Nastase: “I bad boys come Kyrgios un bene per il tennis, ma prima devono vincere qualche Slam!“
Il tennis italiano non arriva al Roland Garros, lo Slam maggiormente foriero di positivi piazzamenti azzurri, con un’inerzia favorevole, ma anzi, sull’onda di risultati negativi molto preoccupanti. Archiviata la disfatta di Roma e dando un’occhiata più generale, va purtroppo rilevato che negli ultimi quaranta giorni giocati sulla terra rossa, superficie sulla quale la maggioranza dei giocatori azzurri ha sempre incamerato una grossa percentuale dei propri punti, sono stati conseguiti risultati molto modesti nel circuito maggiore.
Infatti, sommando assieme uomini e donne, è triste riportare che prima del più importante torneo della stagione su rosso, sia stata ottenuta una sola semifinale (Fognini a Monaco) ed appena sei quarti (Fognini a Barcellona, Seppi a Nizza, Lorenzi e Cecchinato a Bucarest, Giorgi a Praga, Vinci a Stoccarda). Nel settore maschile, che in questo 2016 non solo non ha ancora raggiunto un titolo, ma ancora nemmeno una finale, abbiamo poi perso anche due giocatori tra i primi cento (Bolelli e Cecchinato), mentre purtroppo in quello femminile la Knapp, che non ha potuto difendere questa settimana i punti della sua vittoria dello scorso anno a Norimberga, uscirà dalle prime cento giocatrici dalla prossima classifica.
Il bilancio vittorie/sconfitte nel lasso di tempo analizzato (sono stati presi in considerazione i tornei disputati a partire dall’11 aprile) è ancora più deludente: Fognini (6/6), Seppi (3/2), Lorenzi (4/4), Vinci (3-6), Errani (0-3), Giorgi (3-3), Knapp (1-3) per un bilancio complessivo davvero modesto di 20 vittorie e 29 sconfitte.
Anche questa settimana, dedicata ai tornei di rifinitura al Roland Garros (Nizza e Ginevra tra gli uomini, Norimberga e Strasburgo tra le donne) e secondo tradizione snobbata dai più forti (tra i top ten, il solo Wawrinka in crisi nera di risultati ha giocato nel torneo di casa) i nostri non sono riusciti a sfruttare l’occasione di poter partecipare a tabelloni non proibitivi.
Il solo ad aver raggiunto un buon risultato è stato Andreas Seppi, tornato la settimana scorsa dopo due mesi alle gare a Roma, dove è stato l’unico italiano a vincere una partita. Iscrittosi a Nizza, al primo turno ha affrontato il veterano spagnolo Daniel Munoz de la Nava, numero 107 del ranking. L’altoatesino ha avuto una per lui piuttosto abituale partenza lenta, cedendo il primo set al tie break dopo un’ora e due minuti e, soprattutto, si è trovato a dover fronteggiare un match-point quando ha servito nel decimo game per rimanere nell’incontro, per poi essere bravo a sfruttare la conseguente adrenalina positiva ed arrivare al terzo. In tale frangente, dopo aver nuovamente rischiato (prima 0-3 sotto, poi diverse palle per mandare il trentaquattrenne iberico a servire per il match) ha fatto valere la sua maggiore classe ed abitudine a partite di livello ATP, chiudendo dopo più di due ore e mezza col punteggio di 6-7(4) 7-5 6-4.
Il secondo turno contro Paul Henry Mathieu, trentaquattrenne numero 67 del mondo, non era assolutamente semplice: sia perché contro l’ex 12 del mondo (aprile 2008) era indietro nei precedenti nel circuito ATP (1-4, sebbene datati), sia perché il tennista di Strasburgo in Francia trova energie supplementari e diventa estremamente ostico. Come accaduto nel primo turno, Andreas ha avuto un inizio di partita difficile, costatogli il primo set, andato via dopo dieci game e quaranta minuti. Il tennista nato a Caldaro ha poi vinto facilmente il secondo, per mostrarsi nuovamente lucido e freddo nei momenti importanti: sul 4-4 del parziale decisivo, sfruttando gli errori del francese, non ha esitato a staccarlo ed ad ottenere i suoi secondi quarti di finale del 2016 (dopo quelli di Sofia ad inizio febbraio), sconfiggendolo con lo score di 4-6 6-2 6-4 in due ore e dieci minuti di intensa lotta.
