[4] S. Wawrinka b. B. Paire 5-7 6-2 6-1 (Bruno Apicella)
Stan Wawrinka perde un set ma esce vincente dal match di esordio agli Internazionali di Roma contro il francese Benoit Paire. Il numero 4 del mondo è apparso nervoso ed è riuscito a cambiare la partita soprattutto nel secondo set quando, dopo un warning, si è scrollato la tensione e ha ritrovato il suo tennis. Il numero 4 del mondo guida i precedenti contro il francese (per 6 vittorie a 2) anche se Paire (n. 21) aveva vinto l’ultimo incontro nel febbraio scorso a Marsiglia. Il primo set è deciso da un break nell’undicesimo game. È lo svizzero a perdere il turno di servizio dopo aver comandato tutti i turni di battuta concedendo pochissimi punti. Sul 5 pari Wawrinka offre tre palle break consecutive, Paire sfrutta la seconda e serve per il set chiudendo per 7-5.
Nel secondo parziale Wawrinka parte forte ottiene il break ma non riesce a dare continuità al gioco e perde di nuovo il servizio. Sul 2 a 1 lo svizzero appare nervoso e durante il game al servizio di Paire sbaglia diversi colpi che accompagna da qualche parola “di troppo” che porta l’arbitro Carlos Bernardes ad assegnargli un warning. Il numero 4 del mondo si arrabbia, chiede spiegazioni e da quel momento in poi inizia a lasciare andare i colpi conquistando il 3 a 1. Wawrinka spinge al servizio, ritrova il suo rovescio e aumenta la potenza dei suoi colpi. Con il francese che prova a reagire e annulla la doppia possibilità per lo svizzero di salire 5 a 1: Paire alza il livello del suo gioco, gli scambi si allungano e il francese chiude il game del 4 a 2 con un punto più bello dell’altro. Wawrinka non concede più nulla al servizio e sul 5 a 2 conquista il set in risposta chiudendo con un bel drop shot. Nel terzo set Stan continua a spingere tutti i colpi, Paire appare più sfiduciato e anche il suo gioco ne risente: il francese riesce a difendere solo un turno di servizio con lo svizzero che chiude per 6 giochi a 1 e accede agli ottavi dove lo attende la sfida con Juan Monaco.
[12] D. Goffin b. J. Sock 6-4 6-4 (Emmanuel Marian)
Una questione di atteggiamento. Certo, l’eleganza cerebrale del leggero David Goffin presenta tutte le caratteristiche cardine per inguaiare il fisico di Jack Sock, ma se dicessimo che l’americano non ci ha messo tanto del suo per rendergli meno complicato l’impegno non renderemmo giustizia a quanto visto nella brutta partita andata in scena sul Grandstand. Il belga sta vivendo una stagione on clay di transizione dopo i clamorosi exploit del marzo nordamericano, ma un avversario fallosissimo e unicamente aggrappato al 50% scarso di prime in campo gli facilita notevolmente il compito. Il numero 27 del mondo rimedia a una partenza sonnolenta approfittando di un Goffin poco incisivo e stranamente incapace di generare angoli, e rimette in piedi un set che sembrava perso recuperando nel nono game il servizio smarrito in avvio. L’atleta di Lincoln, tuttavia, restituisce immediatamente il maltolto offrendo il set point sul proprio servizio nel gioco successivo, che Goffin trasforma con una fulminante risposta di rovescio.
Potrebbe essere l’inizio della fine, ma la testa di serie numero 12 pare assente, forse influenzato negativamente dallo scarso pubblico che fa somigliare il match a uno svogliato allenamento. Sock, in questo pigro scenario, si avvantaggia di un break nelle fasi iniziali della seconda frazione ma, ciecamente fidandosi del suo incisivo colpo d’inizio scambio, si disinteressa in modo piuttosto plateale del successivo turno in risposta, permettendo a Goffin, nella cui testa iniziavano ad affollarsi pericolosi dubbi, di rimanere agganciato. La conseguenza di tale atteggiamento si sarebbe potuta prevedere con facilità: l’americano, nuovamente calato con la prima di servizio, facilita il rientro del tennista di Recourt che, trovatosi poco dopo sul 5-4 in suo favore, approfitta del primo match point per approdare al terzo turno, dove troverà ad attenderlo Tomas Berdych.
