Durante l’incontro di secondo turno nel Challenger di Savannah, Georgia, disputato la settimana scorsa contro il giocatore di casa Donald Young, il giovane tennista russo Daniil Medvedev (attualmente posizionato al n. 265 ATP) è incappato in una squalifica per aver pronunciato una frase durante il match che secondo i giudici avrebbe avuto uno sfondo razzista. “So che siete amici”, le parole sfuggite a caldo al ventenne moscovita con riferimento esplicito al colore della pelle dell’avversario e del giudice di sedia. Reo, quest’ultimo, di una chiamata errata agli occhi dello stesso Medvedev.
Non si sono fatte attendere troppo le scuse del diretto interessato che sul proprio profilo di Facebook ha così scritto: “Non ho un ricordo chiaro di quello che ho detto. L’emotività ha prevalso e mi ha fatto perdere la calma. Mi dispiace. Io sono un giocatore di tennis, questo è il mio mestiere. Sono stato male interpretato ed è stata una grande lezione. Il campo da gioco non è il luogo per mostrare le emozioni, ma per dimostrare le proprie qualità”.
Curiosamente il destino ha voluto che i due giovani atleti tornassero a incrociare le racchette a distanza di una sola settimana. È successo ieri nel Challenger in corso di svolgimento a Tallahassee, Florida, quando nel match valido per gli ottavi di finale del torneo americano la testa di serie numero uno del seeding Donald Young ha disposto in due set del bizzoso avversario con il punteggio di 6-4 7-6(5). Fortunatamente, è il caso di dirlo, è tornato a parlare solo il campo.