Tanti auguri Nadal: se possibile, ridateci Rafa
Caro nemico, ti scrivo.
Buon compleanno Rafa. I miei auguri sono fra i più sinceri che riceverai perché non sono mai stato un tuo tifoso. Anzi, a dirla tutta non ti ho mai sopportato. Ho capito subito con orrore che eri un predestinato, anche se agli inizi tu hai fatto di tutto per mimetizzarti con pinocchietti e canotta che neanche a Follonica… Seguo tennis da un po’, ho preferito Mac e Edberg a Borg e Lendl e con una compagnia di tanto nomine non ti offenderai se parteggio per il tuo amico Roger. Del resto le coltellate che gli hai inferto in qualche modo hanno fatto sanguinare anche me e quindi qualcosa mi devi. Non so più quante urla mi hai strozzato in gola con un recupero impossibile o una curva di dritto vincente tirata dalle tribune. Ricordo invece bene quel che mi è uscito di bocca in quei momenti ma preferisco dimenticare… Ma il tempo passa e solo gli stupidi non cambiano mai idea. Così piano piano l’avversione si è venata di rispetto perché non ti ho visto mai mollare né mancare di riconoscere le capacità di un avversario che aveva avuto la ventura di batterti. Quanto sarebbe stato più facile dire “scusate, non ce la faccio” a Melbourne contro Stan, invece di continuare a rischio di danni maggiori. Quel terzo set vinto di puro carisma servendo come mio nonno è stata una delle cose più belle che abbia mai visto su un campo da tennis. Grazie.
Da allora ti ho guardato con occhi nuovi e ho visto. Ho visto un uomo con la resistenza di Stakanov e la forza di volontà di Demostene, che curò la balbuzie parlando con la bocca piena di sassi, ma il sorriso sempre sulle labbra e una parola gentile per tutti, a parte forse Carlos Bernardes. Qualche anno fa a Montecarlo mia figlia era in coda per un tuo autografo. Quando è arrivato il suo turno una guardia del corpo ti ha spinto via e ricordo benissimo lo sguardo sinceramente dispiaciuto che le hai rivolto. Provammo anche con Murray ma lui evitò tutti con aria altezzosa e lievemente schifata. Grazie anche per questo. Non hai mai scelto la via più breve, sei nipote di una leggenda del Barca ma tifi Real, sei destro ma ti hanno impostato da mancino e la tua ragazza è sempre la stessa in una realtà dove spesso le fans, o groupies, devi cacciarle a badilate. A ben guardare non hai mai vinto facile neanche un quindici perché ogni singolo colpo che tiri costa fatica quando il tuo vero talento è nella testa e non nel braccio. Per questo motivo ciò che hai fatto e continui a fare su un campo da tennis ha un valore profondo, il valore dell’impegno e della tenacia. Tutte cose che possiamo imparare anche senza il dono divino, per il quale non c’è merito alcuno. Continua finché puoi, Campione. E quando le tue gambe saranno stanche, camminerai con il cuore.
Raffaello
Si ringrazia www.stampaprint.net/it/ per l’infografica