dal nostro inviato a Madrid
Giornata di record del mondo alla Caja Magica (del resto, mica è magica per niente…). In mattinata, alla presenza di Anna Orford nelle vesti di giudice ufficiale del Guinness World Record, ben 1474 persone di ogni età e ceto sociale si sono riversate sugli spalti del Manolo Santana, pur in assenza di regolare biglietto, e hanno fatto rimbalzare contemporaneamente una palla su altrettante mini-racchette messe a disposizione dall’organizzazione del torneo. Il primato precedente, passato un po’ in sordina, apparteneva al pubblico del China Open di Pechino che si era fermato però a 767 unità. Enrique Sanchez, CEO di Adecco (lo sponsor che ha patrocinato il fortunato tentativo facendo indossare ai volontari una T-Shirt rossa commemorativa dell’evento), ha detto che questo era il loro modo di celebrare gli oltre ottomila lavoratori che sono stati messi sotto contratto nei quindici anni di vita del Mutua Madrid (ex-Mutua Madrileña).
Tre primati del mondo stabiliti invece, nel disinteresse generale, sulla Pista 6, una di quelle poste all’esterno e circondate dal laghetto senza anatre della Caja. Monica Niculescu, opposta alla statunitense e qualificata Louisa Chirico, ha battuto se stessa nel numero di dritti in chop tirati in uno scambio (17), in un gioco (103) e in un set (1.335, quasi quanti i simpatici palleggiatori del Santana). Per la cronaca Monica ha perso 7-5 6-1 e pare che Ion Tiriac, patron del torneo e sempre particolarmente bendisposto verso i suoi connazionali, non l’abbia presa bene tanto che l’anno prossimo la rumena non giocherà il torneo e per punizione sarà la 1475esima palleggiatrice impegnata a battere nuovamente il record.
Il terzo primato l’ha stabilito la Nike per il maggior numero di giocatrici vestite di viola scese in campo nella stessa giornata. Roberta Vinci, Daria Kasatkina, Jelena Ostapenko, Sabine Lisicki, Petra Kvitova e Laura Robson sembravano tante operaie cinesi ai tempi di Mao. Forse per questo, ma molto più probabilmente per il vento semigelido che ha imperversato su Madrid fin dalla notte scorsa, Vika Azarenka si è rifiutata di partecipare alla comparsata infilandosi in un completino nero con tanto di maglia a maniche lunghe e leggins. Resosi conto del tentativo di insubordinazione, Kader Nouni, il giudice di sedia, ha intimato alla bielorussa di adeguarsi e questa, non prima di aver patteggiato la pena, si è convinta a indossare visiera e calze purple.
Record a parte, l’altro protagonista della giornata è stato il vento della meseta, l’altipiano su cui si adagia Madrid. Il prossimo che avrà il coraggio di dire: “Madrid? Che c…o! Vai al caldo!” sarà mandato gentilmente a quel paese! La particolare conformazione dei tre stadi coperti (Santana, Sanchez e 3, quest’ultimo sempre in attesa che Nadal appenda la racchetta al chiodo per essere rinominato) ha favorito l’esodo in massa del pubblico verso le poche zone di sole degli stessi o, in alternativa, verso i campi secondari, nonostante l’order of play proponesse incontri del tipo Benjamin Becker-Denis Kudla o Radek Stepanek-Marcel Granollers.
Per finire, due ore insieme ai pinguini e a qualche genitore di raccattapalle per vedere Karin Knapp vincere il suo primo match da agosto del 2015. A domani.