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[1] N. Djokovic b. [14] R. Bautista Agut 3-6 6-4 6-1 7-5 (da Parigi, Laura Guidobaldi)
Novak Djokovic non si fa intimorire dal bravo spagnlo Roberto Bautista Agut e centra per la decima volta i quarti al Roland Garros. Batte l’iberico per 3-6 6-4 6-1 7-5 e ora aspetta il vincente tra Berdych e Ferrer.
Finalmente si gioca! In un misto di pioggia e vento, martedì, scendono in campo il n. 1 del mondo e Roberto Bautista-Agut. I due sono ancora infreddoliti poiché cominciano con scambi relativamente “pacati” e prolungati. Il serbo non si fa attendere e strappa il servizio al Roberto. Ma attenzione! Lo spagnolo reagisce immediatamente, non solo mettendo a segno il controbreak ma, a sua volta, strappando il servizio a Nole per salire poi 4-2.
Non ne approfitta perché il serbo si riavvicina sul 3-4. Una sottilissima pioggia continua ad inumidire il campo, lentissimo ovviamente, la giornata è grigia e cupa ma “colorata” dai tanti ombrelli aperti sullo Chatrier. E… setpoint Bautista Agut che azzarda un vincente sulla riga… fallito. Ne arriva un secondo ed è quello buono. Il primo set parla spagnolo, 6-3. Ma piove di nuovo e il gioco è sospeso.
Dopo l’interruzione, Djokovic sembra più tonico rispetto al primo parziale e mette a segno 7 punti di fila. Roberto si salva perché annulla la bellezza di 5 pallebreak tallonando Nole sul 2-2. Il festival dei break continua, ed è normale considerate le condizioni del campo oggi. Il n. 1 del mondo cade in errori che nelle migliori condizioni non commette ma, nonostante tutto, riesce a controllare l’avversario, superandolo 5-3. Ma Bautista imbriglia ancora Djoker che, nel frattempo, rompe due corde nello spazio di pochi minuti. È un parziale stregato per l’iberico perché nonostante il passo sul 4-5, Novak alla fine mette il sigillo sul set vincendolo 6-4. Tutto da rifare dunque. Il campionissimo di Belgrado ora prende il sopravvento e stacca l’iberico sul 4-1. Gli scambi sono bagnati e prolungati ma, con il passare del tempo, è Nole a prendere le redini del set. Ma Giove Pluvio non perdona e continua a inondare Parigi e i poveri campi di Porte d’Auteuil. Il match viene nuovamente sospeso per poi essere definitivamente rimandato al giorno dopo.
Siamo giunti al mercoledì e, nonostante la giornata uggiosa e cupa, la pioggia dà un po’ di resspiro. I giocatori scendono in campo ed è la volta anche di Djokovic e Bautista Agut. Il serbo continua con lo slancio con cui stava giocando il giorno prima, intascando il set 6-1. Nel quarto parziale deve nuovamente faticare poiché Roberto non ci sta a lasiare il campo troppo presto. Lo spagnolo lo aggredisce e lo sorprende portandosi in vantaggio 4-2. Ma è un fuoco di paglia. Nole si ricorda di essere il n. 1 e, dopo aver raggiunto l’avversario sul 4-4, mette a segno il break sul 5-5 per aggiudicarsi il set 7-5.
Tutto regolare, dunque. Novak Djokovic continua la sua corsa verso la storia e accede ai quarti di finale dove attende il vincente tra Berdych e Ferrer.
[13] D. Thiem b. M. Granollers 6-2 6-7(2) 6-1 6-4 (da Parigi, Antonio Garofalo)
Dominic Thiem continua la sua fantastica stagione, quella della definitiva consacrazione nel tennis che conta, approdando per la prima volta in carriera ai quarti di finale di un torneo dello slam, terzo austriaco dopo Melzer e Muster.
Thiem partiva decisamente bene strappando il servizio a Granollers nel terzo gioco, manovrava in maniera magnifica con il rovescio spedendo lo spagnolo molto fuori dalla riga di fondo, il che sul campo numero 2 con gli out piuttosto ridotti significa serio rischio di schiantarsi sulle mura. Proprio quando l’allievo di Bresnik era sul punto di chiudere il parziale la pioggia prendeva il sopravvento inducendo l’arbitro a sospendere il gioco. Alla ripresa il game assumeva i contorni della maratona e l’austriaco riusciva a completare l’opera solo al ventiquattresimo punto ed alla quinta palla set. In realtà si trattava solo di un anticipo di quello che sarebbe stato il secondo set, che sebbene Thiem cominciasse con il piede giusto avvantaggiandosi subito di un break – subito restituito – diveniva presto una lotta punto a punto. Che trovava la sua logica conclusione nel tie-break, in verità giocato sotto una pioggia battente. Un doppio fallo ed un paio di sbracciate di rovescio che non trovavano il campo mettevano in difficoltà Thiem e Granollers zitto zitto con la sua regolarità si portava in parità. La pioggia non manifestava intenzione di diminuire di intensità e arrivava una nuova sospensione.
