Va agli archivi una settimana positiva per il tennis italiano, specialmente in un periodo di vacche magre per il settore maschile: tre giocatori hanno raggiungendo i quarti di finale in tornei ATP, risultato mai ottenuto in questi primi quattro mesi di stagione, nei quali abbiamo conquistato una sola, misera, semifinale (Paolo Lorenzi nel modesto ATP 250 di Quito).
A Barcellona Fabio Fognini ha disputato un torneo soddisfacente, fugando le ombre che i due set finali della sfida con Lorenzi a Montecarlo avevano fatto sorgere. Il nostro numero 1, che in Catalogna difendeva i 90 punti conquistati coi quarti raggiunti l’anno scorso, quando perse inopinatamente da Pablo Andujar dopo aver battuto per la seconda volta sul rosso Rafa Nadal, ha mostrato di essere sulla via del completo recupero psico-fisico, in un torneo nel quale, sino all’exploit dell’anno scorso, aveva tra l’altro un pessimo record, avendo perso sempre all’esordio nelle cinque precedenti partecipazioni. Ammesso al secondo turno con un bye, in qualità di dodicesima testa di serie del tabellone, Fabio ha esordito contro l’esperto tennista russo Mikhail Youzhny, sceso al settantaduesimo posto del ranking, ma pur sempre giocatore insidioso per l’azzurro, che difatti vi aveva perso nell’unico precedente sulla terra (Madrid 2013). Il ligure, dopo un inizio di partita falloso e nervoso che gli è costato il primo set, perso 3-6, ha per fortuna preso il comando del gioco elevandone il livello, sino a dominare l’ex top ten e conquistare i due set finali in appena cinquantatrè minuti, lasciando un solo game all’avversario ed ottenendo l’accesso agli ottavi, dove ha affrontato Victor Troicki. Come accaduto con Youzhny, il match aveva le sue insidie: anche il numero 24 del mondo era, come il russo, pari nei confronti diretti e lo aveva già sconfitto sulla terra rossa (Montecarlo 2011); in questo caso vi era oltretutto dalla parte del serbo la miglior posizione in classifica (sette posizioni di vantaggio su Fognini). Invece, in campo Fabio ha continuato l’inerzia positiva dei due ultimi parziali del turno precedente ed ha vinto in scioltezza 6-3 6-2 in un’ora e ventidue minuti, in un match nel quale non si è mai fatto brekkare ed ha vinto l’89% dei punti giocati sulla sua prima di servizio. Nei quarti lo attendeva Rafael Nadal su quella stessa “ Pista Central” nella quale l’anno precedente il miglior giocatore della storia su terra battuta, reduce dalle semi di Montecarlo, era stato sconfitto per la seconda volta consecutiva dal nostro giocatore. Questa volta il campione di Manacor è arrivato alla sfida in nettamente migliore condizione psicofisica rispetto allo scorso anno, mentre Fognini era al secondo torneo dopo due mesi di stop. Era facile prevedere dunque il risultato finale, che difatti ha premiato Nadal, ma Fognini, partito contratto e falloso (0-4), è salito molto di livello con l’andare dei game e nel secondo set ha giocato alla pari col freschissimo campione (per la nona volta) di Montecarlo. Anzi Fabio, partito male anche nel secondo parziale (Rafa ha avuto due palle per il 3-0) è riuscito ad issarsi sul 5-4 e servizio, prima di perdere set e partita al tie-break dopo un’ora e cinquanta minuti totali di tennis in diversi momenti spettacolare. Fabio esce dal torneo catalano con la consapevolezza di essere sulla buona strada per tornare l’ottimo giocatore che per tre anni ha chiuso sua classifica intorno alla ventesima posizione del ranking ATP: già dalla settimana prossima a Monaco, dove è iscritto al BMW Open, si capirà meglio quale condizione abbia in vista del mese più importante della stagione per il suo calendario di tennista prettamente terraiolo (in tale lasso di tempo vi saranno due Masters 1000 ed il Roland Garros).
A Bucarest si disputava l’ATP 250 intitolato a Nastase e Tiriac, torneo nato nel 1993 che vanta anche campioni illustri nel suo albo d’oro (Ivanisevic, Muster, Ferrer), ma che quest’anno non vedeva nessun top 20 iscritto. Bene hanno fatto Paolo Lorenzi e Marco Cecchinato a decidere di partecipare, intravedendo una buona chance di incamerare preziosi punti in classifica. Così è stato: sia il toscano che il siciliano hanno giocato bene, arrivando sino ai quarti e guadagnando preziosi 45 punti da conservare per il proprio ranking.
