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Pennetta su Sky, poveri giornalisti
Panatta non perdona
Un disastro annunciato
C’è gente che ha scritto di avere in animo di volersi sobbarcare 1000 km di auto soltanto per poter vedere Roger Federer dal vivo. Potrebbe, in effetti, essere l’ultima volta al Foro Italico e ad uno dei pochi tornei sfuggiti al suo impareggiabile palmares.
Roger ha disputato qui quattro finali, perdendole tutte. Non so se gli brucia più quella perduta con Nadal 7-6 al quinto dopo aver sciupato due matchpoint con due dritti un po’ presuntuosi – così li giudicò Emilio Sanchez sostenendo che “Rafa è più umile, non gli interessa vincere in bellezza con un colpo strappa-applausi, vuole vincere e basta e quei due dritti che avrebbero dato a Roger una conclusione formidabile Rafa non li avrebbe mai sbagliati per una questione di mentalità” – o la primissima persa da superfavorito contro Felix Mantilla, uno spagnolo coriaceo che però davvero non lo valeva.
Ma era ancora un Federer giovanissimo. Il Federer di oggi, invece, giovanissimo non lo è proprio più. Ad agosto compierà 35 anni e gli acciacchi hanno cominciato a farsi sentire come mai prima.
Per anni abbiamo scritto che, anche grazie al suo tipo di tennis fluidissimo ed “effortless” senza sforzo, lui è stato un fenomeno non solo di risultati ma anche di …salute.
Mentre quasi tutti i tennisti hanno avuto mille problemi e quasi nessuno ha potuto evitare contatti più o meno ripetuti con un chirurgo, per vie di polsi, spalle, ginocchia logorati dagli sforzi tremendi cui il tennis moderno con questi attrezzi e queste palle da contrarre e controllare che arrivano come missili, Roger sembrava del tutto immune. L’eccezione alla regola.
Ma il 2016 lo ha riportato sulla terra, come un qualsiasi comune mortale. I guai si sono succeduti, c’è stato bisogno di una operazione ad un ginocchio a seguito di un incidente così banale – facendo il bagno ai bambini in vasca, roba da far impallidire il ragioner Filini di Paolo Villaggio – da apparire incredibile. Dopo l’Australia è riapparso soltanto a Montecarlo saltando i due Masters 1000 americani, poi ha dato un improvviso forfait a Madrid per un mal di schiena che ce lo ha reso ancora più…umano, perché sono meno le persone che non hanno mai avuto un mal di schiena che quelle che lo hanno avuto, soprattutto dopo una certa età.
Arrivato a Roma, ed esibitosi in un allenamento sul centrale domenica alle 18,30 davanti a più spettatori di qualsiasi altro vero match, Roger Federer è stato visto allenarsi con grande circospezione e prudenza. Pochi servizi sparati a tutta randa, ancor meno smash, qualche corsa fatta con il freno a mano tirato. Nessuna scivolata perentoria.
Ieri si era sparsa voce di un suo possibile forfait. Voci di corridoio, dei soliti bene informati o degli allarmisti congeniti? Fatto sta che perfino il per solito prudente Paolo Bertolucci si è lasciato tentare da un tweet pieno di dubbi. Che ne ha quindi suscitati ancora di più: l’allenatore di Roger, Ivan Ljubicic, ex collaboratore di Sky avrebbe potuto saperlo meglio di chiunque altro e, sebbene “comandato” al silenzio assoluto, avrebbe potuto farsi sfuggire qualche dubbio con gli ex colleghi. L’orario in cui Roger è stata programmato per un match davvero interessante anche per via dell’avversario, il tedesco Zverev che molti pronosticano futuro n.1 del mondo (sulla stregua di quanto veniva profetizzato sul conto di Roger Federer una quindicina di anni fa), fa pensare.
Perché proprio a mezzogiorno?
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