Purtroppo per Andreas, Dominic Thiem, testa di serie numero 1 del torneo, quindicesimo nel ranking ATP e sesto nella classifica Race che tiene conto dei soli risultati nel 2016, si è rivelato sostanzialmente di un altro livello rispetto allo stato di forma attuale dell’altoatesino: l’esito della partita, terminata con un doppio 6-3 in poco più di un’ora, non è purtroppo mai stato in dubbio, ma quello disputato sulla Costa Azzurra resta un buon torneo per Andreas che ha raggiunto i quarti e messo in cascina partite lunghe dopo un recente rientro da un lungo stop.
Sempre a Nizza, ha invece enormemente deluso Fabio Fognini: non è possibile definire altrimenti la prestazione di un giocatore come il ligure, per molti addetti ai lavori tra i migliori specialisti sul rosso, contro Donald Young, numero 82 del ranking: il mancino americano, proveniente dalle qualificazioni, ha una scarsissima dimestichezza con la terra rossa ed è sceso in campo contro il nostro giocatore con un modestissimo record in carriera su tale superficie (6 vinte/19 perse). Se il ligure stava bene fisicamente (non ha dato in campo segnali negativi in tal senso), non basta a giustificare la chance mancata di guadagnare preziosi punti con lo scarso feeling di Fabio con il torneo sulla Costa Azzurra: nelle quattro precedenti partecipazioni, aveva ottenuto una sola vittoria (contro un giovanissimo Cecchinato nel 2013, in quella che era stata sua ultima partecipazione). Fabio, che aveva perso unico precedente tra i due sull’indoor di Vienna nel 2012, invece, avanti di un set e con tre palle break a favore nel terzo game del secondo, ha spento la luce, ha iniziato ad innervosirsi ed a dissipare la sua classe con una lunga serie di errori gratuiti, che hanno consegnato la partita nelle mani dell’americano, vincitore in un’ora e quaranta minuti col punteggio di 4-6 6-3 6-3.
Anche Marco Cecchinato, terzo ed ultimo italiano impegnato in un torneo ATP era iscritto al torneo di Nizza, ma non avendo la classifica per entrare direttamente in tabellone, ha partecipato alle qualificazioni: nel primo turno è stato bravo a superare il croato Ante Pavic, numero 371 ATP, 7-6(4) 6-4 in 1h23’, avendo solo qualche piccola tribolazione nel primo parziale (quando avversario ha servito per set). Purtroppo, nel turno finale delle quali, Marco si è dovuto arrendere a Kyle Edmund, ventunenne britannico all’ottantaquattresimo posto della classifica ATP, che lo ha regolato 6-3 6-4 senza particolari patemi in un’ora e dodici minuti.
A Ginevra l’unico azzurro ad aver provato a partecipare al torneo elvetico è stato Lorenzo Giustino: il napoletano ha provato l’accesso al tabellone principale, ma è stato fermato al primo turno delle qualificazioni, dove era quinta testa di serie, dal ventiquattrenne bosniaco Tomislav Brkic, che lo ha sconfitto col punteggio di 4-6 6-4 6-3 in 2h11’ di partita.
Tra le donne, le uniche italiane a scendere in campo sono state Sara Errani e Roberta Vinci, a causa dei forfait poco prima della compilazione dei tabelloni da parte di Knapp a Norimberga (particolarmente doloroso, visto che era campionessa in carica, circostanza che contestualmente le costerà una brutta discesa in classifica) e di Giorgi a Strasburgo, dove era la sesta testa di serie. Purtroppo, la maceratese si è cancellata dal torneo per il perdurare dei problemi alla schiena che le avevano impedito di scendere in campo a Madrid al secondo turno contro la Pavlyuchenkova: la speranza di tutti gli appassionati azzurri è che stia al meglio al Roland Garros, dove esordirà contro la wild card locale Alizè Lim.
