J. Monaco b. [4] S. Wawrinka 6-7(5) 6-3 6-4 (da Roma, il nostro inviato cigi)
Il solito Wawrinka, fra partenza diesel e lunghe pause, riesce a perdere contro Monaco in tre set deludendo le aspettative di un Pietrangeli strapieno. Salvate un paio di palle break nel primo game, e ceduto il servizio sul 2-2, Stan impiega un po’ per “accendersi”. Monaco mantiene il vantaggio acquisito fino al 4-3, quando perde un game da 40-0 facendo rientrare in partita Stan. Succede che lo svizzero ha iniziato a tenere la palla in campo, dopo i primi game in cui ha sparato un po’ a casaccio. Stan sale 6-5 con una smorzata di rovescio che è una meraviglia, ma Monaco è solido e conquista il tiebreak. Sul 4-3 Wawrinka, una chiamata errata gli fa rigiocare il punto che aveva praticamente conquistato. Lo svizzero si arrabbia e cede i due successivi. “Simple and heavy“, semplice e pesante, gli dice il coach Norman, aggiungendo un “that’s good clay court tennis” quando Stan conquista il setpoint grazie a un net fortunoso per poi chiudere il set nel punto seguente.
Ha iniziato a giocare tardi Stan, che è superiore nel palleggio da fondo campo quando ha la pazienza di costruirsi il punto. Ormai caldo, con la voglia di “soffrire” da fondo campo che sembra durare, Wawrinka fa subito il break nel primo game. Ma sposta l’interruttore della concentrazione su off, cedendo il break, per poi rimetterlo su on, riconquistandolo, e poi di nuovo su off, lasciando che Monaco lo agganci sul 3-3. L’argentino questa volta tira dritto e chiude per 6-3 quando il cronometro segna 1 ora e 42 minuti di gioco.
Nel terzo set Monaco allunga subito su due a zero: l’interruttore è ancora su off. Donna Vekic e Magnus Norman cercano di scuotere lo svizzero. “Every point, active!” gli dice l’allenatore. Monaco sale sul 4-2 giocando d’intelligenza, e Stan sembra non averne più. L’argentino ricorre spesso alla smorzata e tira dritto senza disunirsi, non concede palle break e chiude 6-4 dopo 2 ore e 24 minuti di gioco. Per il campione del Roland Garros, parso anche stanco fisicamente a fine gara, non un bel viatico parigino. Per gli organizzatori, e per il pubblico, un quarto di finale Pouille-Monaco che è roba da campo 8.
[LL] L. Pouille b. [9] D. Ferrer 6-4 6-1 (Domenica Giugliano)
Sul Grandstand, scendeva in campo la testa di serie numero 9 del tabellone, David Ferrer, vittorioso all’esordio soltanto al terzo set contro un ottimo Volandri. Il suo avversario Pouille, lucky loser e vincitore in tre set di Gulbis, è un ostacolo duro sulla terra rossa quest anno ed in più, nell’unico precedente, quello di Miami di due mesi fa, il francese era uscito vincitore dopo una lunga battaglia conclusasi 7-5 al terzo.
Il match è in equilibrio nel primo parziale fino al settimo game. Sul 3-3, Pouille sfrutta un passaggio a vuoto di Ferrer, stranamente falloso da fondo e sfrutta immediatamente la palla break, volando sul 5-3 grazie al turno successivo di servizio e chiudendo il set con grande autorità con il punteggio di 6-4 in 36 minuti di gioco. La reazione dello spagnolo non arriva neanche ad inizio del secondo parziale, anzi. Pouille strappa la battuta già nel primo game, mantiene il servizio a zero e vola 3-0 con doppio break in appena 15 minuti di gioco. Ferrer, già in dubbio prima del torneo, sembra l’ombra del giocatore ammirato negli ultimi sei anni. I troppi acciacchi si fanno sentire e gli scambi prolungati sono tutti a favore del francese. Tuttavia, a sorpresa, nel quarto game David recupera uno dei due break, approfittando di qualche errore di troppo da parte del francese. Ma è l’ultimo lampo dello spagnolo, che ritorna falloso e poco propositivo e concede senza tanta resistenza il successivo turno di servizio. La partita termina qui. Pouille chiude 6-1 in poco più di un ora di gioco.
Ottima prova per il francese, autore fin qui, di una stagione straordinaria. Per lui ai quarti Juan Monaco, autore dell’altra sorpresa di giornata contro Wawrinka. Per Ferrer da verificare le condizioni fisiche e mentali, in previsione del Roland Garros, che parte tra meno di due settimane, forse troppo poche per recuperare la giusta condizione.
[6] K. Nishikori b. [11] R. Gasquet 6-1 6-4 (Emmanuel Marian)
In molti, alla vigilia dell‘incontro di scena sul Grandstand tra Nishikori e Gasquet, si chiedevano quale sarebbe stata la versione odierna del nipponico. Avrebbero visto il Kei delle due finali e una “semi” negli ultimi tre tornei, recentemente dichiaratosi in forma come mai negli ultimi tre anni, oppure quello grigio del suo esordio romano contro Viktor Troicki di martedì? A Richard Gasquet l’ardua sentenza. Il tennista di Béziers sta vivendo un’annata di transizione; ha conquistato un titolo, nel feudo di Montpellier, ma per il resto è stato incapace di vincere tre partite di fila nello stesso torneo, a dire il vero condizionato dai vecchi problemi alla schiena e dai nuovi patimenti al polso.
Nishikori fornisce risposte abbastanza chiare all’iniziale quesito stappando il match con un terrificante parziale di dodici punti a due. Gasquet, fin da subito investito dai traccianti in risposta del giocatore di Shimane, gioca terrorizzato, arretra, accorcia con il dritto e nemmeno trova una sicura ancora di salvataggio nell’amico rovescio lungo linea, poiché il giapponese, sulla diagonale sinistra, non è amico di nessuno. Il francese dà notizie di sé solo nel quarto game, quando rastrella un paio di errori dell’avversario e si procura due inopinate palle che gli consentirebbero di recuperare un pizzico di fiducia e uno dei due break ceduti in avvio, ma Kei si salva e Richard s’immalinconisce sempre più, mentre guarda mestamente il set finire nelle mani del numero 6 ATP.
Il canovaccio della storia non sembra cambiare di una virgola nella seconda frazione. Kei è troppo preciso, vivo e aggressivo per le odierne possibilità di Richard, costretto a macinare chilometri nei pressi del giudice di linea nel tentativo di arraffare qualche inutile “quindici”. Nishikori strappa il servizio nel secondo gioco grazie a un clamoroso rovescio lungo linea che pare mettere la parola fine alla contesa, ma all’improvviso, senza giustificazioni apparenti, il giapponese si spegne: nel quinto game è bravo a salvarsi in tre occasioni dal contro break, ma nel settimo deve cedere il servizio e nel nono, addirittura, deve dare il meglio di sé per cancellare due palle del 5-4, che avrebbero mandato Gasquet a servire per il parziale. In qualche modo tiratosi fuori dai guai, Nishikori si tranquillizza, torna ad aggredire in risposta e costringe il francese a cedere il servizio decisivo nel decimo gioco: sarà lui, domani, a contendere a Dominic Thiem un posto in semifinale.