Premessa: questo articolo potrebbe avere degli “effetti collaterali” significativi sul destino di questa rubrica. Perché potrebbe anche essere che, dopo averlo letto, in redazione qualcuno dica: “In effetti ha ragione. Ma allora perché manteniamo la rubrica?”
Ma non si può evitare l’argomento solo perché c’è il rischio che questo sia l’ultimo articolo dei “Dintorni” (anche perché ormai è tardi per pensare – e scrivere – qualcosa d’altro…).
Poco meno di un anno e mezzo fa, a fine 2014, i riflettori del tennis mondiale erano tutti puntati sui giocatori provenienti dai paesi dell’ex Jugoslavia. In campo maschile avevano vinto 3 Slam su quattro (2 Novak Djokovic e 1 Marin Cilic), erano in 3 nella top 10 (Djokovic, Cilic e il canadese Milos Raonic, nato in Montenegro) e alle ATP Finals di fine anno, tra singolo e doppio, si erano qualificati in 6 (Djokovic, Cilic, Raonic in singolo, il croato Ivan Dodig, il serbo Nenad Zimonjic e il canadese Nestor, nato in Serbia). Con il diciasettenne croato Borna Coric che aveva appena battuto Nadal a Basilea ed era il primo under 18 ad entrare nella top 100 dal 2004.
Anche in campo femminile, sebbene non ai livelli dei maschietti, la situazione non era per niente male. L’ex n. 1 del mondo, la serba, Ana Ivanovic era tornata n. 5 al mondo, l’altra serba Jelena Jankovic era n. 15 e c’era anche qui una promessa croata di 17 anni: Donna Vekic, che aveva vinto ad aprile il suo primo torneo WTA ed era entrata tra le top 100.
Oggi la situazione è molto cambiata. In peggio, purtroppo.
I primi segnali negativi li avevamo percepiti in occasione degli Australian Open, dove solo il vincitore Novak Djokovic aveva raggiunto la seconda settimana del torneo. E soprattutto li avevamo evidenziati dopo i tornei di Indian Wells e Miami. Negli USA, infatti, a parte la doppietta del fuoriclasse serbo, si erano registrati solo i quarti di finale di Cilic a Indian Wells e l’exploit del bosniaco Damir Dzumhur – arrivato sino agli ottavi di finale dopo aver battuto Rafa Nadal – in Florida. Tra le donne l’unico risultato degno di nota erano stati gli ottavi di Jelena Jankovic a Indian Wells.
Nelle due settimane tra Madrid e Roma i risultati sono stati ancora peggiori.
Sempre senza considerare Djokovic, che anche senza brillare – e figurarsi se avesse brillato – un torneo l’ha vinto e nell’altro è arrivato in finale, nessuno del resto della truppa è riuscito infatti a superare il secondo turno. Vediamo meglio il dettaglio dei risultati, prima in campo maschile e poi in quello femminile.
ATP – Madrid
Cominciamo con chi ha poco da rimproverarsi in terra spagnola, la 19enne promessa croata Borna Coric, che ha vinto un bel match contro Almagro, per poi fermarsi davanti a Djokovic.
Qualcosa da rimproverarsi, invece, ce l’ha il serbo Viktor Troicki che viene da tre mesi molto deludenti, per uno che aveva dichiarato di aspirare alla top 10. A Madrid è uscito subito per mano di Kuznetsov. Mentre l’altro top 30, Ivo Karlovic, è stato anche lui eliminato dopo tre tie-break dal non irresistibile statunitense Kudla.
Nelle qualificazioni c’erano sia il concittadino di Cilic – out sia a Madrid che a Roma a causa dei postumi dell’infortunio al ginocchio occorsogli a Miami – Ivan Dodig che il serbo Dusan Lajovic, ma nessuno dei due è arrivato al tabellone principale.
ATP – Roma
A parte Nole, solo il connazionale Troicki si è spinto oltre il primo turno: ha battuto Gabashvili, per poi arrendersi subito dopo in tre set a Kei Nishikori.
Gli altri tutti subito out, al termine di match finiti tutti al terzo set: Coric ha perso al tie-break nel parziale decisivo contro il sempre ostico Kukushkin, Karlovic contro Gulbis, Dzumhur – che aveva superato le qualificazioni – contro il francese Chardy.
Oltre a Dzumhur, nelle qualificazioni c’era anche Lajovic, uscito al primo turno.
