Hai avuto abbastanza tempo per realizzare che sei in semifinale o stai già pensando al tuo prossimo match?
La programmazione della seconda settimana è piuttosto fitta e in effetti non ti dà modo di realizzare quello che stai facendo, ma raggiungere le semifinali nei Grand Slam fa sempre molto piacere. Però per via del fatto che devo giocare tutti i giorni, la mia attenzione va al al prossimo match, non c’è molto tempo.
Cosa pensi riguardo a questo torneo? Al fatto che è un Grande Slam e non c’è ancora il tetto sul centrale? Come lo valuteresti rispetto agli altri tornei?
Molti si chiedono anche perché qui non ci siano ancora le luci per giocare di sera. Riguardo al tetto stanno trovando un po’ di difficoltà con gli edifici che stanno qui vicino. Il circolo infatti si trova in zona residenziale. Non è sicuramente facile.
Quando la racchetta ti è sfuggita di mano cosa stavi cercando di fare? Hai realizzato che stavi per colpire il giudice di linea?
Penso fosse evidente quello che stavo cercando di fare. Ho lanciato la racchetta e per poco non ho colpito il giudice di linea. Sono stato fortunato.
Pensi che la parola ‘dropshot’ sia nata per la pioggia? O per quale ragione?
Amo le tue domande e il modo in cui le fai. Soprattutto in queste condizioni è un bene avere questo colpo nel proprio repertorio. Questo è tutto quello che posso dire. Tomas non si muove benissimo sul campo, quindi con la palla corta ho cercato di farlo spostare di più ed evidenziare le sue debolezze. Quindi quando il campo è lento questo colpo dà i suoi risultati.
Quando eri solo un bambino avresti mai pensato di guadagnare 100 milioni di dollari solo in montepremi? Per te è qualcosa di sorprendente?
Che ci crediate o meno, non ho mai dato considerato il prize money come una motivazione per giocare a tennis. E oggi le cose non sono cambiate. Ovviamente i soldi mi permettono di avere un certo standard di vita. Ma il prize money non è un dato fondamentale né della mia vita, né della mia carriera.
Traduzione di Giulia Bastoni