[1] N. Djokovic b. T. Bellucci 0-6 6-3 6-2 (Raffaello Esposito)
Se amate Kurosawa sarebbero “I Sette Samurai”, se preferite il genere western “I Magnifici Sette”. Con Djokovic nei ruoli che furono di Toshiro Mifune e Yul Brinner, ca va sans dire.
Quanto sia merito o colpa di sorteggio e classifica non è dato sapere ma sta di fatto che a Roma gli ottavi nella parte alta del tabellone sembrano quasi un Masters di fine anno. Sotto spiccano i soli Murray e Wawrinka, ma sopra siamo in un altro mondo. I protagonisti includono la trimurti Nole-Roger-Rafa, i pretendenti Thiem e Kyrgios più Nishikori e Gasquet. L’imbucato al gran ballo del giovedì è il mancino brasiliano Thomaz Bellucci, n° 37 ATP, che è giunto qui sconfiggendo al primo turno il finalista di Montecarlo Gael Monfis, tds 14 del torneo.
Nel primo incontro serale il capo della banda è toccato proprio a lui e se nessuno poteva farsi illusioni sul vincitore, ben pochi potevano immaginare quel che stava per succedere, anche se alcuni precedenti avevano regalato qualche incertezza e le vaghezze di Djokovic nei turni preliminari (vedasi l’incontro con Robert) sono ben note. Bellucci vince il sorteggio, inizia alla risposta e il Centrale tutto sprofonda in un sogno irreale. Djokovic non centra il campo per 24 minuti consecutivi, vince un punto su dodici in avvio e pochi altri dopo subendo un clamoroso 6-0 che si fatica a commentare. L’ultima volta accadde nella finale di Cincinnati 2012 ma dall’altra parte c’era Federer… Potrebbe non essere nulla, in fondo Nole ha uno score di 5-3 negli incontri nei quali ha beccato bagel ma quando questo è avvenuto nel primo set ha sempre perso. Ma non è solo questo.
Quel che colpisce di più è l’assenza di reazione del serbo. Quante volte l’abbiamo visto imprecare disperato, battersi i bugni sulla coscia o lanciare sguardi di fuoco al suo clan nei momenti difficili?Oggi nulla, calma piatta condita da sorrisini sarcastici al cambio campo.
Il suo avversario sta facendo il compitino, gioca bene ma quasi tutti i suoi punti sono errori di Nole, il quale sembra accettare lo status quo con calma olimpica. Quando inizia il secondo set Becker, Wajda e i genitori in tribuna sembrano scolpiti nel sale tanta è l’incredulità. Ma ecco che piano piano, senza motivi evidenti, le cose tornano nella norma. Forse è lo stesso Bellucci a non crederci e ad allentare un attimo la presa mentre l’altro comincia a sbagliare meno, pur rimanendo ben sotto i suoi standard. E quando Djokovic gli strappa finalmente il servizio nel sesto gioco l’inerzia del match cambia e il sogno termina. Il serbo ha aperto gli occhi, tiene i suoi turni e pareggia il conto con un 6-3 che rimanda tutto al terzo set.
Il brasiliano molla leggermente e Nole ne approfitta per strappargli la battuta all’inizio del parziale decisivo. Ma tutto avviene senza scosse, non stiamo assistendo ad una battaglia di colpi, sembra di più una lotta mentale e la testa del serbo è ora una fortezza come la sua battuta. Il treno di Bellucci è passato, lo sa lui e lo sanno tutti senza bisogno di aspettare il secondo break al settimo gioco che chiude la contesa. Thomaz non ha saputo decidere e ha fatto la fine dell’asino di Buridano, morto di fame perché non seppe scegliere fra due cumuli di fieno. Nole invece raggiunge Nadal nell’annunciato quarto di finale, ma ci è mancato poco…
[12] D. Goffin b. [8] T. Berdych 6-0 6-0 (Emmanuel Marian)
David Goffin e Tomas Berdych si affrontano nel penultimo incontro di quarti di finale: fossero due pugili, non potrebbero combattere nella stessa categoria. Ma David da Recourt ha imparato col tempo a sfruttare al massimo un organo a volte sottoutilizzato dai palestratissimi tennisti contemporanei: il cervello. A Tomas, abituato a risolvere ogni problema a forza di badilate, manca presto l’aria e, incapace di reagire al cerebrale pressing da fondo campo del belga, naufraga completamente.