Sara Errani, a seguito delle quattro sconfitte rimediate all’esordio negli ultimi cinque tornei ai quali ha partecipato e dell’infortunio rimediato in Fed Cup che le ha fatto saltare tre settimane per lei molto preziose, era desiderosa di incamerare punti e partite sulla a lei congeniale terra rossa. Ha dunque chiesto ed ottenuto una wild card al torneo di Strasburgo, dove mancava dal 2008 ed una volta accordata, era anche prima testa di serie del seeding. Purtroppo, è arrivata un’altra delusione per l’emiliana la quale si è arresa alla ventiduenne portoricana Monica Puig, cinquantunesima giocatrice al mondo che evidentemente soffre, visto che ci aveva già perso entrambi i precedenti. Dopo un buon inizio di match, che le aveva consegnato con il punteggio di 6-4 il primo set, l’emiliana è sparita di scena, lasciando la possibilità alla portoricana di comandare gli scambi ed acquisire fiducia: dopo un’ora e quarantacinque minuti, la Puig ha stretto la mano alla Errani da vincitrice di una gara archiviata col punteggio 4-6 6-3 6-1. Preoccupa davvero questo 2016 di Sara, la quale ha avuto pochi alti e tanti bassi ed al Roland Garros difenderà i quarti di finale raggiunti lo scorso anno, rischiando seriamente di uscire dalla top 20. Soprattutto, inquieta osservare che, se si escludono le due settimane magiche di Dubai (vittoria) e Charleston (semifinale), quest’anno la bolognese ha uno score in singolare di appena quattro vittorie e ben dodici sconfitte.
Non è molto migliore neanche lo stato di forma della nostra numero 1, Roberta Vinci, presentatasi a Norimberga per difendere la finale conquistata lo scorso anno, con appena due vittorie ottenute in stagione sulla terra rossa (tra l’altro in condizioni indoor a Stoccarda). La tarantina, anch’essa numero 1 del tabellone, al primo turno ha faticato più del previsto per avere la meglio sulla qualificata Barbora Krejcikova, ventenne numero 193 del ranking WTA: dopo aver vinto il primo set facilmente, Roberta ha iniziato a sbagliare molto, consegnando inevitabilmente il secondo parziale alla giovane avversaria. Nel terzo e decisivo set, sul 2-2 la Vinci è stata brava a riuscire a mettere una marcia in più e portare a casa il passaggio al secondo turno, archiviato col punteggio di 6-2 2-6 6-3 in due ore e cinque minuti di gioco. Negli ottavi l’attendeva un’altra qualificata, l’olandese Kiki Bertens ed anche contro l’ottantanovesima giocatrice al mondo Roberta non è riuscita a produrre una prova degna del suo talento e della sua classifica, confermando di versare in un periodo di involuzione di forma. Eppure nonostante tutto, Roberta ha avuto chance di vincere entrambi i set: nel primo era avanti 4-1, prima di subire una clamorosa rimonta e perderlo 6-4; nel secondo, dopo aver brekkato l’olandese quando serviva per il match, non è riuscita a sfruttare la favorevole inerzia psicologica ed ha finito col perdere il tie-break, che pure aveva condotto 2-0, e quindi l’incontro, mandato in archivio con lo score di 6-4 7-6(4) in un’ora e venti di gioco. Roberta si gioca quasi tutte le chance di migliorare il suo ottimo attuale best ranking da qui a luglio, visto che l’anno scorso tra Roland Garros e Wimbledon inclusi non vinse neanche una partita: ha davvero un’ottima chance per riuscirci, visto anche come il suo gioco sia congeniale all’erba, ma deve ritrovare al più presto la forma persa da aprile in poi.