[2] A. Murray b. [12] D. Goffin 6-1 7-5 (dal nostro inviato a Roma)
I support band hanno terminato e finalmente è il momento della quarantanovesima esibizione dei Nadokic (o dei Diokal, ma non vorremmo urtare nessuno) . Se la prima band ha offerto un’esibizione tutto sommato più che dignitosa – e del resto i Muguszky, provateci voi a pronunciarlo, si candidano per un futuro non troppo lontano a band principale – Murfin è servita ad una cosa sola: spiegare bene perché Andy Murray non è, e a questo punto non sarà mai, all’altezza degli altri tre. Non è certo la tecnica (superiore ad almeno due degli altri tre fab), o la preparazione atletica (idem, ma diversi), o, dio ci scampi, il senso tattico a mancare all’ufficiale dell’ordine dell’impero britannico di Dunblane. No, quello che Murray non ha e non avrà mai è la stessa totale dedizione (ammirevole o ossessiva, fate voi) per il tennis. Lo stare sempre, sempre, sempre e poi sempre, attaccato con la testa alla partita. Murray si distrae, si compiace forse di arrivare sempre al ciglio di qualche baratro, gioca mezzora da Laver (per dire, state calmi) e mezzora da giocatore italiano (di nuovo: è solo per dire) per prendersela non si sa con chi, forse col tennis, questo sport cattivo che non vuole che tu ti distragga ed è in grado di trasformarti in automa. E Andrew Barron Murray non è un automa. E quindi non vincerà mai quanto gli altri.
Il suo incontro di oggi è meravigliosamente esplicativo. Partenza lenta e break subito a zero e poi una specie di esibizione contro un giocatore, Goffin, che pare proprio di una diversa categoria. Tanto da far apparire troppo semplice il compito dello scozzese. E visto che il 6-1 del primo set rischiava di far credere che la questione fosse troppo semplice, Murray è andato nei suoi mondi nel secondo, riuscendo a portare il belga, commovente per la sua dedizione, addirittura sul 3 a 1. Murray recuperava come e quando voleva, si portava sul 4 a 3 e servizio e ovviamente subiva il break. Nessuno, tra l’accaldato pubblico romano – maledette previsioni – avrebbe ugualmente scommesso un centesimo sul belga, e infatti Murray si è ripreso immediatamente il maltolto. Al momento di servire per il match, l’imprevisto: Goffin riesce a restituire pesantezza ai suoi colpi e con uno splendido dritto incrociato si procura due palle break. Una prima annulla la prima (ovvio) ma sulla seconda uno splendido passante di dritto porta Goffin sul 5 pari.
Il belga si trova ancora sotto per 15/40 ma annulla le due palle break con grande intelligenza tattica. Un lungolinea largo riporta Murray a palla break, ma non è quella giusta, perché lo scozzese manda in rete un dritto dopo uno scambio sostenuto. La scena si ripete per un po’ fino a quando Goffin – sulla quinta palla break – mandava un rovescio in rete e rimandava Murray a servire per il match. Stavolta Andy faceva un po’ d’attenzione: era sufficiente per chiudere al primo match point, grazie ad una risposta lunga di Goffin.
Siamo davvero curiosi di vedere cosa si inventerà domani Murray per complicare la partita contro Pouille.