Un torneo iniziato non proprio sotto i migliori auspici con il primo forfait di Roger Federer dall’era del paleolitico e quello quasi di pari importanza per i francesi di Gael Monfils é proseguito sulla stessa linea con gli abbandoni di Rafa Nadal e Jo Tsonga. Sul primo sarà pure il caso di dire qualcosa: se davvero era messo così male già a Madrid, che senso aveva giocare a Roma?
Poi ci si è messa la pioggia a complicare ancor di più la vita agli esausti organizzatori che, per completare l’opera, si sono visti uscire venticinque francesi su ventisei prima degli ottavi di finale. E infatti il calo nelle vendite dei biglietti, complice anche la paura per gli attentati, non è casuale.
Ma venivamo a quel che ha detto il sacro suolo di Porte d’Auteuil. Cominciamo col dire che non è successo praticamente nulla e siccome non siamo qui a vendere i tappeti (cit. Rino Tommasi) bisogna riconoscere che siamo di fronte alla peggiore prima settimana di uno slam da vent’anni a questa parte (giusto perché siamo giovani e prima non ce le ricordiamo). Delle prime sedici teste di serie che in teoria dovremmo ritrovare agli ottavi abbiamo perso di rilevanti per strada solo Nadal (4) e Tsonga (6) per i motivi non tecnici già detti. Non possiamo certo dire che le premature dipartite di Cilic (10) e Simon (16) ci abbiano sorpeso. Come di consueto più imprevedibile il torneo femminile con l’uscita prematura di Kerber (3) e Azarenka (5, ma anche lei era mezza rotta), più le nostre Vinci (7) ed Errani (16), Safarova (11), Kvitova (10) e Ivanovic (14).
In verità il dato saliente di questa prima settimana è il nervosismo di Novak Djokovic, che forse al pari del Roger Federer del 2009, sta vivendo il torneo sotto l’inquietante sindrome del “O adesso o mai più”. Probabilissimo che alla fine lo porti a casa come il suo compare svizzero rendendo il torneo storico più per il risultato finale che per il suo svolgimento. Non è detto però che gli altri siano d’accordo. Insomma Stan Wawrinka e Andy Murray, che verosimilmente si scanneranno nella parte bassa del tabellone, hanno sofferto ad inizio torneo ma adesso sembrano perfettamente calati nelle loro vesti di guastafeste. Ah, poi c’è sempre l’enigmatico Nishikori, uno capace di nascondere la palla a tutti per ore per poi nascondersi a sua volta sotto la palla stessa fino a scomparire, mentre dubitiamo che McEnroe riesca a correggere tutti i limiti tecnici di Raonic con un paio di chiacchierate a bordo campo.
Il numero 1 insomma dovrebbe arrivare in finale senza troppo soffrire e non è detto che questa sia una buona notizia perché poi una partita vera dovrà pur giocarla. Magari chi uscirà vico dal triangolo magico Thiem-Goffin-Gulbis, i primi due a nostro avviso hanno messo in mostra il miglior tennis di questa prima settimana, potrà fare il solletico a Nole ma da qui a batterlo sulla distanza dei cinque set è un’altra storia.
E le donne? E le donne, vabbè, se non fosse che Serena non è più affidabile, numeri alla mano, a livello slam (in fondo non ne vince uno da Wimbledon…), potemmo parlare di belle storie tipo quella della Bertens, della Putintseva o della Begu che quest’anno è davvero un osso duro sulla terra per tutti. Radwanska e Halep hanno già dimostrato la loro inaffidabilità arrivate ad un passo dalla gloria, ma in fondo anche Kerber, Pennetta e Stosur, tanto per citarne tre a caso, prima di vincere il loro unico slam non avevano dato impressione di grande solidità mentale. Alla fine un centesimo lo punteremmo sulla vincente del match odierno tra Muguruza e Kuznetsova. Statene certi che lo perderete, visto che avevamo dato vincente Petra Kvitova…