzi.
Delbonis fatica in apertura a tenere il servizio vedendosi addirittura costretto a salvare una palla break. Il match continua senza sussulti fino al sesto gioco quando il ventiduenne francese perde lucidità al servizio e concede all’argentino ben tre palle break che Federico non riesce però a capitalizzare. Malgrado l’occasione sprecata Delbonis pare aver conquistato sicurezza e grazie al suo ampio dritto mancino riesce a giocare con i piedi saldamente dentro al campo costringendo Pouille a rispondere in prossimità dei tabelloni pubblicitari. Lucas non demorde e macinando metri lungo la linea di fondo continua a tenere i suoi turni di servizi. Un primo set piatto e condito da lunghi scambi si trascina al tiebreak, dove il francese si presenta più concentrato e sorprende Delbonis aggiudicandosi così il parziale.
Il secondo set si sviluppa sulla falsa riga del primo con game che seguono il servizio e violenti scambi da fondo interrotti solamente da qualche tentativo, non sempre riuscito, di palla corta da parte del giovane transalpino. Solamente al quarto gioco l’equilibrio si spezza grazie a Pouille che sotto 40 – 15 riesce a rimontare e a trasformare la seconda palla break a sua disposizione. Delbonis sembra aver perso la fiducia di inizio incontro e con essa anche la profondità dei colpi tanto da permettere al francese di avventurarsi addirittura a rete. A Lucas non resta che concentrarsi sui propri turni di servizio per andare a conquistare la sua prima finale in un torneo ATP con il punteggio di 6 a 3.
F. Verdasco b. [4] G. Garcia-Lopez 6-3 3-6 6-2 (da Bucarest, Manuel Calcaterra)
La seconda semifinale di Bucarest offre un derby spagnolo tra il mancino Fernando Verdasco, sceso in classifica ATP al n. 86, posizione infelice se confrontata con il talento del madrileno, e l’attuale n. 37 del ranking, Guillermo Garcia-Lopez, tornato nella capitale rumena per difendere i punti del titolo conquistato lo scorso anno. I due giocatori, entrambi nati nell’83, si affrontano per la nona volta in carriera, con Verdasco avanti negli scontri diretti 6-2, ma uscito sconfitto dall’ultimo duello, disputatosi a Valencia nel 2015.
In un centrale dagli spalti finalmente gremiti di pubblico, è Verdasco a partire meglio, mostrando in apertura di set un servizio solido ed efficace, ma soprattutto capace di strappare il primo turno di battuta al suo avversario, nel secondo game. Garcia-Lopez subisce il gioco aggressivo del connazionale, che lascia andare il braccio ad ogni colpo senza preoccuparsi di concedere qualche errore gratuito, ed è costretto a salvare palle break anche nel sesto game. Verdasco, forte del vantaggio, si affida con continuità al suo gioco potente che lo porta a chiudere il primo set per 6 giochi a 3, con un ace millimetrico.
Garcia-Lopez non si demoralizza e parte bene nel secondo set, dando continuità alla prima palla di servizio, in ricerca costante del rovescio di Verdasco. Di contro, il madrileno non cede campo, mantenendo i piedi sempre in prossimità della riga di battuta e rispondendo profondo. Il gioco in spinta di Fernando riprende a dar fastidio a Guillermo, che nel quinto gioco perde l’apparente concentrazione dimostrata all’inizio del secondo parziale e, con due doppi falli consecutivi, concede due palle break e il game al suo avversario. Il break potrebbe chiudere i giochi, ma Verdasco, stavolta, non ne approfitta e concretizzando l’unica palla break avuta finora a disposizione, Garcia-Lopez si riporta in parità. Il self talking prende il posto del bel gioco nella metà campo di Verdasco, non nuovo a cambi repentini di rendimento durante un match, e Fernando concede anche il suo turno successivo di servizio. L’avversario ne approfitta e si aggiudica il secondo set per 6-3.
Verdasco, apparentemente in debito di ossigeno ad inizio del terzo e decisivo set, è costretto a salvare una palla break nel game di apertura ma, dimostrandosi ancora una volte croce e delizia di se stesso, nel quarto gioco strappa il servizio a Garcia-Lopez: emblematico il dritto con cui si guadagna la seconda palla break del game, con la standing ovation del pubblico. La fiducia ritrovata accompagna Fernando nei game successivi fino a conquistare, sul secondo match point, la vittoria sul connazionale, aggiudicandosi il terzo set per 6 giochi a 2, e la finale di domani contro la sorpresa del torneo, il transalpino Lucas Pouille (sarà il primo confronto diretto fra i due giocatori).
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https://soundcloud.com/ubitennis/fernando-verdasco-sono-felice-di-giocare-nuovamente-una-finale