WTA – Madrid
In tre hanno superato il primo turno: la croata Mirjana Lucic-Baroni – che proveniva dalle qualificazioni – ha vinto un buon match contro Kiki Mladenovic, Ana Ivanovic ha avuto la meglio in tre set su Katerina Siniakova, mentre la montenegrina Danka Kovinic si è regalata lo scalpo di una top 10, Robertina Vinci. Subito fuori invece Jelena Jankovic contro Sorana Cirstea.
Al turno successivo fuori anche tutte le altre: Lucic-Baroni contro Siegmund, fresca reduce dalla favola della prima finale WTA raggiunta proprio nella sua città, Stoccarda, Kovinic contro Cirstea, Ivanovic contro la sorpresa Chirico (che poi è arrivata in semifinale).
Nelle qualificazioni c’erano anche la slovena Hercog e le due croate Vekic e Konjuh: tutte eliminate subito.
WTA – Roma
Se poteva andare peggio che a Madrid? Sì. Al Foro Italico solo Ana Ivanovic è riuscita a superare il primo turno (ai danni della russa Pavlyuchenkova), prima di perdere in tre set – subendo un pesante 6-1 nel parziale decisivo – contro la statunitense McHale. Sconfitte all’esordio invece sia Jankovic (in tre set contro la rediviva Bouchard) che Kovinic (contro Makarova).
Niente da fare nelle qualificazioni per le tre croate Lucic-Baroni, Konjuh e Vekic.
Insomma, maluccio forte.
E se tra Parigi e Wimbledon la tendenza rispetto ai primi 5 mesi dell’anno non si invertirà, anche la classifica potrebbe risentirne. In particolare quella degli attuali top 50.
Cilic, oggi n. 11 ATP, difende ottavi a Parigi e quarti a Wimbledon: se non fa bene rischia di uscire dalla top 15. Troicki, n. 24, se non brillerà sull’erba come lo scorso anno (semifinale a Halle, ottavi a Wimbledon), potrebbe scivolare ben oltre la trentesima posizione. Karlovic, n. 29, è nella stessa identica posizione in termini di risultati 2015, per lui però il rischio è quello di ritrovarsi addirittura fuori dai Top 50 se il suo serve&volley non lo supporterà come lo scorso anno sul manto erboso. Anche Coric, n. 44, corre lo stesso rischio, dato che a Parigi difende il terzo turno dello scorso anno.
In campo femminile chi rischia grosso è la Ivanovic, n. 16 WTA, semifinalista a Parigi lo scorso anno. Se non saprà far meglio di quanto ha fatto a Madrid e Roma, scivolerà fuori dalla top 20. Anche la Jankovic, n. 26, non è serenissima, perché ha in scadenza i punti degli ottavi di Wimbledon.
Sembrerebbe quasi che la stella di Djokovic abbia brillato così tanto in questo periodo che sia riuscita a nascondere gli impacci e i problemi di tutti gli altri giocatrici provenienti dall’ex Jugoslavia. Sicuramente i risultati ottenuti nel 2016 fanno suonare più di un campanello d’allarme, anche perché di tutti i nomi che abbiamo fatto tra i top 50, solo Coric ha meno di 27 anni. E tolto Cilic, tutti ne hanno almeno 29 (consideriamo anche Djokovic, che li compie domenica).
Può però anche darsi che i risultati di fine 2014 abbiano creato troppe aspettative, o siano poi stati dati per scontati, senza considerare invece quanto fossero stati un qualcosa di straordinario.
Perché invece se guardiamo tutto da un’altro punto di vista, osserviamo che comunque da quelle zone, in questo momento, in campo maschile provengono il n. 1 del mondo Novak Djokovic, un giocatore alla soglia della top 10 e già capace di vincere uno Slam come Marin Cilic, una delle più grandi promesse del tennis mondiale come Borna Coric. E che a livello femminile possono comunque contare in prospettiva su tre top 100 under 20 come Danka Kovinic, Donna Vekic e Ana Konjuh.
E in tema di prospettive è giusto citare anche le tante speranze serbe che stanno iniziando a farsi notare: tra i maschietti Krstin, Djere, Milojevic e Jankovic, tutti tra i 20 e i 21 anni e tutti già tra i primi 300 al mondo, e il 16enne Kecmanovic, che a livello Future sta già ottenendo ottimi risultati (è arrivato in finale in Florida in aprile), e tra le femminucce un paio di talenti già ospitati in questa rubrica: la 19enne Jorovic, già entrata tra le top 200, e la 15enne Danilovic, che ha appena vinto due tornei ITF under 18 consecutivi.
Perciò a pensarci bene, tutto considerato, vista la situazione da quest’altro punto di vista, la rubrica dovrebbe essere salva…