Come ti sei sentito là fuori per il tuo primo match? Forse nel primo set eri un po’ stanco o hai avuto bisogno di tempo per trovare il passo?
Sì, solo il tempo di abituarmi alle condizioni di un nuovo campo, di un nuovo torneo. Il secondo e il terzo set sono stati molto buoni, ho trovato il mio ritmo, nel primo ci sono stati alti e bassi. Ma voglio guardare al lato positivo e spero di migliorare con l’andare avanti del torneo.
Credo che inizialmente avresti dovuto giocare ieri, poi per via della pioggia sei stato cambiato. Questa cosa fa la differenza nella tua preparazione, ti spiazza un po’?
Beh, non molto, ma influenza la tua preparazione perché con l’avvicinarsi delle fasi iniziali del torneo tu ti approcci in maniera strategica ad ogni sessione di allenamento e lavori su alcune cose specifiche due o tre giorni prima dell’incontro. Noi ci aspettavamo di giocare lunedì ma non è andata così, non è un grosso problema.
Ora affronterai uno dei miei compatrioti, lo conosci bene Steve Darcis?
Beh, si trova nel tour da molti anni e ha avuto un paio di grandi vittorie, credo contro Nadal a Wimbledon un paio di anni fa. In generale credo lui preferisca giocare su superfici più veloci perché è molto talentuoso e ha delle mani veloci e un buono slice. Non l’ho visto spesso giocare sulla terra, dovrò fare dei compiti al riguardo.
Stai attento perché nel circuito lui viene chiamato lo squalo.
Oh, davvero? Ho una bella risposta in mente ma la me la tengo per me. Io amo gli squali (sorride).
Questa è la quinta volta che arrivi qui con l’opportunità di concludere il Career Grand Slam, sono sicuro che sei abituato a questa sensazione. Quanto sono diverse le sensazioni che provi quando arrivi qui paragonate agli altri Slam, sapendo che puoi creare la storia?
Non è la prima volta quest’anno che mi trovo ad avere tante aspettative su di me. A conti fatti, sono tre anni di fila ora che mi trovo a vivere una situazione simile in questo torneo, e ovviamente le persone si chiedono se questo sia l’anno giusto e anch’io me lo chiedo. Quindi sì, quando arrivo qui provo emozioni diverse ma sta a me scegliere come usare queste emozioni e io cerco di utilizzarle come motivazione per ispirarmi a giocare bene a rimanere calmo. Se io avrò o no delle opportunità per lottare per il trofeo quelle sono nelle mani dell’Onnipotente, io non posso influenzarlo in alcun modo ma posso certamente dare il meglio di me, come sempre.
Credi che le Olimpiadi dovrebbero offrire punti?
Questa è materia di dibattito. Onestamente io non vedo la ragione del perché non dovrebbero dare punti. Capisci, abbiamo i migliori giocatori al mondo che partecipano a quello che potrebbe essere il quinto Slam. Per tutti noi ha questa importanza, anche di più, perché avviene ogni 4 anni. Io incoraggerei le persone a ripensare al fatto di dare punti, alla fine i giocatori che decidono di non partecipare fanno una loro scelta e bisogna rispettarli. Dal mio punto di vista è un’esperienza meravigliosa essere con tutti i migliori atleti del mondo intorno a te nel villaggio olimpico e rappresentare il tuo paese.
Domenica Nick Kyrgios ha ricevuto una code violation per aver gridato “asciugamano” ad uno dei raccattapalle e nella conversazione che ha avuto con l’arbitro ha fatto riferimento ad un episodio che ti è capitato a Roma un paio di anni fa. Personalmente come ti senti riguardo al fatto che Nick abbia fatto riferimento al tuo incidente sul campo? E poi, credi che lui sia trattato differentemente dagli arbitri?
L’ho visto, ho visto quella particolare situazione particolare che è venuta nel suo match. Cosa posso dire? È sua la scelta di voler riportare quell’evento, io non conosco la natura del suo gesto e del perché abbia ricevuto una punizione, se si tratta solo dell’asciugamano o forse ha fatto qualcosa prima. Non voglio entrarci. Quello che fa è totalmente una sua scelta. Sai, non so se menzionare il mio nome fosse necessario, ma comunque ho rispetto per la sua scelta.
Traduzione a cura di Paolo Di Lorito