La speranza è che tutti gli appassionati di tennis conoscano a menadito la storia di Andre Agassi, uno dei personaggi più importanti della storia del tennis. Il kid di Las Vegas non è mai passato inosservato, sia negli anni di attività che in quelli precedenti. Chiaro è che dopo “Open”, la sua biografia, tutto ciò si è ancor di più amplificato facendo tornare sotto i riflettori un personaggio che in fin dei conti nell’ombra non potrà mai rimanerci.
Andre Agassi compie oggi 46 anni, molti dei quali dedicati al suo “più grande odio”: il tennis. L’americano fa parte della storia di questo sport soprattutto per i grandi risultati ottenuti sul campo:
60 titoli in carriera, tra cui 8 del Grande Slam e 17 Master Series;
1° al mondo per 101 settimane;
primo e unico tennista ad aver vinto i 4 tornei dello Slam, la medaglia d’oro del singolare olimpico, il torneo ATP World Championship e la Coppa Davis;
dal 2011 introdotto nella International Tennis Hall of Fame.
Risultati che, come detto, l’hanno reso un immortale di questo sport. Agassi però non è stato solo questo, perché oltre ad essere unico sul campo lo è stato anche fuori. Cresciuto con un burbero padre e costretto a ribattere migliaia di palline al giorno sputate dal “Drago” (la macchina costruita appositamente dal padre per allenarlo) ha completato la sua formazione alla Bollettieri Academy dove anche qui si è fatto conoscere per il carattere e le continue lotte con Nick. Lasciata l’accademia inizia a girare il circuito in compagnia del fratello maggiore Philly. Da quel giorno in poi saranno, come visto anche prima, 60 i titoli conquistati; il primo Itaparica (Brasile) nel 1987 e l’ultimo a Los Angeles nel 2005 dopo diciotto anni.
Oggi Agassi è sposato con Steffi Graff dalla quale ha avuto due figli Jaden Gil e Jaz Elle. Matrimonio con l’ex tennista tedesca arrivato dopo quello con Brooke Shield. Inoltre Agassi dopo il ritiro ha fondato l’Agassi Prep, scuola che a Las Vegas aiuta i bambini meno fortunati dandogli un’istruzione e soprattutto una vita diversa oltre a quella della “strada”.