Soprattutto Marco Cecchinato non dimenticherà mai il torneo nella capitale romena: non solo ha ottenuto le prime due vittorie in un torneo del circuito ATP (statisticamente, la prima nel circuito maggiore è arrivata a marzo in Coppa Davis a risultato acquisito contro il modesto svizzero Bossel), ma si è anche tolto la soddisfazione di sconfiggere il primo top 40 (il giocatore dalla classifica più alta che aveva battuto sinora era Albert Ramos Vinolas, allora numero 66, sconfitto a Genova lo scorso settembre), ovvero Marcos Baghdatis al primo turno. Marco, che forse ha paradossalmente preso fiducia dalla sconfitta onorevole contro Raonic a Montecarlo ha dominato il primo set contro il numero 39 del mondo, portandolo a casa con il punteggio di 6-2 in meno di mezzora, ed ha ben contrastato la reazione del cipriota nel secondo parziale, chiudendo 6-2 6-4 in un’ora e quindici minuti un incontro vinto giocando bene e con personalità, durante il quale non ha mai subìto break ed ha servito con ottime percentuali. Marco ha poi superato brillantemente la classica prova del nove, anzi il bosniaco Dzumhur, pur avendo classifica inferiore (è ottantaduesimo) di Baghdatis era ostacolo più probante: il cipriota, ex top ten e finalista agli Australian Open 2006, sulla terra non ha mai raggiunto neanche una finale in più di dieci anni di presenza nel circuito. Dzumhur era invece reduce da un per lui brillante Montecarlo, nel quale, partendo dalle qualificazioni, aveva eliminato Berdych e perso solo al tie break del terzo con Raonic; inoltre, aveva già battuto nettamente il nostro giocatore nell’unico precedente di Doha ad inizio anno. Cecchinato, bravo nel portare a casa il primo set dopo quarantaquattro minuti, con l’unico break ottenuto nell’ottavo game, nel secondo ha allungato il match più di quanto avrebbe potuto (si è fatto rimontare due volte dopo aver strappato il servizio), ma alla fine è stato bravissimo a chiudere 6-3 7-6(3) in 1h45’. Purtroppo per il siciliano l’ostacolo rappresentato dall’argentino Del Bonis, quarantesimo giocatore al mondo e vincitore due settimane fa del ATP 250 di Marrakech si è rivelato troppo duro, forse anche per la tensione del primo quarto di finale a questi livelli: non vi è mai stata vera partita e l’argentino ha vinto con un duplice 6-2 dopo un’ora e dieci minuti, ma il bilancio finale per il nostro giocatore resta comunque più che positivo.
Come detto, anche Paolo Lorenzi ha partecipato all’ATP 250 di Bucarest: la scelta di fare l’esordio in carriera nel torneo nella capitale romena è stata premiata da un buon quarto di finale, il terzo per lui in questo 2016. Paolo, settima testa di serie del tabellone, al primo turno ha affrontato un avversario abbastanza insidioso sui campi in terra battuta, l’argentino Diego Schwartzman, novantesimo giocatore al mondo, contro il quale aveva già vinto in tre set lottati a Buenos Aires quest’anno, uscendo invece sconfitto nel 2015 a San Paolo. Il senese questa volta ha vinto abbastanza in scioltezza: dopo un inizio lento (0-2), ha comandato il gioco e portato senza patemi a casa il successo, archiviato col punteggio di 6-3 6-4 dopo un’ora e ventisei minuti di gioco. L’incontro successivo, contro il giapponese Taro Daniel, numero 85 al mondo, che dopo un pessimo inizio di 2016 (una sola vittoria) a Montecarlo si era messo in evidenza, portando al terzo Thiem, è stato ancora più agevole per il nostro giocatore: Paolo ha approfittato della maggiore esperienza ed abitudine alla terra battuta per vincere molto agevolmente con lo score di 6-2 6-0 in un’ora e sedici minuti. Un tale andamento nel torneo (nove game concessi nei primi due incontri) faceva sperare che il ventiduenne francese Lucas Pouille, tennista in ascesa (ottavi a Miami battendo Ferrer ed a Montecarlo eliminando Gasquet) fosse un avversario alla portata del toscano ed in effetti la gara è stata molto equilibrata. Paolo ha avuto le sue chance (è stato avanti di un set e di un break) ed ha combattuto sino allo stremo, annullando 3 match point sul 2-5 nel terzo sino a rimontare sul 5 pari, prima di subire il break decisivo che ha concesso il passaggio alle semifinali al francese, vincitore dopo due ore e venticinque minuti col punteggiodi 4-6 6-4 7-5.
Un terzo italiano ha partecipato al torneo romeno, il canturino Andrea Arnaboldi, numero 170 del ranking, che è dovuto passare attraverso le qualificazioni (stesso tentativo compiuto da Federico Gaio e Lorenzo Giustino, ritrovatisi contro al primo turno di quali, vinto dal primo 6-4 4-6 6-4 in 2h23’). Andrea ha prima sconfitto facilmente in meno di un’ora la wild card romena Bogdan Borza, diciannovenne oltre la millesima posizione; poi ha vinto contro Gaio 6-1 6-4 in un’ora e diciotto minuti. Arnaboldi nel primo turno ha affrontato il ventinovenne olandese Robin Haase, sessantaquatresimo nel ranking ATP: ha perso 7-6(4) 6-4 in un’ora e cinquanta minuti, lasciando il campo non senza rimpianti per le varie occasioni (6-5 e servizio nel primo set, 3-1 avanti nel secondo) che non è riuscito a capitalizzare.
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