I problemi per il ceco iniziano già nel primo gioco: con un doppio fallo sul 15-30 apparecchia una palla break, che David sfrutta prontamente tirando un gran dritto dal centro del campo. Berdych si trova immediatamente costretto a correre a perdifiato su e giù per il rettangolo di gioco, non proprio la situazione ideale per un uomo di due metri e novanta chili. Costretto a colpire sovente in corsa, il numero 8 del mondo è molto poco efficace, mentre Goffin, bravissimo a generare angoli indigesti, brekka ancora due volte, si porta sul cinque a zero e fa suo il primo parziale in men che non si dica.
Goffin si appoggia meravigliosamente ai colpi piatti e puliti del ceco, risponde con continuità al servizio cercando sempre l’angolo aperto e Berdych, in profonda crisi nella ricerca della palla, non riesce in alcun modo a riemergere. Lo show del belga prosegue nella seconda frazione: strappa il servizio nel primo e nel terzo game mettendo insieme un numero di risposte vincenti fantascientifico per un match sulla terra battuta. Tomas, attonito e scoraggiatissimo, si procura finalmente anch’egli tre occasioni sul servizio di Goffin per realizzare il primo gioco dell’incontro, ma il numero 13 del mondo, sadico, mette a segno cinque punti consecutivi e vola sul 4-0. Berdych, che incredibilmente realizza quindici punti nell’intera partita, completa quella che forse ricorderà come la giornata più nera della sua carriera perdendo il turno in battuta del quinto game e incassa di lì a poco un clamoroso “doppio bagel”. David, sorpreso da tanta grazia, allarga le braccia incredulo: domani affronterà Murray per un posto in semifinale.
[2] A. Murray b. J. Chardy 6-0 6-4 (da Roma, il nostro inviato cigi)
Pronti, partenza via: 3 a 0 per Murray su Chardy in quindici minuti, con l’incontro fra il numero due del mondo e il francese programmato come ultimo match della giornata sul Pietrangeli. Lo scozzese è in forma, e Chardy non può rappresentare un ostacolo duro, debole com’è sulla diagonale del rovescio. Il francese è lento anche a girare attorno alla palla per colpire il dritto, che è pesante solamente quando ha il tempo di essere caricato. Murray, però, di tempo da perdere oggi non ne ha e quindi alza il ritmo portandolo a un livello insostenibile. L’inglese conquista un altro break, tiene il servizio e sale sul 5 a 0 che diventa 6 a 0 nel primo game in cui Chardy arriva a 40. Sono passati 29 minuti e il match è imbarazzante.
Ha voglia Murray in questo periodo della stagione, vuole sprecare il minimo di energie in partite come queste per presentarsi fresco nel weekend. Chardy riesce comunque a fare partita, tiene due turni e salve tre palle break consecutive sotto per 2 a 3. Improvvisamente, Murray concede un qualcosa: due palle break. Chardy sale 4 a 3 ma non riesce ad allungare, sprecando l’unica occasione per allungare il match. Murray chiude 6-4, strappando il servizio al francese nell’ultimo game e deliziando la platea con una smorzata di qualità eccelsa. Murray è in forma, sembra intenzionato ad arrivare in fondo. E non solo a Roma, lo sguardo lungo ha la torre Eiffel all’orizzonte.
Risultati:
[1] N. Djokovic b. T. Bellucci 0-6 6-3 6-2
[2] A. Murray b. J. Chardy 6-0 6-4
[5] R. Nadal b N. Kyrgios 6-7 (3) 6-2 6-4
[13] D. Thiem b. [3] R. Federer 7-6 (2) 6-4
[6] K. Nishikori b. [11] R. Gasquet 6-1 6-4
[12] D. Goffin b. [8] T. Berdych 6-0 6-0
[LL] L. Pouille b [9] D. Ferrer 6-4 6-1
J. Monaco b. [4] S. Wawrinka 6-7 (5) 6-3 6-4