[Q] K. Bertens b. M. Duque-Marino 6-2 6-2
Il torneo che l’anno scorso era stato conquistato dalla nostra Karin Knapp in una finale tutta azzurra contro Roberta Vinci passa ora nelle mani dell’olandese Kiki Bertens, attuale n.89 del ranking WTA, che ha disputato una finale superlativa contro quella Mariana Duque-Marino che ieri aveva giocato i quarti al mattino e la semifinale al pomeriggio, mostrando grande preparazione fisica. Oggi la colombiana deve applaudire il trionfo dell’avversaria non a causa della stanchezza, ma per via del gioco perfetto messo in campo dalla ventiquattrenne di Wateringen, che dopo aver dominato il primo set ha respinto i continui e generosi tentativi di rientrare in partita della Duque-Marino, affiancando all’ottimo rendimento al servizio e dal fondo un convincente gioco a rete. È per lei il secondo WTA International della carriera, dopo il successo marocchino di Fès nel 2012, sempre sulla terra.
Il primo set segue i servizi, tenuti con sicurezza da entrambe le finaliste senza andare mai ai vantaggi, fino al 3-2 Bertens, poi nel sesto gioco arriva il break dell’olandese, che concede un solo 15 all’avversaria. Sul 5-2 e servizio Duque-Marino, la colombiana sale 30-15, ma un cross di rovescio incrociato molto angolato e profondo della Bertens e nel punto successivo una stecca di dritto della n.98 WTA consegnano all’olandese un set-point dopo appena 23 minuti di partita. È sufficiente, perché dopo pochi colpi un rovescio lungo linea della ventiseienne di Bogotà è leggermente largo: 6-2 Bertens, che appare in pieno controllo del match, con un servizio perfetto e un gioco solido e profondo che l’avversaria fatica a contenere.
Il secondo set si apre con la Duque-Marino che cambia passo e tattica: è molto più rapida negli spostamenti laterali e ogni volta che può si avventura a rete. Questa strategia le frutta due palle break, le prime a suo favore, ma la Bertens non si scompone, continua a martellare specie col rovescio e porta a casa il game d’apertura. Il match sale di livello grazie al miglioramento della sudamericana: ora anche la Bertens ricorre talvolta alla discesa a rete e ne nasce una serie di punti molto spettacolari, con continui capovolgimenti di fronte e ottime giocate, spesso concluse con vincenti o palle corte che raccolgono i meritati applausi del pubblico tedesco. Sul 2-1 Bertens e servizio Duque-Marino, la colombiana riprende a balbettare alla battuta e si ritrova in un attimo 15-40. Annulla la prima palla break con una pregevole volèe in corsa ma cede il servizio nel punto successivo ad una Bertens che non accenna al benché minimo calo. Il gioco successivo conferma tutto questo nella maniera più scoraggiante per la tennista di Bogotà, che si procura altre due palle break salendo 15-40, ma poi assiste a un monologo dell’avversaria che mette a segno quattro punti consecutivi, annullando il primo break-point venendo a rete e chiudendo con lo smash, il secondo tirando bordate dal fondo e poi chiude il game con un ace. Insomma, una sintesi chiara del repertorio completo messo in campo dalla Bertens: ricorso alla rete quando serve, spaventosa continuità dal fondo e servizio al top: 6-2 4-1 per lei. La colombiana però non smette di lottare, tiene il suo turno di battuta e sul 4-2 per l’avversaria si procura altre due palle break non consecutive in un gioco che dura ben 15 punti, ma alla fine del quale l’olandese esce comunque indenne. È il colpo di grazia per la resistenza mentale della Duque-Marino, che sotto 6-2 5-2 cala al servizio e si ritrova in attimo 0-40. Annulla con orgoglio i primi due match-point, ma poi si deve inchinare alla superiorità di una Kiki Bertens mai come oggi eccellente sotto tutti i punti di vista, dai fondamentali tecnici alle soluzioni tattiche e alla solidità mentale. Il WTA International di Norimberga è meritatamente suo.