[6] K. Nishikori b. V. Troicki 5-7 6-2 6-3 (Emmanuel Marian)
Viktor Troicki ritrova al Foro Italico Kei Nishikori, un anno dopo il loro ultimo incontro. Anche questa volta, si presume, avrebbe fatto volentieri a meno dell’impegnativo rendez-vous, ma il campione di Shimane, che pare essersi svegliato con la luna storta, ci mette del suo per far sentire il serbo a proprio agio, faticando a trovare un minimo di feeling con campo, palle e vento. Gli spettatori di un centrale piuttosto gremito assistono a un brutto primo set, che procede piatto fino al 6-5 in favore del numero 24 del mondo: Nishikori, chiamato a servire per prolungare il parziale al tie break, commette nel solo dodicesimo gioco i gratuiti che normalmente si concede in un intero torneo e serve a Troicki tre consecutivi set point. L’alunno di Dante Bottini si salva nelle prime due occasioni, ma sulla terza completa la frittata spedendo lungo un rovescio in manovra: 7-5 Serbia in tre quarti d’ora di tennis rivedibile.
Nishikori soffre il caldo e convoca il medico per un non chiarissimo problema fisico; Viktor ha la chance che contro il giapponese non gli capita da Tokyo 2010 ma si sa, il suo equilibrio è labile: nel terzo gioco del secondo set, con il serbo al servizio sull’uno pari, lo smash di Kei viene chiamato fuori. L’arbitro corregge e assegna il punto al giapponese, mentre il serbo ne chiede la ripetizione inscenando una protesta discretamente scenografica. Il nesso causale tra il fatto e ciò che ne consegue è evidente: il furioso Viktor perde di vista la partita, mentre il numero 6 del ranking, tornato in sé, banchetta sulla sua ira sottraendogli due volte il servizio e chiudendo agevolmente il set sul 6-2.
Tutti attendono ora l’inevitabile crollo dello sfavorito, che puntualmente arriva nel quinto gioco della frazione decisiva, quando cede un turno in battuta che gli sarà fatale. Nishikori ritrova serenità e profondità di colpi, inchioda l’avversario nei pressi del telone e finisce per prevalere, pur soffrendo molto più del previsto. Certo è che dovrà crescere, e di parecchio, se vorrà dire la sua nelle fasi finali del torneo.
[8] T. Berdych b. A. Ramos-Vinolas 6-3 6-4 (Bruno Morobianco)
Ad aprire la terza giornata del torneo romano, l’incontro del secondo turno tra la testa di serie numero otto e lo spagnolo Alberto Ramos Vinolas, numero 57 del ranking mondiale ATP.
Ha vinto, come da pronostico, il tennista più blasonato ed esperto, ma non quello più in forma perché nonostante il classico punteggio del primo set, 6-3, Berdych ha faticato più del previsto. Se è vero che non è mai andato sotto nel punteggio, bisogna ammettere che non è proprio il massimo concedere, e annullare, nei primi due turni di servizio ben cinque palle break mentre lo spagnolo serviva con una certa tranquillità, lasciando un solo 15 nei suoi tre turni di servizio. Il primo set si è deciso all’ottavo gioco, quando Berdych ha approfittato dell’unica palla break a suo favore dell’intero primo set per portarsi avanti 5-3 e farlo proprio sul suo turno di servizio, sfruttando immediatamente la prima opportunità.
Secondo set che si è aperto, sulla scia vincente del primo, con l’immediato break pro Berdych, il quale ha avuto merito di conservare il prezioso vantaggio per tutta la seconda frazione di gara, specie nel quarto game quando ha annullato ben due palle break allo spagnolo, evitandogli di rientrare subito in partita e vincendo senza grossi patemi al primo match point a disposizione. È stata una gara combattuta più sul servizio del ceco che su quello dello spagnolo, che nonostante l’importante gap di classifica ha disputato una buona gara. Agli ottavi, Berdych affronterà David Goffin.
