[2] A. Murray b. [1] N.Djokovic 6-3 6-3 (da Roma, il nostro inviato cigi)
Pazienza se lo speaker non è molto sveglio nel realizzare che il 15 maggio è oggi, e quindi un bell’augurio da indirizzare a Murray durante il riscaldamento ci poteva stare. Ci pensa il pubblico però a sopperire, con tanti “happy birthday Andy”. In tribuna c’è il capitano della Roma Francesco Totti.
Murray non ha tempo da perdere in sfibranti palleggi da fondo campo, spinge da subito e si procura tre palle break quando è in vantaggio per 1 a 0: Djokovic ne annulla due, Murray ne sbaglia una. Sul 2 a 1 inizia a piovere, il serbo vorrebbe smettere e lo fa capire con i gesti, l’arbitro fa proseguire: Djokovic va sotto 15-40 e Murray fa il break. Nole lancia la racchetta che rimbalza sugli spalti dietro di lui, uno spettatore gliela restituisce e l’arbitro gli dà un warning. Murray allunga sul 4 a 1 che diventa 5 a 2.
La partita non è eccezionale. Qualche bello scambio e qualche accelerazione dei due raccolgono applausi convinti, ma oltre questo non c’è molto altro. Si aspetta la “boxe” tennistica fra i due, ma forse la stanno conservando per Parigi. Murray chiude 6-3 in 46 minuti, un lasso di tempo in cui non si è vista una volée e nel quale l’unico colpo giocato sopra la testa è uno smash chiuso da Murray.
Si riparte con Murray che rallenta un pochino il ritmo, e Djokovic arriva per la prima volta a palla break nel match. Lo scozzese riesce comunque a salvarsi e raggiungere Nole sull’1 a 1. Continua a piovere, ombrelli e poncho colorano le tribune e il serbo si lamenta con l’arbitro quando scivola per la seconda volta sulla riga del servizio. “È troppo (f-word) pericoloso”, dice. Intanto, arriva nuovamente a palla break sul 2-1 in suo favore ma Murray annulla con un serve and volley vincente. Sul 2 a 2 la svolta: Murray tira un rovescio “frecciarossa”, tanto è veloce, e si conquista la palla break che capitalizza con un’altro rovescio della stessa marca, concludendo la debole ribattuta del serbo con una comoda volèe.
Murray concede qualcosa allo spettacolo con dei ricami sotto rete, conserva il break di vantaggio ma Nole lo tallona. Sul 4-3 il serbo protesta nuovamente con l’arbitro per le condizioni di gioco, ancora pericolose per lui. Qualche goccia cade ancora, le righe sono bagnate, ma sospendere la partita scatenerebbe le proteste del centrale. “Non voglio giocare più” dice il serbo all’arbitro. Murray pazienta e sale 5-3, conquistando il diritto a servire per il match contro Djokovic a Roma come nel 2011. Allora, in semifinale, il serbo recuperò. Adesso ce la farà di nuovo?
Non c’è n’è bisogno, di servire per il match, perché un dritto lungo e un doppio fallo di Djokovic offrono due match point a Murray. E qui arriva il punto più spettacolare della partita: il serbo non conclude un facile rovescio nei pressi della rete, preferendo la diagonale stretta al lungolinea scoperto nel lato di Murray. Lo scozzese ci crede e corre verso la sedia del giudice di sedia, impattando in lungolinea a campo aperto. E qui alza le braccia al cielo.