dal nostro inviato a Roma
Il presidente del CONI Giovanni Malagò ha lavorato a lungo per convincere il presidente della FIT Angelo Binaghi che sarebbe stato davvero brutto, meschino, non celebrare al Foro Italico quest’anno l’unica nostra Coppa Davis della nostra storia nell’anno del quarantennale.
Così come sarebbe stato paradossale passare sotto silenzio le vittorie di Adriano Panatta, sempre nel 1976, qui al Foro Italico, poche settimane prima del suo trionfo al Roland Garros. Soprattutto quando – come è noto – la Federazione Francese ha invece invitato ufficialmente Adriano Panatta a premiare il prossimo campione del Roland Garros 2016.
Ma Binaghi, che se è diventato presidente FIT nel 2000 – 16 anni fa e ce ne resterà altri 4 come minimo anche se impostò la sua campagna elettorale con lo slogan “mandati federali massimo 8 anni” – lo deve proprio al vecchio alleato Panatta. I due hanno poi litigato a morte e Binaghi ha fatto di tutto per arrivare alla sua radiazione; da quel giorno Panatta non ha più messo piede al Foro Italico. Il Presidente della FIT aveva già opposto tutta la resistenza possibile immaginabile anche all’inclusione della targa dedicata a Adriano Panatta sulla “walk of fame” del Foro Italico, in viale delle Olimpiadi, dove 100 campioni dello sport italiano (Gros, Benvenuti, Calligaris, Rivera, i D’Inzeo, Tomba, Mennea, Pellegrini, Berruti, Pamich, Abbagnale, Mangiarotti, tanti per arrivare a 100 e per il tennis Pietrangeli, Barazzutti e la Pericoli) vengono giustamente ricordati per le loro epiche imprese internazionali (con l’eccezione forse di Lea Pericoli che in Italia ha vinto tantissimo, ma fuori dai nostri confini ben poco). Malagò dovette imporsi per includere anche Panatta in quel viale. Vedi foto della targa incastonata sul percorso di viale delle Olimpiadi.
La decisione della Federazione francese di “celebrare” Panatta e il suo successo di 40 anni fa, ha messo in grave imbarazzo il Coni – che condivide con la FIT l’organizzazione degli Internazionali BNL d’Italia – anche perché Giovanni Malagò si è sempre professato amico di Adriano Panatta. Prima che di Binaghi.
Così, dopo lunghe insistenze, è finalmente partita il 2 maggio da casa CONI-FIT all’indirizzo dei quattro “moschiettieri” vittoriosi a Santiago del Cile nel 1976 una mail congiunta firmata da entrambi i presidenti nella quale in una decina di righe non chiarissime, vi si legge:
“Caro (e a penna sono stati stati scritti separatamene i nomi di Adriano, Paolo, Tonino, Corrado) per il tennis italiano il 2016 è un anno speciale, perché ci offre l’occasione di festeggiare, insieme, tra l’altro, il quarantesimo anniversario della conquista della nostra prima Coppa Davis e il decimo della prima affermazione italiana nella Fed Cup.
Abbiamo pertanto il piacere di invitare te e gli altri protagonisti di questi indimenticabili successi azzurri a festeggiare con noi la ricorrenza in occasione degli Internazionali BNL d’Italia.
Ti aspettiamo al Foro Italico giovedì 12 maggio. p.v. alle ore 18,30 presso la Lounge CONI-FIT, sulla terrazza del Circolo del Tennis”
Firmato: Angelo Binaghi Giovanni Malagò
Al di là della forma – vi si legge “la nostra prima Coppa Davis” come se ce ne fossero state altre, senza far caso alle virgole piazzate un po’ casualmente o forse no (celebrare, insieme, fra l’altro…) è evidente che si è trattato di una cosa improvvisata, con un invito che parte soltanto il 2 maggio per un “evento” in tono minore.
Ben altra cosa sarebbe stata organizzare una grande cerimonia festiva sul campo centrale, con un minimo di coreografia. Quella sì che sarebbe stata una vera celebrazione, di fronte a 10.000 spettatori plaudenti! E magari intonanti, come 40 anni fa, “Aaa-driaaa-nooo, Aaa-driaa-nooo”. Non su una terrazza in mezzo ad un gruppo più o meno sparuto di dirigenti FIT e CONI e qualche “invitato d’onore” ripreso benevolmente da Supertennis (magari previo ordine alla regia di non insistere troppo sui primi piani di Panatta, Bertolucci e Zugarelli).
Insomma è chiaro a chiunque conosca dall’interno le vicende di questi rapporti scioccamente incancreniti che Giovanni Malagò si è dato da fare per salvare capra e cavoli (e un po’ la faccia davanti all’opinione pubblica rimasta perplessa alla notizia di Panatta celebrato in Francia e non in Italia), ma ha dovuto fare i conti con la testardaggine del presidente federale. Soccombendo.
Il risultato finale è stato che Panatta, che ho sentito al telefono, ha risposto al solo Malagò, ringraziandolo e dicendogli -versione ufficiale – “Purtroppo non posso a causa di precedenti impegni”.
E a questo punto Adriano sarà costretto a non farsi vedere per Roma in quei giorni! Perché chiaramente la verità è un’altra, anche se Adriano non vorrebbe far polemica, “Ho la mia vita…Ubaldo tu fai il giornalista…, se sono disposto a mettere una pietra sul passato con lui (Panatta non nomina mai Binaghi, se deve riferisi a lui è l’”Innominato”), no davvero! Ma a me non mi interessa entrare in queste cose…al Roland Garros mi invitano a premiare sul Philippe Chatrier, qua mi invitano al lounge della FIT! Ho risposto sol a Malagò per rispetto a Giovanni”.
Paolo Bertolucci, come sempre, ha una posizione più sfumata: “Non ho ricevuto nessun invito. A me lo ha detto Panatta. La mia mail ce l’hanno...”
Ma se l’invito arriva ci vai o no? ho chiesto.
“Ma ti ho detto che l’invito non ce l’ho…e poi io sono qui a lavorare per SKY, non abbiamo molti spazi liberi”.
Tonino Zugarelli (ignorato e snobbato dalla Fit di Binaghi per tutti questi anni) non ha avuto dubbi: “Non mi interessa”.
Altro che celebrazione. Unico disponibile Corrado Barazzutti, ci mancherebbe. Un funerale. In attesa della prossima conquista della Coppa Davis. Sperando di non dover aspettare altri 40 anni.