[LL] L. Pouille b. [Q] E. Gulbis 3-6 6-4 7-5 (Raoul Ruberti)
Al quarto match in quattro giorni, Ernests Gulbis si trova davanti non Tsonga, ritiratosi dal torneo, bensì un lucky loser. Il fortunato risponde al nome di Lucas Pouille, già vincitore la settimana precedente della loro sfida nelle qualificazioni alla Caja Magica, il quale – con l’atteggiamento tipico dei ripescati dell’ultimo momento – gioca semplice, quasi banale a tratti, ma bene. Senza alcuna pressione addosso costringe Gulbis a scambiare (una novità, dopo tre set contro Karlovic), va subito avanti, viene ripreso ma pare non essere preoccupato da nulla, neppure dalla sua bassa percentuale con la prima. Dall’altro lato della rete Enests sembra non volersi fermare, non stavolta, il suo gioco funziona.
Così, ormai indietro di un set e in risposta sotto 2-4, Pouille decide per giusto un ultimo tentativo di prolungare la gita romana. Il risultato è fatale: Gulbis viene breakkato, perde quattro giochi consecutivi e si ritrova un set pari. È tutto da rifare. Il lettone, che già aveva mostrato di patire l’inquieto pubblico del Pietrangeli, inizia a deconcentrarsi. Polemizza per un segno, cancellandolo con un calcio prima che Carlos Bernardes possa scendere dalla sedia e controllare se le sue proteste sono fondate, riprende una raccattapalle un po’ impacciata, litiga in sostanza con se stesso. Sotto di un break anche nel terzo set, riesce a non soccombere definitivamente durante una lunga fase in cui tutti i suoi (pochi) punti sono provocati da errori dell’avversario ma la sua rimonta, pur condita di colpi pregiati, dura un attimo. Il turno di battuta che gli avrebbe garantito almeno il tie-break viene concluso da due doppi falli e Pouille, senza ormai alcun timore, chiude i conti servendo a dovere.
P. Kohlschreiber b. [Q] I. Cervantes 6-4 6-2 (Diego Serra)
Vince in due set senza faticare Philipp Kohlschreiber contro Inigo Cervantes, numero 65 ATP. Un solo precedente tra i due con la vittoria del tedesco ad Auckland nel 2010. Oggi c’è stata poca partita, con Inigo Cervantes dimostratosi impreparato a questi livelli, mancando totalmente nei momenti topici dell’incontro. Come ad esempio nel quarto game del primo set, dove lo spagnolo ha avuto tre palle break che non ha sfruttato, per poi perdere il servizio nel game successivo. Un Kohlschreiber piuttosto svogliato si fa brekkare nel settimo game, concedendo ben quattro palle break, ma poi, dando finalmente un po’ di peso ai suoi colpi, ottiene un altro decisivo break nel decimo game, portando a casa il set. Meglio Cervantes solo negli ace finali, 4 a 1 per lo spagnolo.
Secondo set che inizia con Kohlschreiber che fatica a tenere il servizio, con lo spagnolo che non sfrutta quattro palle break. Ma è solo un fuoco di paglia, perché Cervantes non dà continuità al suo gioco e viene nuovamente brekkato nel quarto game, senza più riuscire a impensierire l’avversario sul servizio. Anzi è Kohlschreiber a ottenere un altro decisivo break nel decimo game, e a centrare il secondo match point concesso dallo spagnolo, che si consegna alla sconfitta senza nemmeno la proverbiale grinta che lo contraddistingue. Per un non straordinario Kohlschreiber ora ci sarà Rafa Nadal, e ci vorrà sicuramente da parte sua una prestazione di livello superiore.
Risultati secondo turno:
[6] K. Nishikori b. V. Troicki 5-7 6-2 6-3
[8] T. Berdych b. A. Ramos-Vinolas 6-3 6-4
[12] D. Goffin b. J. Sock 6-4 6-4
[PR] J. Monaco b. [16] K. Anderson 3-6 6-3 6-2
[LL] L. Pouille b. [Q] E. Gulbis 3-6 6-4 7-5
[4] S. Wawrinka b. B. Paire 5-7 6-2 6-1
Risultati primo turno:
[9] D. Ferrer b. [Q] F. Volandri 4-6 7-5 6-1
P. Kohlschreiber b. [Q] I. Cervantes 6-4 6-2
[15] R. Bautista Agut b. [WC] P. Lorenzi 6-3 6-1
N. Mahut b. P. Cuevas 7-6(6) 2-6 7-5
J. Chardy b. D. Dzumhur 2-6 6-4 6-2
[Q] S. Robert b. [Q] A. Bedene 7-6(3) 7-6(8)