Alla ripresa delle ostilità, come avrebbe detto il grande Sandro Ciotti, l’austriaco metteva subito il turbo sballottando il povero Granollers da una parte all’altra del campo. Non c’era più partita, Thiem volava subito 4-0 per il 6-1 nel terzo set e poi brekkava l’avversario anche nel settimo gioco del quarto set. Sia che debba giocare nei quarti di finale contro Goffin (2-4 nei precedenti) sia che debba farlo contro Gulbis (3-1 in suo favore) che stanno ancora battagliando sul campo 2, questo Thiem partirà favorito per andare a giocare la probabile semifinale contro Novak Djokovic forte dei 24 successi ottenuti in stagione sulla terra battuta.
[7] T. Berdych b. [11] D. Ferrer 6-3 7-5 6-3 (Tommaso Voto)
La pioggia battente che in questi giorni cade su Parigi ha costretto gli organizzatori del Roland Garros a dover riscrivere più volte il programma di gioco, ma tra sospensioni, campi bagnati e lamentele dei giocatori (Halep e Radwanska soprattutto) c’è una sola certezza: il tetto sul Philippe Chartie non è più un’opzione rinviabile, perché in queste condizioni la regolarità del torneo rischia di essere compromessa.
Il n.7 del seeding Berdych supera in tre set uno spento Ferrer, che ha giocato decisamente sottotono e non è riuscito a sfruttare le opportunità concesse dal suo avversario, soprattutto nel secondo set. C’era molta curiosità alla vigilia di questa partita, in quanto i due tennisti vivono un momento decisamente complicato, perché il ceco si presenta a Bois de Boulogne senza allenatore (il divorzio con Vallverdu è avvenuto a Roma dopo il doppio bagel contro Goffin), mentre David combatte con qualche infortunio di troppo e con risultati sulla terra battuta al di sotto dei suoi standard abituali. Questa crisi si rispecchia nella classifica, infatti “Ferru” è uscito dalla top 10 dopo quasi sei anni e rischia un lento, ma inevitabile declino. Il valenziano è avanti 8-6 nei precedenti (ma 3-3 sulla terra battuta), ma ha perso l’ultimo a Madrid qualche settimana fa e sembra soffrire la violenza dei colpi del ceco. Ferrer e Berdych tornano in campo sul di 2-1 per lo spagnolo, che nel primo gioco è stato anche costretto a salvare tre palle break consecutive.
Tomas gioca un primo set solido e convincente, infatti mette alle corde il suo avversario, che cerca di spingere con il diritto, ma la sua palla è decisamente poco penetrante. I rimpianti per Ferrer sono condensati tutti nel secondo parziale, quando spreca complessivamente 7 opportunità per il break e per riaprire quantomeno il match. Berdych è stranamente un cecchino, non subisce cali di tensione e si costruisce il set point, nel dodicesimo gioco, con un rovescio lungolinea in corsa che si stampa sulla riga. Un diritto vincente a campo aperto porta il 7-5 a favore del ceco, che è attento e preciso a non lasciare un minimo spazio di manovra allo spagnolo. Il terzo set si muove sullo stesso spartito tattico, con Ferrer che cerca di muovere il gioco, ma Berdych è sempre attento e preciso sulle palle break. Il 6-3 finale consegna i quarti (e Djokovic) al ceco, che in questo torneo vanta una semifinale ottenuta nel 2010, persa poi da Soderling. Per Tomas la sfida contro il n.1 sarà durissima, considerando che è dietro 23-2 nei precedenti. Non sconfigge Nole dal 2013, nei quarti di finale degli Internazionali d’Italia.
