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[4] G. Muguruza b. [1] S. Williams 7-5 6-4 (da Parigi, Laura Guidobaldi)
Garbiñe Muguruza, che sia la volta buona? (Laura Guidobaldi)
DA PARIGI – Le note dell’inno spagnolo risuonano ancora sul Centrale del Roland Garros. Nell’edizione orfana di Rafael Nadal, nel torneo femminile Garbiñe Muguruza “vendica” il connazionale grande assente a Parigi facendo brillare i colori del suo paese. Si mette tra Serena Williams e la storia, andandosi a prendere la finale per 7-5 6-4. A 22 anni e al n. 4 del ranking, conquista il suo primo slam, prima spagnola a trionfare al Roland Garros dal 1998, quando fu Arantxa Sanchez ad alzare al cielo la Coupe Suzanne Lenglen. La Sanchez trionfa 3 volte (1989, 1994 e 1998), mentre i giocatori iberici ad essere incoronati re di Parigi sono stati ben 7. Sconfitta la n. 1 del mondo che deve rimandare il tentativo di eguagliare il record dei 22 major vinti da Steffi Graf. L’ultima tennista a vincere sull’ocra parigina da n. 4 del mondo è stata Justine Henin nel 2003; la Muguruza è inoltre la 7a giocatrice a sconfiggere una n. 1 in finale al Roland Garros. Nella sua sesta finale in carriera, Garbiñe piega una Serena Williams che non ha decisamente brillato, né oggi, né nel corso del torneo. Più mobile, leggera e precisa nei momenti chiave della partita, la tennista di origine venezuelana parte tesa e un po’ scentrata, ma trova via via le misure e realizza il sogno accarezzato l’anno scorso a Wimbledon. Un altro successo anche per il coach Sam Sumyk che, dopo aver portato al successo Vika Azarenka, fa sbocciare un’altra campionessa. Dopo Petra Kvitova, è l’unica vincitrice slam nata negli anni ’90.
Dopo gli omaggi alla beniamina di Francia Amélie Mauresmo, emozionata e felice per essere stata introdotta nella Tennis Hall of Fame, al cospetto delle leggende Billie Jean King, Arantxa Sanchez, Stan Smith, Yannick Noah e Guga Kuerten, largo alle due grandi protagoniste del sabato a Porte d’Auteuil. Scintillante nel suo completino blu elettrico Serena Williams, più eterea e delicata la Muguruza nel suo outfit giallo pastello.
Sembra tesa e contrita Garbiñe che, nel gioco di apertura, non riesce a mettere a segno neanche un punto ma, soprattutto, non trova proprio le misure. Serena parte sicura e intasca a zero il primo gioco. Ma la spagnola si ricompone immediatamente, tenendo la propria battuta e pareggiando 1-1. Dopo un gioco combattutissimo, la spagnola riesce a rimanere attaccata all’avversaria. Perfetto equilibrio dunque fino al 2-2. Ma ecco che, con un doppio fallo della n. 1 del mondo, Garbiñe muove l’ago della bilancia dalla sua parte e si porta avanti 3-2 e servizio. Sugli spalti tanti i tifosi spagnoli che acclamano la loro beniamina, ora centrata e in grande spolvero.
Nel frattempo, esce il primo timido raggio di sole della settimana, per poi nascondersi all’istante, quasi non voglia rubare la scena alle due atlete in campo. Un boato fa tremare lo Chatrier quando la spagnola fa suo anche il gioco del 4-2. Alle soluzioni magiche dell’iberica, Antonio Garofalo, seduto accanto a me in tribuna esclama: “Certo, potremmo quasi dire che Garbiñe vola come una farfalla e punge come un’ape” per ricordare il leggendario Muhammad Alì venuto a mancare proprio stanotte. In effetti, la Muguruza ora appare molto più sciolta, ricomincia a “danzare” leggera sul campo, lasciando partire dalle corde i suoi micidiali dritti, in prevalenza lungolinea. Ma la spagnola, nonostante sia una delle picchiatrici più esplosive del circuito, dimostra di avere paura. Perché, non solo è troppo lenta ad uscire dallo scambio profondo impostole dalla Willliams, ma non scende a rete con una palla che avrebbe potuto chiudere agevolmente. Si arriva al 4-4.
