DA PARIGI – Due chiacchiere con il finalista del Roland Garros del 1988, Henri Leconte. In questa giornata grigia e piovosa, l’exploit di Richard Gasquet di ieri contro Nishikori “illumina” tutte le pagine dei giornali odierni ed è ancora sulla bocca di tutti. Henri, celebre per il suo “franc parler” (non avere peli sulla lingua) e il senso dello humour, ha fatto ridere tutti ieri nella conferenza stampa post match di Richard. Alla domanda di un giornalista sulle ragioni per cui Gasquet abbia raggiunto i quarti solo dopo 13 partecipazioni, l’istrionico ex tennista francese ha esclamato: “Perché piove!“ scatenando ovviamente l’ilarità di tutti i presenti in sala e dello stesso Richard. Comunque, scherzi a parte, Leconte è estremamente soddisfatto della performance del n. 12 del mondo e ora, contro Murray, ci crede eccome. A patto che il pupillo di Sergi Bruguera sappia essere maître de son destin...
Allora signor Leconte, qual è il suo parere sulla performance di Richard ieri contro Nishikori?
È stato forte, competitivo… è stato il padrone del campo. È stato molto diverso dal Richard Gasquet che vedevamo prima che, contro i migliori giocatori del mondo, sembrava dare l’impressione di fare del suo meglio ma senza troppo crederci. Ieri era lui il capo. Merita questa vittoria, perché è andato a prendersela. Dopo l’interruzione sul 4-2, era un altro uomo; ora ha superato un limite. Penso avesse bisogno di avere maggiore fiducia in se stesso, maggiore maturità. E avere Bruguera con sé è molto importante, gli ha trasmesso grinta, combattività e il modo di gestire e dare una direzione precisa alle sue partite.
Pensa che Richard rimanga ancora un po’ troppo dietro la linea di fondo?
È il suo gioco. Però sta facendo progressi, comincia ad andare sempre più in avanti. È anche per questo che ha vinto ieri contro Nishikori che non ha saputo come gestirlo e spiazzarlo in campo. L’ha fatto precedentemente su una terra più rapida, poiché il giapponese preferisce quando la terra è più veloce, come a Madrid; ma ieri le palline erano pesanti, il campo era lento e più “pastoso” e non riusciva a generare forza e potenza. Tutte cose che hanno aiutato Richard che, invece, dal canto suo, ha giocato molto profondo, ha servito bene. Sì, ha fatto un match perfetto.
Qual è ora la chiave per dare fastidio a Andy Murray? È complicato secondo lei?
No, non lo è. Ma deve essere lui a condurre il match. Deve essere competitivo, deve darsi lui le chance ed essere capace di spingerlo ancora più a fondo. Lo sappiamo, Murray è un grande difensore ed è Gasquet che deve prendere le redini del gioco. Se non lo fa, è “morto”!