[12] D. Goffin b. E. Gulbis 4-6 6-2 6-2 6-3 (Raoul Ruberti)
David Goffin e Ernests Gulbis entrano in campo per il loro quarto turno, infine, quando sono ormai passate le quattro del pomeriggio di martedì. I due, costretti dal maltempo ad un allenamento della vigilia fianco a fianco sullo stesso campo, non giocano ormai da sabato. La notizia è buona soprattutto per la testa di serie numero dodici: i giorni di sosta forzata appianano la differenza tra le loro fatiche di terzo turno – Gulbis ha usufruito del ritiro di Tsonga dopo appena sette game, mentre David è riuscito a imporsi su Almagro soltanto al quinto set – e costringono Gulbis a ricominciare quasi da zero il proprio torneo. Il lettone, difatti, ha recentemente ammesso di aver bisogno di giocare molte palle molto spesso, in modo particolare col dritto, perché altrimenti “dopo due giorni mi scordo come colpire”. Quando l’incontro inizia però, l’impressione è assai diversa.
Sul terreno che è una fangosa incognita, Goffin viene spedito a destra e a manca dalle bordate avversarie e subito scivola (letteralmente) indietro nel punteggio. Alla serie dritto vincente in risposta-break-pallata in cielo-warning che conclude a suo sfavore i primi due game, tuttavia, segue già una sospensione del gioco. Né i giocatori né tanto meno il pubblico sono d’accordo e la loro insistenza ottiene un momentaneo ok per proseguire, sufficiente però soltanto a far sì che Gulbis conservi un turno di servizio tribolato prima che tutto si fermi di nuovo. L’insofferente Ernests a questo punto inforca il borsone e si incammina verso il tunnel; quando la giudice di sedia lo ferma per dirgli di rimanere in campo, lui le risponde che “tanto non ci farete giocare lo stesso”. Tempo trenta secondi e una voce dal walkman gli dà ragione: si fa ritorno negli spogliatoi, sbuffando. Non se ne uscirà prima di mezzogiorno e mezza del giorno seguente.
Mercoledì, terminato il nuovo giro di riscaldamento, il match riprende da dove aveva lasciato: da Goffin che zampetta all’inseguimento del dominante Gulbis. Finché, per un game, il servizio di quest’ultimo si inceppa e David è subito di nuovo dentro il set. Ma la macchina da vincenti riprende presto a funzionare a pieno regime, si tira fuori dai guai (palle break sul 4-4) e strappa il game che chiude il primo set con una dolce palla corta. Gulbis uno, Goffin zero e un’altra, identica palla corta apre il secondo set. I punti che seguono sono però sono tutti del belga, e c’è un perché: Goffin ha trovato il modo di dare un taglio laterale alla palla e così questa non si alza più troppo, e per il lettone diventa difficile organizzare un attacco. In breve il vantaggio è montato a 4-0, e una tardiva reazione non impedisce di trovarsi da capo, un set pari – il primo perso da Gulbis nell’intero torneo.
La pazienza è la virtù dei forti, e dei meno forzuti. Più di una volta, in situazioni di equilibrio nel punteggio del game, il minuto venticinquenne di Rocourt riesce a rimanere lì sullo lo scambio, giocando in controtempo, “in levare”, finché una palla-macigno dell’avversario non termina fuori. Capita più volte: alla fine i gratuiti di Gulbis saranno sessantanove e il dato, da solo, sarebbe sufficiente a spiegare i suoi ultimi, insufficienti due set. Nella manche finale i turni di servizio di Goffin sono ormai diventati poco più che una formalità, mentre il lettone si trova sempre più spesso a fronteggiare il mostro del triplo break point. Invano: una serie di errori con entrambi i fondamentali certifica che il cigno è tornato brutto anatroccolo, il principe è di nuovo ranocchio, e che se dominare per un solo set non basta nei tornei qualsiasi, figuriamoci a Porte d’Auteuil. David Goffin guarda la nona seconda di servizio avversaria che si spegne in rete, poi può dirigere i suoi pensieri al quarti di finale contro Dominic Thiem. A Ernests Gulbis rimane invece un compito forse più arduo: quello di non sprofondare, di nuovo, nel buio.
Risultati
Ottavi di finale:
[12] D. Goffin b. E. Gulbis 4-6 6-2 6-2 6-3
[1] N. Djokovic b. [14] R. Bautista Agut 3-6 6-4 6-1 7-5
[13] D. Thiem b. M. Granollers 6-2 6-7(2) 6-1 6-4
[7] T. Berdych b. [11] D. Ferrer 6-3 7-5 6-3
Quarti di finale:
[2] A. Murray b. [9] R. Gasquet 5-7 7-6(3) 6-0 6-2
[3] S. Wawrinka b. A. Ramos-Vinolas 6-2 6-1 7-6(7)