[6] K. Nishikori b. F. Fognini 6-2 3-6 7-5
Il n.6 del seeding Nishikori rimonta un ispirato Fognini, che in questo match ha dimostrato di poter, sulla terra battuta, essere al livello dei migliori del mondo. Tuttavia il comportamento tenuto nell’ultimo gioco, quando il tennista italiano è stato protagonista di qualche inutile intemperanza, ha macchiato una prestazione che sul piano del gioco resta convincente.
Il primo set ha un inizio da incubo per il ligure, che in pochi minuti si trova sotto 4-0 e sembra in una delle sue classiche giornate “alla Fognini”. Anche il body language è abbastanza emblematico, perché Fabio è ciondolante ad ogni cambio di campo e sembra del tutto deconcentrato. Dal punto di vista tecnico il giapponese ha un gioco da fondo complessivamente superiore, riesce subito a prendere l’iniziativa nello scambio e non soffre minimamente il diritto dell’azzurro. Dopo il break in apertura, Fognini ha una prima chance di controbreak, ma Kei è attento a neutralizzare il pericolo. Sul 4-0 l’azzurro finalmente muove il punteggio e prende un po’ di fiducia, anche perché il top ten asiatico sembra perdere di spinta nei colpi. Il sesto gioco è molto combattuto, ma Nishikori respinge le tre opportunità di break del ligure e praticamente il tentativo di rimonta finisce qui.
Chiuso il primo parziale 6-2, Fognini sembra meno scoraggiato e più presente sul campo, infatti parte con il piede giusto e con uno schiaffo al volo di diritto va subito a palla break. Il finalista degli US Open 2014 è però mostruoso sui punti importanti, infatti annulla la quinta chance di fila con un servizio vincente. Kei regala qualche punto, ma Fabio alterna cose buone ad errori clamorosi. Il fotogramma che descrive perfettamente il match di Fognini è lo schiaffo al volo con il quale vanifica la sesta occasione di portarsi avanti nel punteggio. Fabio gioca un punto straordinario da fondo, spinge di diritto e costringe il giapponese ad un recupero in allungo complicato. La palla si impenna e in qualche modo arriva dall’altra parte della rete, a questo punto il n.1 azzurro deve solo concludere a campo aperto, ma il suo colpo atterra fuori di un metro. Un errore che vanifica uno scambio dominato e che permette al giapponese di tenere il servizio.
Le occasioni per Fognini si sprecano, il pallottoliere segna nove palle break complessive, ma ancora una volta il giapponese si salva. Il break è tuttavia rimandato, perché Nishikori finalmente perde il servizio ed il set si chiude sul 6-3 per l’italiano.
Il giapponese è sempre sul punto di crollare, mentre Fognini alza sensibilmente il livello del suo gioco, ma continua la sua cattiva resa sulle palle break. Fabio, forse disturbato dal gioco di luci tra sole ed ombra che c’è sul campo, commette un secondo errore clamoroso con lo smash. Ma andiamo con ordine, Kei è al servizio e scivola sotto 0-40, anche questa volta è attento e con due vincenti accorcia sul 30-40. Poi arriva il momento decisivo, perché Fognini prende il comando del gioco, costringe il giapponese alla difensiva. Kei alza l’ennesimo “candelotto” in recupero, Fabio osserva la palla e colpisce, quasi ad occhi chiusi, lo smash, che va largo. L’errore è clamoroso, perché avrebbe portato l’italiano avanti nel punteggio ed avrebbe portato tutta la pressione psicologica sulle spalle del suo avversario. La tv inquadra un Fabio impietrito, che incredulo osserva il segno e poi torna sconsolato a fondo campo. Ora si gioca punto a punto, si assiste ad una partita stilisticamente interessante. Il quinto game sembra tranquillo, poi un errore di diritto che si insacca in rete porta Kei a palla break dopo oltre un’ora di gioco. Una prima ben assestata salva l’italiano che pareggia sul 3-3 e sembra avere l’inerzia nel match dalla sua. La svolta è il “fatidico” settimo gioco, Fognini spinge con il diritto e il giapponese non può fare altro che subire e difendersi. Ottenuto il break l’azzurro, nel momento di servire per il match, sente la pressione e capitola a pochi centimetri dal traguardo. Fabio ha molto da recriminare, perché qualche errore poteva essere evitato. Il dodicesimo gioco è la “summa” dell’instabilità psicologica del tennista italiano, che commette vari errori e poi prende un penalty point per intemperanza. Una fine ingloriosa al termine di un match che poteva rappresentare una vittoria di prestigio, ma soprattutto un primo tassello per un ritorno stabile nei primi 15 del mondo. Il giapponese ha vinto un match che meritava di perdere, ma in cui ha dimostrato correttezza ed educazione in campo.