Iniziano i secondi turni nel combined di ‘s-Hertogenbosch e le prime teste di serie iniziano la loro avventura olandese. Giornata d’esordio quindi per la seconda testa di serie e ventitré al mondo, Bernard Tomic. L’australiano, che aveva tutto sommato iniziato l’anno discretamente, col venire dell’odiata terra rossa si è di nuovo meritato più spazio sui media per varie stramberie tennistiche che per i successi, che del resto sono stati davvero radi: tre negli ultimi sette tornei. Dal ritiro lampo di Roma, alle sperimentazioni sull’impugnatura della racchetta, alla rinuncia alle Olimpiadi in favore di un 250 messicano, il più grande dei bad boys australiani è comunque riuscito a non passare inosservato, sempre convinto della bontà della massima di Wilde: “There is only one thing in the world worse than being talked about, and that is not being talked about”.
Faceva oggi il suo esordio contro l’inglese, anche lui d’adozione, Aljaz Bedene, in una sfida inedita nel circuito ATP. Tomic, alla vista del verde, è finalmente sembrato tornare padrone del suo tennis, concentrato sulla partita e determinato a portarla a casa. L’avversario, da parte sua, non era dei più temibili, o perlomeno non sui prati. Il ventitreenne australiano è riuscito a spuntarla in ottanta minuti per 6-4 6-3: un break nel primo, arrivato proprio nel decimo gioco alla seconda occasione, e due nel secondo, dove aveva perso un primo break conquistato nel sesto game. Affronterà nei quarti di finale un cliente temibile, temibilissimo su questi campi: quel Nicolas Mahut che fece la storia nel 2011 con la partita più lunga della storia e che ha raggiunto cinque finali, di cui tre vinte, nel circuito ATP, tutte rigorosamente su erba. Uno degli ultimissimi erbivori, una mosca bianca che fa sospirare nostalgicamente i passionari affezionati ad un tennis d’altri tempi che sembra trovare davvero poco spazio nel dilagare della moderna fisicità del tennista perfetto. Il francese, ottava testa di serie e vincitore qui, partendo entrambe le volte dalle qualificazioni, nel 2013 e lo scorso anno, ha sconfitto in un derby transalpino Paul-Henri Mathieu, ora al numero 60 della classifica. Era il terzo incontro fra i due, con i primi conquistati da Mathieu su terra e cemento. Ma su erba Mahut è un cliente scomodo per tutti e, dopo un inizio lento costatogli un break ed il primo set, il transalpino è riuscito ad imporre la legge del serve&volley, conquistando l’incontro per 4-6 6-1 6-4 dopo un’ora e trequarti di gioco.
Vittorioso anche il gigante americano Sam Querrey, quinta testa di serie, sul giapponese fuori dalla top 100 Tatsuma Ito, in meno di un’ora di gioco, in un match in cui gli spettatori hanno potuto godere di pochi, sparuti scambi. In chiusura di giornata, la sfida tutta americana fra il più giovane giocatore fra i primi 200 al mondo, il diciottenne Stefan Kozlov e la quarta testa di serie Steve Johnson. Kozlov, che ha vinto qui la sua prima partita ATP al quinto torneo disputato,è riuscito a sconfiggere il connazionale per 6-3 6-4 raggiungendo i primi quarti di finale in carriera. Partita più lottata di quanto non dica il punteggio, in cui il servizio di Johnson ha funzionato poco e male e i nervi di Kozlov hanno resistito fino all’ultimo gioco quando, dopo aver subito il break servendo per il match, ha strappato a 0 la battuta di Johnson per la quinta volta nella partita.
Risultati:
[5] S. Querrey b. T. Ito 6-3 6-4
[WC] S. Kozlov b. [4] S. Johnson 6-3 6-4
[8] N. Mahut b. P. Mathieu 4-6 6-1 6-4
[2] B. Tomic b. A. Bedene 6-4 6-3
Lorenzo Dicandia