Un braccio di ferro di alti e bassi in questa finale poiché l’una e l’altra alternano soluzioni fulminanti a errori alquanto ingenui. Serena tiene la battuta e si stacca sul 5-4. La n. 4 del mondo lascia partire ancora il suo dritto lungolinea velenoso che le permette di raggiungere ancora Serena sul 5-5. L’americana appare molto lenta soprattutto sulla parte sinistra ed entambe le finaliste concedono tanti, troppi errori, andando fuori giri o facendosi sorprendere in una posizione inadeguata sul campo.
Applausi scroscianti del pubblico per i vincenti di Garbiñe che ora sorprende Serena e sale 6-5 e servizio. Salva due palle break e, difendendosi in extremis dai fendenti di Serena, a sua volta spinge e spinge, procurandosi un setpoint. Ce n’è un altro che però sfuma immediatamente. Ne arriva un terzo. Ed è quello buono, perché con un dritto incrociato fulminante e millimetrico, la tennista originaria del Venezuela va ad agguantare il primo parziale per 7-5, dopo 56 minutidi gioco. Conquista 41 punti ma ne subisce 20 sul proprio servizio; mentre la Williams ne ottiene 40 e ne perde solo 12 alla battuta. Nonostante ciò, è la spagnola a prevalere nello score.
Nel secondo set, la Muguruza prende nuovamente il largo sul 3-1. Ma Serena contrattacca ancora e con un ruggente “C’moooon!‘ accorcia le distanze sul 2-3. E serve a 196 km/h! Tra il pubblico infagottato per il fresco che avvolge lo Chatrier, spunta anche un signore avvolto dalla bandiera venezuelana. Ricordiamo che la n. 4 del mondo è nata a Caracas da madre venezuelana e padre spagnolo. Garbiñe continua a martellare Serena portandosi a un passo dalla storia, sul 7-5 5-3. Dagli spalti tifosi statunitensi gridano “Serena please!“ ma la campionissima di Saginaw continua a sbagliare. Ed ecco che c’è un matchpoint per Garbiñe. Serena lo salva. Ce n’è un secondo. Ma l’americana non è mai doma e con un missile di dritto, rimane a galla. Ma poi…una smorzata totalmente errata ne consegna un terzo alla spagnola. E stavolta è lei a sprecarlo con un rovescio incrociato in corridoio. Il matchpoint n. 4 arriva grazie a un doppio fallo della n. 1 del mondo che, ancora una volta, ne esce indenne. Il game, che dura 10 minuti con 16 punti giocati, viene conquistato dall’americana che si avvicina sul 4-5. Ma su una volé osata dalla Muguruza, la spagnola sale 40-0, procurandosi ancora 3 palle del match. Al termine di uno scambio mozzafiato la giovane spagnola scavalca Serena con uno splendido pallonetto che atterra sulla linea di fondo e, quasi incredula, può sdraiarsi sulla terra parigina.
Colpo di scena sullo Chatrier! La n. 4 del mondo interrompe la corsa verso la storia di Serena Williams e conquista il suo primo titolo slam. Batte la n. 1 del mondo per 7-5 6-4 e diventa così la seconda giocatrice spagnola a trionfare a Porte d’Auteuil, dopo le tre vittorie di Arantxa Sanchez.
“Garbiñe ha prodotto in campo un tennis molto aggressivo” ha ricosciuto Serena in conferenza stampa “avrà certamente un futuro luminoso e ha dimostrato di sapere come si fa a vincere uno slam. Oggi ha giocato in modo incredibile”.
“Sono così eccitata per quello che è successo!” esclama la Muguruza ai giornalisti “Penso di dover prendere un po’ di tempo per godermi il momento perché con la carriera tennistica le cose vanno così velocemente. Si vince e si deve già pensare al prossimo torneo“. E le lacrime, come mai non scendono? “Ho pianto ma ho cercato di rimanere composta. Quando ho cominciato il torneo non volevo farmi prendere dall’emozione, ma piuttosto pensare a una partita alla volta. Dovevo restare calma”. Un commento su Sam Sumyk, il coach di Garbiñe: “Sam è un grande professionista perché è un allenatore di massimo livello. Penso che abbia avuto un ruolo importante la sua esperienza. Quando mi diceva: “ecco, così è meglio, sentivo che parlava dall’alto di una grande esperienza e conoscenza della situazione. Mi fido molto di quello che dice e ho voglia di seguire i suoi consigli”.